L’eschimese in Amazzonia conquista il pubblico del San Giorgio

Vincitore del Premio Scenario 2017, “Un eschimese in Amazzonia” di Liv Ferracchiati e della sua compagnia The baby walk, è stato proposto da Teatro Contatto per la stagione in corso.

Il lavoro è l’ultimo dei capitoli de “La trilogia sull’identità” volta a esplorare il tema dell’identità di genere. Sul palco, l’eschimese (Liv Ferracchiati), spiega il suo sentirsi a disagio, inadeguato in Amazzonia, con i vestiti pesanti e nulla di ciò che gli permetterebbe di vivere agevolmente.  Le sue parole sembrano però essere una voce inascoltata sovrastata dal gruppo che quasi lo schiaccia con domande che spesso sfociano nel banale. Il gruppo (i bravissimi Greta Cappelletti, Laura Dondi, Giacomo Marettelli Prioretti, Alice Raffaelli) che rappresenta la società è composto da soggetti vestiti allo stesso modo, parlano all’unisono, si muovono con gli stessi movimenti e che, nel bene e nel male hanno un pensiero comune dunque sono omologati. E tutto quello che non risponde ai canoni conosciuti non viene considerato o peggio non accettato per ignoranza.

Viene quindi spontaneo chiedersi come si possa fare per rimanere sè stessi in una societá che tende ad escludere il diverso, oppure se sia il caso di snaturarsi per essere parte di un qualcosa.

Domande a cui è difficile dare una risposta perchè sono espressione di estrema fragilità da qualsiasi angolazione si voglia considerarle. Tra la vita spericolata di Vasco, i supereroi degli anni ottanta forse la soluzione è spogliarsi dei propri abiti pesanti in tutti i sensi e vivere la vita con la maglia di Oliver Hutton, invincibile protagonista del cartone giapponese Holly e Bengj.

Da non perdere.

mtr