Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è un film del 1970 diretto da Elio Petri ed interpretato da Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes e del Premio Oscar al miglior film straniero 1971, nonché una nomination per la migliore sceneggiatura originale agli Oscar dell’anno dopo. Nel cast anche Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Salvo Randone, Massimo Foschi.
Dopo aver ucciso l’amante (Bolkan), un importante funzionario della questura (Volontè) sperimenta come sia impossibile, in virtù della sua posizione, essere incriminato; chi potrebbe denunciarlo non lo fa e la polizia è cieca di fronte ai molti indizi e alle tracce lasciate dal collega. La follia degli apparati, l’ arroganza dell’autorità, l’ iniquità e l’impotenza della giustizia: nelle forme del poliziesco e del noir, il film pone con inaudita lucidità la domanda più antica (da Aristotele ad Alan Moore): chi controlla i controllori?, mentre ne trae sotto gli occhi dello spettatore tutte le torrenziali conseguenze satiriche e grottesche. Oggi appare inseparabile dagli anni della contestazione studentesca e delle lotte sindacali, quando i registi facevano film che potessero “sentire utili a qualcosa” (Elio Petri), ma il suo ritratto di burocrate schizoide, questo capo della squadra omicidi che commette un assassinio per dimostrare una sorta di immunità divina e mettere sotto torchio anche se stesso, è all’altezza di un “certo Pirandello umoristico e contorto di racconti d’ambiente piccolo borghese romano” (Alberto Moravia), incalzato da un cinema dinamico, euforico, rabbioso e inquisitorio. La sua spedita falcata, la stessa del protagonista, è preceduta e accompagnata dal celebre tema, irridente e marziale, di Morricone, che avanza allucinatorio nel film con il passo di una marionetta omicida.
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