Domani il festival vicino/lontano ricorda l’assassinio dell’attivista siciliano Giuseppe Impastato, ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio su ordine – come ora sappiamo – del boss Gaetano Badalamenti. Solo grazie all’impegno della madre di Peppino, la signora Felicia, e del fratello Giovanni – con il sostegno del Centro siciliano di documentazione – fu acclarata la matrice mafiosa dell’omicidio, riconosciuta anni più tardi anche dal Tribunale di Palermo. Con un forte significato simbolico, esattamente 40 anni dopo, domani – mercoledì 9 maggio – alle 18.30 a Udine, nella Galleria fotografica Tina Modotti, vicino/lontano inaugura la mostra fotografica “La Voce di Impastato. Volti e parole contro la mafia”, con gli scatti del fotografo Elia Falaschi: sono le immagini del libro del giornalista Ivan Vadori che porta lo stesso titolo e riprende il filo del documentario “La voce di Impastato” diretto dallo stesso autore. Il volume, edito da Nuova Dimensione, raccoglie sei anni di interviste ai protagonisti dell’antimafia italiana: Gian Carlo Caselli, Lirio Abbate, Carlo Lucarelli, Luigi Ciotti, Sandro Ruotolo e naturalmente ai familiari di Impastato: il fratello di Peppino, Giovanni, e la nipote Luisa, oggi presidente di Casa Memoria. Sarà presentato, fresco di stampa, a Casa Cavazzini venerdì 11 maggio, alla presenza di Ivan Vadori e di Elia Falaschi, in dialogo con le giornaliste Luana de Francisco e Cristina Savi. Tre le sezioni della mostra: i ritratti a taglio reportage I Volti del coraggio, scattati nel corso delle interviste, una documentazione sui luoghi chiave della vita di Impastato e i ritratti Vedo, Sento, Parlo… Sono. La mostra sarà visitabile giovedì 10 maggio dalle 18 alle 21, dall’11 al 13 maggio dalle 10 alle 21 e fino al 27 maggio il giovedì e venerdì in orario 18-21, sabato 10-13 e 18-21, domenica 10-13.
La 14^ edizione del festival vicino/lontano, in programma a Udine dal 10 al 14 maggio sul tema “Squilibri”, avrà domani due ulteriori eventi di anteprima di questa edizione: alle 18 alla Fondazione Friuli l’incontro “Prendiamo la parola. Esperienze dal ’68 in Friuli Venezia Giulia”, con Giampaolo Borghello e Furio Petrossi.
E alle 20.45 nella Chiesa di San Francesco riflettori su “Beethoven. La rivoluzione in musica”, il Concerto della stagione musica della Fondazione Luigi Bon, con il pianista Gökhan Aybulus, l’Orchestra Giovanile Alpina e il Coro del Friuli Venezia Giulia, dirige il Maestro Paolo Paroni. In programma la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60, e inoltre Meeresstille und glückliche Fahrt op. 112 (Cantata in re maggiore per coro e orchestra) e la Fantasia corale Schmeichelnd hold in do minore op. 80 per pianoforte, soli, coro e orchestra. Squilibri e tensioni sono tra le essenze fondamentali della musica, l’esperienza umana e artistica di Beethoven ne è un esempio. Compositore indipendente prima di tutti, individualista e filantropo insieme, rivoluzionario, seppe traghettare il Classicismo di maniera nel Romanticismo più intenso. Il suo nome riflette il credo per cui i confini, naturali e non, sono e devono essere anelli di inclusione, di scambio e condivisione. Dalla Quarta Sinfonia alla Fantasia Corale, attraverso il magnifico dittico su versi di Goethe: si potrebbe trovare un equilibrio anche solo ascoltando questi sommi capolavori.
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