Un omaggio all’unica donna che abbia mai corso il Giro d’Italia su due ruote: Alfonsina Strada – classe 1891, nata Alfonsa Rosa Maria – in gara nel 1924 per la maglia rosa insieme ai ciclisti uomini. L’iniziativa è di Modena Buk Festival 2018: nell’ambito delle iniziative promosse con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia, infatti, Buk ospiterà sabato 24 e domenica 25 marzo nel cuore di Modena, in Largo San Giorgio, una mostra – installazione a cura della fotografa olandese Ilona Kamps, visitabile gratuitamente. Alfonsina Strada, emiliana, è annoverata fra le pioniere della parificazione tra sport maschile e femminile, e fu la prima donna a competere in gare maschili come il Giro di Lombardia e il Giro d’Italia. Nel 1917, in piena Grande Guerra, Alfonsina si presentò alla redazione della Gazzetta, il quotidiano organizzatore, per chiedere di iscriversi al Giro di Lombardia. Nessun regolamento glielo impediva ― essendo tra l’altro tesserata come dilettante di seconda categoria ― e così Armando Cougnet, patron delle corse, accettò l’iscrizione; era la prima volta che l’emiliana partecipava a una corsa su strada sfidando atleti di sesso maschile. L’omaggio alla valorosa ciclista di Castelfranco Emilia La storia dell’incontro tra la fotografa Ilona Kamps e Alfonsina Strada inizia presso il Santuario della Madonna del Ghisallo. Lì, in quel luogo di pellegrinaggio per i ciclisti, Ilona nota una lapide sul muro, accanto alla bicicletta di Gino Bartali: ‘Bicicletta di Alfonsina Strada, prima donna al Giro d’Italia anno 1924’. Una donna come Alfonsina Strada nasce ogni cento anni: una personalità rara, una pioniera. Aveva quello che serviva per raccogliere il guanto di sfida prima e per iscriversi al durissimo Giro d’Italia del 1924. La sua perseveranza le consentì di vincere e di vivere la sua vita da ciclista professionista. Morì nel 1959, praticamente dimenticata.
La storia di Alfonsina è una storia potente, piena di drammaticità, che può essere raccontata in molti modi. Riguarda il coraggio individuale, la forza delle donne, il significato dello sport, il dramma ciclistico, ha aspetti artistici, storici, sociali, è interessante dal punto di vista della storia dello sport, della fotografia, del genere, del femminismo. Il designer di mostre Jaap Bardet e la fotografa Ilona Kamps hanno sviluppato un modulo espositivo leggero e pop-up, capace di offrire un’esperienza dinamica della storia della vita di Alfonsina. Un’unità espositiva trasformabile che può portare il racconto su Alfonsina in luoghi diversi, in modi diversi e da prospettive diverse. Alfonsina ottiene così lo spazio per incontrare il visitatore a grandezza naturale e può raccontare la sua storia in tutta la sua versatilità. Fotografia / poesia / storia / letteratura sono combinate in un’unica forma narrativa. Una poesia introduce il visitatore alla storia di Alfonsina, seguita da una serie collegata di immagini in bianco e nero. Lo spettatore tramite la sua esperienza visiva entra letteralmente nella vita di Alfonsina. Alla fine si trovano i contributi si sei scrittori che riflettono sulla vita di Alfonsina Strada. L’obiettivo è una massima esperienza con un design minimale. Le fotografie richiedono un grande formato e la proiezione offre un’esperienza cinematografica dinamica, è un ibrido tra un’installazione e un’esibizione, un concetto flessibile nel quale l’esistenza di Alfonsina acquista carattere nello spazio, e dentro al quale la sua storia prende vita.
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