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Con le “Rivoluzioni piccole e grandi” parola a Paolo Volponi. In Biblioteca Neuroni a NOVARA

Con le “Rivoluzioni piccole e grandi” parola a Paolo Volponi. In Biblioteca Neuroni a NOVARA

Il 10 maggio 2018 presso la Biblioteca Civica Negroni di Novara alle ore 18 si terrà il secondo dei giovedì letterari del mese, mese contraddistinto dal tema “Rivoluzioni piccole e grandi”. L’iniziativa è promossa dal Centro Novarese di Studi Letterari e appartiene al ciclo curato da Anna Maria Cardano che prevede sconfinamenti tra storia e letteratura. Durante l’evento, intitolato “365 volte fabbrica” sarà preso in analisi Memoriale (Einaudi) di Paolo Volponi, con un intervento di Giannino Piana.
Prigioniero in Germania nell’ultima fase della seconda guerra mondiale, vittima in prigionia di tubercolosi polmonare e tormentato fin dall’infanzia dalla inguaribile malattia della solitudine, quando viene assunto da una grande fabbrica del Nord, Albino Saluggia si illude di poter cambiare vita e finalmente di guarire da tutti i suoi mali. Ma l’ingresso nel mondo del lavoro si rivela ben presto un guaio peggiore della disoccupazione e da questo momento l’esistenza di Saluggia si complica diventando un nodo di inestricabile follia. Memoriale (1962) è il capolavoro che sbaragliò le discussioni degli anni sessanta sui rapporti tra letteratura e industria. La storia dell’operaio Saluggia si sottrae a qualsiasi modello ideologico e diventa, a distanza di anni, un capitolo della nostra storia di esemplare originalità letteraria.
Paolo Volponi lavorò per l’Olivetti (1950-71), poi per la Fiat (1972-75) nell’area delle inchieste e relazioni sociali, anche con mansioni dirigenziali; fu anche senatore (1983 e 1987) nelle liste del PCI e (1992) del PRC. Esordì con raccolte di poesia, che da modi tipicamente post-ermetici evolvono verso la forma del poemetto narrativo, preannunciando la svolta verso la prosa che maturerà negli anni sessanta. Con i romanzi Memoriale, La macchina mondiale e Corporale, Volponi affrontò il tema dell’alienazione dell’uomo nella civiltà industriale, oscillando tra l’accezione sociologica del fenomeno e l’accezione clinica, tra un senso di frustrazione e quello di una follia identificabile a tratti con la visionarietà poetica, capace di attingere il mistero delle cose; con risultati, tuttavia, di novità e felicità espressiva, esemplari non solo nel campo del romanzo-saggio. Più legati a tematiche dell’adolescenza e agli anni di formazione durante e dopo il fascismo i romanzi, lirici o tragico-lirici, Il lanciatore di giavellotto (1981) e La strada per Roma (1991, ma risalente ai primi anni sessanta), mentre Le mosche del capitale ripropone il confronto tra l’universo chiuso e spietato del potere industriale e la realtà della fabbrica e della città. La vocazione lirica di Volponi è testimoniata dal volume Con testo a fronte (1986), che raccoglie la produzione poetica degli anni tra il 1967 e il 1985, e dalla sua ultima raccolta di versi, Nel silenzio campale (1990). Appassionato collezionista, ha donato (1991) alla Galleria nazionale di Urbino un gruppo di dipinti in memoria del figlio Roberto. Nel 2011 è stato pubblicato il volume Parlamenti, a cura di Emanuele Zinato, in cui sono raccolti il romanzo incompiuto Il senatore segreto e un’antologia dei discorsi parlamentari dello scrittore.

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