Allestimento del Teatro Ponchielli di Cremona, in coproduzione con
il Teatro Grande di Brescia e il Teatro Fraschini di Pavia,
e con l’Orchestra e il Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Nabucco di Giuseppe Verdi, con l’allestimento del Teatro Ponchielli di Cremona, in coproduzione con il Teatro Grande di Brescia e il Teatro Fraschini di Pavia, e con l’Orchestra e il Coro della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, andrà in scena il 18 gennaio (repliche fino al 26.01).
Maestro Concertatore e Direttore Christopher Franklin, regia Andrea Cigni ripresa da Danilo Rubeca, scene Emanuele Sinisi, costumi Simona Morresi, Maestro del Coro Francesca Tosi.
Dramma lirico in quattro parti, su libretto di Temistocle Solera dal Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi, è una delle opere fra le più rinomate di Giuseppe Verdi, anche per la presenza del celebre ‘Va pensiero’, brano corale emblema della tradizione musicale italiana.
“La genesi di Nabucco (1841) – sottolinea il Maestro Christopher Franklin, che dirige nei maggiori teatri del mondo, in particolare in Italia e in Nord America – “rappresenta un momento importantissimo nella vita del giovane compositore Giuseppe Verdi, una svolta che gli ha permesso di consolidare la sua fama internazionale. Reduce del fiasco del debutto di Un giorno di Regno, vedovo della sua giovane moglie, la cui morte avvenne poco dopo la perdita di due dei suoi figli neonati, schiacciato dal dolore, Verdi aveva giurato di non avere più intenzione di comporre. Con questi presupposti, è ancora più sorprendente riconoscere il successo immediato dell’opera: nel primo anno venne rappresentata al Teatro alla Scala per 75 volte, …e da lì raggiunse i teatri in tutto il mondo. Nel 1843 è stato proprio Donizetti a dirigerne il debutto a Vienna … mentre nel 1844 venne rappresentato in cartellone a Corfù per la prima volta con il titolo oggi tradizionale, Nabucco anziché Nabucodonosor”.
L’opera viene proposta a Trieste (risalgono al 1843 le prime rappresentazioni al Teatro Verdi) in un allestimento luminoso e raffinato, di alto valore evocativo, in cui ogni colore, luce, oggetto e costume non ha solo un valore funzionale e ambientale ma racconta nel profondo le storie umane dei protagonisti.
Importante la compagnia di canto fra cui spiccano voci di chiara fama, come il baritono Giovanni Meoni (Nabucco), il soprano Amarilli Nizza (Abigaille) e il basso Nicola Ulivieri (Zaccaria).