E’ un viaggio che incrocia sonorità balcaniche, jazz contemporaneo e sound newyorkese quello che ci propongono “Le nuove rotte del jazz”, dal 7 al 9 giugno nell’auditorium del Museo Revoltella, a Trieste.
Le tre serate, a ingresso libero (concerti alle 20.30), curate dal Circolo Culturale Controtempo, “salpano” giovedì 7 con l’Eastern Border Quartet (serata in collaborazione con la Scuola di jazz del Conservatorio Tartini di Trieste) formato da Lovro Mirth alla voce, Piercarlo Favro alla chitarra, Simone Lanzi al contrabbasso e Mathias Butul alla batteria. Alla formazione si aggiunge Saverio Tasca, vibrafonista e marimbista
Nato da un’idea del contrabbassista Simone Lanzi, che ha chiamato con sé il chitarrista Piercarlo Favro e il batterista Mathias Butul, ai quali ha unito la vocalità Lovro Mirth, tutti provenienti dalla scuola jazz del Conservatorio di musica “G. Tartini” di Trieste, il gruppo fa della musica balcanica il centro intorno a cui gravitano improvvisazioni e incroci di vari generi musicali. In questa occasione, al quartetto si aggiunge il vibrafonista e marimbista Saverio Tasca, capace di coniugare modalità classiche a stilemi contemporanei, gusto etnico a pure improvvisazioni. Frutto della sua esperienza internazionale e di una non comune capacità di muoversi fra una miriade di strumenti a percussione.
Venerdì 8 riflettori accesi su “Drive!”, progetto di Giovanni Guidi al Fender Rhodes, accompagnato da Joe Rehmer al contrabbasso e basso elettrico e da Federico Scettri alla batteria. Per il tastierista Giovanni Guidi, “Drive!” è un nuovo lavoro nel quale al classico pianoforte preferisce il Fender Rhodes. Lo fa con due compagni di viaggio dalla solida esperienza: Joe Rehmer al contrabbasso, di Chicago ma da anni in Italia, spesso al fianco di Gianluca Petrella, e Federico Scettri, prolifico batterista romano che ha legato il suo nome a Paolo Fresu e a Francesco Bearzatti, per esempio. Il risultato è un viaggio guidato dalle intuizioni estemporanee nella più genuina forma dell’improvvisazione. Un’avventura nell’incognito che poggia su solide basi tecniche e porta con sé sonorità e modelli ritmici incredibilmente innovativi, a tratti provocatori, ma decisamente personali.
Si chiude sabato 9 con “Bunky swirl” di Jim Black & Elias Stemeseder. Cosa sta succedendo nella fucina di visionari talenti newyorkesi del quartiere di Brooklyn? Ce lo faranno capire Jim Black, batteria e campionatore, e Elias Stemeseder, pianoforte e sintetizzatore. Il loro è un gioco musicale continuo in cui tutto diventa suono possibile. Difficile rinchiuderli in un modello precostituito perché qualunque cosa ci sia da battere, pizzicare, sfregare, muovere, entra a pieno diritto nel lessico musicale e jazzistico del duo più interessante della west coast statunitense. “Bunkyswirl” è vero divertimento, oltre che uno sguardo verso il “nuovo mondo”, che presenta composizioni originali del duo oltre a brani di loro amici e protagonisti dell’attuale scena newyorkese.