Morgan al Festival della Bellezza – giovedì 7 giugno 2018 – con un omaggio intimo e personale all’arte poetica di Fabrizio De André. Un evento unico, ideato appositamente per la V edizione del Festival, in scena a Verona dal 27 maggio al 10 giugno.
Un percorso ricercato attraverso le note e i testi del cantautore genovese, vestiti di nuovi arrangiamenti e interpretazioni che tessono con filo raffinato l’affascinante alternarsi e copresenza di stili, classico e barocco, rock e sinfonico, epico e lirico.
Da artista trasformista, sopra e dentro le righe, estroso e colto musicista, Morgan si immerge nel pathos e nei personaggi delle canzoni, celebri e emblematici come il soldato Piero o il musicista Jones, e l’amore stesso, che viene e va, o perduto per sempre. Con eleganza e originalità affronta i temi e i sentimenti cari a Faber: la spiritualità e la guerra, la follia e gli amori, riflessi di un universo musicale e poetico variegato e ricco di un’umanità a cui De André ha saputo dare voce, elevando la canzone a prestigiosa forma d’arte, alla stregua dell’opera sinfonica, o il romanzo o la pièce teatrale.
Tutto nel segno dell’arte poetica e musicale: la chitarra acustica incontra le sonorità degli archi e dei sintetizzatori, il piano elettrico entra a scandire le note, mentre alcuni brani si dilatano, assumono forme nuove, per spostare ancor più l’accento sulla pura poesia dei testi.Grande studioso e interprete della canzone d’autore italiana, Morgan si approccia a De André con l’ammirazione del collega e la riverenza di chi riconosce la potenza espressiva del genio. Nell’atteggiamento spregiudicato e indipendente dei due diversi artisti c’è molta più comunanza che distacco, al di là delle differenze stilistiche. Il Pirata della canzone e il Poeta si erano già incontrati nel 2005, alla seconda incisione da solista di Morgan, quando sotto l’egida di Dori Ghezzi l’album di Fabrizio De André Non al denaro non all’amore né al cielo era tornato in vita ad opera del fondatore dei Bluvertigo. Le direzioni ostinate e contrarie del giovane ribelle glamour e dell’anarchico poeta della canzone italiana confluiscono in un cover concept album senza precedenti: la riproposizione ex novo di un intero disco a tributo di un artista si verifica per la prima volta. L’operazione di Marco Castoldi sull’opera di De André ispirata all’Antolologia dello Spoon River di Edgar Lee Masters è impresa di analisi oltre che omaggio, l’esegesi compiuta da un autore di canzoni al padre della canzone d’autore. Il suo approfondimento nota per nota, verso per verso, ricrea l’opera del cantautore genovese invece che semplicemente riprodurla.Il connubio poggia su un’ammirazione consolidata negli anni che scavalca le generazioni, mettendo in scena una sorta di collaborazione postuma a superare quella mancata per limiti di età. Non a caso l’opera riproposta da Morgan nel 2005 tratta della raccolta poetica di epitaffi più famosa al mondo. Anche l’omaggio che Morgan propone al Teatro Romano di Verona il 7 giugno per il Festival della Bellezza è incentrato sull’arte poetica di De André, suddividendo in tre fasi la produzione del cantautore genovese, con altri poeti ispiratori, da Dante, Angiolieri e Villon agli esordi, a Brassens, Cohen e Dylan, fino alla collaborazione con Ivano Fossati. Poesia, anche musicale: come sottolinea Morgan, in De André la musica non è funzionale al testo, è musica fine a se stessa, ed è ricca, come quella di pochi altri al mondo.Morgan ripercorrerà quelle che considera tre fasi: la prima, quella delle canzoni sparse, in cui De André riprende i vecchi madrigali, le forme antiche, le canzoni dei trovatori, l’epoca della poesia cui si ispira come testo e struttura; la seconda, quella dei concept album, dove l’idea si sviluppa nell’arco del disco sia per legame letterario che musicale, organismi interi, immaginifici, qualcosa di simile a un film senza film, solo colonna sonora, in cui ogni brano è un pezzo raro, “grandi opere d’arte da guardare quasi con timore”; la terza, quella etnica, degli album della maturità, iniziata con l’album L’indiano e terminata con capolavori quali Creuza de mä, Le nuvole e Anime salve.
Come già è stato per le rielaborazioni di Bowie al Festival della Bellezza dello scorso anno, le esibizioni dal vivo di Morgan sono autentiche lezioni spettacolo che nell’esecuzione del modello innestano affascinanti evocazioni e rimandi.
Musica e parola, dunque: talento ed estro visionario innescano un dialogo tra artisti uniti da assonanze esistenziali, irriverenti giullari e insieme poeti cortesi, anime barocche, come le nuvole, che per una notte si re-incontrano ri-creando la magia di un’emozione poetica senza tempo.
E se Dante è il padre della lingua italiana, per Morgan De André è il padre della canzone italiana. Non è un caso che proprio le figure di Dante e Mozart, oltre a quella di Shakespeare, ispirano il “Festival della Bellezza – i Maestri dello Spirito”. Giunto alla sua V edizione, si è ormai affermato tra le principali manifestazioni nazionali con oltre 50.000 presenze, teatri esauriti, eventi ideati in format teatrale, concerti e spettacoli unici o in anteprima nazionale, in contesti unici per storia e suggestione come il Teatro Romano, il rinascimentale Giardino Giusti e l’Arena.
Promosso dal Comune di Verona, è organizzato dall’associazione Idem con la direzione artistica di Alcide Marchioro. Ad aprire la nuova edizione, il 27 maggio, un’icona della musica contemporanea mondiale, il poliedrico compositore Philip Glass, con un concerto unico al Teatro Romano.
Il programma sarà disponibile a breve sul sito www.festivalbellezza.it.
Biglietti: platea € 26 più d.p.; gradinata € 18 più d.p.
Disponibili sui circuiti Geticket e Ticketone