«Di “Intrigo e amore” colpiscono veramente tante cose» afferma Marco Sciaccaluga, regista della nuova edizione del capolavoro schilleriano, ospite del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dal 7 all’11 marzo. «Innanzitutto – continua – che sia stato scritto da un ragazzo di poco più di vent’anni. Un ragazzo di genio, certo, ma anche con la voglia tipica dei giovani di dire tutto. Di qui, è nato un testo veramente “smisurato”, per dirla con Hölderlin, che procede per grandi sequenze messe una dopo l’altra, che infine però raggiungono la finalità di raccontare una storia compiuta: coinvolgente, emozionante, con sempre al centro l’uomo con le sue contraddittorie passioni».
Lo spettacolo, nuovo allestimento del Teatro Stabile di Genova, è in programma alla sala Assicurazioni Generali per il cartellone Prosa.
Friedrich Schiller compone nel 1783 – appena ventiquattrenne – “Kabale und Liebe” (Intrigo e Amore) e vi trasferisce non soltanto gli aneliti dello Sturm und Drang e le utopie dei riformisti del teatro tedesco, che appartenevano alla sua epoca, ma anche il proprio spirito impetuoso e appassionato, di poeta e di giovane uomo che aspirava alla libertà, agli ideali di giustizia e che odiava la corruzione. Emozioni che si riconoscono potenti, in molte battute dei protagonisti del dramma ed in particolare in quelle della coraggiosa Luise Millerin e del suo amato Ferdinand, che la corrotta realtà della corte condanna a un destino crudele.
Con una nuova traduzione affidata a Danilo Macrì (è stata sua la traduzione del bellissimo “Ivanov”, applaudito un paio di stagioni fa al Rossetti, con Filippo Dini), con l’efficace riduzione e la scorrevole e accurata regia di Marco Sciaccaluga, “Intrigo e Amore” ha già meritato numerose menzioni dalla critica per la modernità che riesce ad evidenziare e per il magnetismo che questo “teatro di parola” magicamente esercita sulle platee.
Il merito va certo anche a una precisa e generosa compagnia di interpreti, centrata dal primo all’ultimo ruolo, dai candidi innamorati – Luise e Ferdinand – al corrotto ministro von Walter, alla viscida figura del segretario Wurm (verme), novello Iago che tende le fila del tranello in cui cadono i due giovani e dentro il quale il loro sentimento si spegne assieme alle loro vite.
È infatti drammatico e pieno di pathos il plot (che Giuseppe Verdi trasferì poco cambiato nell’opera “Luisa Miller”): di Luise, figlia di un umile violoncellista si innamora – ricambiato – il nobile Ferdinand figlio del potente ministro von Walter. Nella piccola e corrotta corte tedesca, in cui la vicenda ha luogo, tale sentimento non può esistere: lo sanno bene gli “adulti”. Il sottomesso padre di Luise, che cerca di dissuaderla con parole affettuose e ragionamenti, e l’arrogante genitore di Ferdinand che davanti ai dinieghi del figlio – che avrebbe deciso di far sposare per puro interesse alla favorita del principe – reagisce con la più ottusa violenza, affidandosi agli intrighi del suo malvagio segretario. I due giovani tentano di imporre i loro amore, certi che possa vincere sulle differenze di classe, nitidi nell’opporsi alle nefandezze della corte, ed è da ravvisare in tali confronti la forza universale di questo testo: ma il seme della gelosia, instillato da Wurm nel giovane innamorato, conduce la storia al suo crudele finale.
«Ma attenzione – sottolinea ancora Marco Sciaccaluga – il dramma di Schiller non è neppure una riscrittura di “Romeo e Giulietta”. I due protagonisti shakespeariani non hanno mai il dubbio che amarsi e sposarsi segretamente sia la cosa giusta da fare, mentre Ferdinand e Luise (soprattutto lei) sanno che vanno a fare qualcosa di estremamente pericoloso e forse di ingiusto: sono i primi a essere convinti di non poterlo o di non doverlo fare. La legge dei padri ha insegnato a Luise che il suo è un amore proibito e anche Ferdinand è continuamente assalito dal dubbio. Loro non sono Romeo e Giulietta, il loro è vero amore, ma anche un continuo dubitare dell’amore. Ferdinand è un personaggio che rinvia sia ad Amleto, sia a Otello».
Il regista incornicia la storia in una sorta di sala prove, dove gli strumenti di un’orchestra – come i protagonisti – sembrano cercare invano un’impossibile armonia.
“Intrigo e amore” va in scena da mercoledì 7 a domenica 11 marzo. Da mercoledì a sabato le rappresentazioni inizialo alle ore 20.30 alla Sala Assicurazioni Generali. Domenica 11 marzo si tiene l’unica pomeridiana alle ore 16.
I biglietti per lo spettacolo sono ancora disponibili presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.