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Anfitrione tra passato e presente

Anfitrione tra passato e presente

Il Teatro Palamostre di Udine ha ospitato nei giorni scorsi Anfitrione, spettacolo prodotto dal Teatro di Bari per la regia di Teresa Ludovico, in cartellone per Contatto 37.

La storia è ben nota per non dire classica. Giove padre di Mercurio si è invaghito della sposa di Anfitrione, che è in guerra. Giove prende le sue sembianze, si congiunge con lei e la mette incinta. In questa “divina commedia” tutto avviene con la complicità di Mercurio che si sostituisce a Sosia, scudiero e servo di Anfitrione.

Al suo rientro dalla guerra Anfitrione troverà la moglie incinta e la accuserà di essere adultera.

Alla fine i due coniugi accetteranno una difficile riconciliazione.

Teresa Ludovico riscrive il testo di Plauto e lo ripropone ai giorni nostri in un sud dominato dai clan che controllano i territori e uccidono per interesse, ma in nome dell’onore. Una moderna Alcmena donna di mafia accetta di sposare un altro Anfitrione, l’assassino del proprio padre, in cambio della vendetta per i fratelli anch’essi assassinati da altri criminali che lui dovrà uccidere.

Nell’assenza di Anfitrione ad Alcmena si avvicinerà un altro Giove travestito e tutto si compirà come nella commedia di Plauto, con la riproposizione degli stessi dubbi e degli stessi equivoci.

Una commedia costruita sul tema del doppio “sacro e profano, alto e basso, dentro e fuori“ come dicono gli attori sul palcoscenico.

“Chi sono io se non sono io? Io sono quello che sono sempre stato? “ si chiede uno di loro in scena.

Sul palco tutto nero campeggiano dei grandissimi specchi che riflettono e sdoppiano gli interpreti, svelati nelle proprie fragilità in una situazione che sembra senza un filo logico e senza vie di uscita.

Il bisogno di riconoscersi in questo equivoco gioco e di essere riconosciuti dagli altri rende gli uomini schiavi dell’immagine come proiezione esterna, imponendo una presenza quasi ossessiva sulla piazza virtuale dei social.

In scena Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandra Lusiana, Michele Schiano di Cola e Giovanni Serratore. Con loro anche il Maestro Michele Jamil Marzella che con la tromba o la lunga tuba tibetana scandisce il passaggio sul palcoscenico tra dei e umani.

Spettacolo piacevole ed intenso, molto attuale. Interpretazione ottima.

mtr

About Maria Teresa Ruotolo

Nata a Udine nel 1970 vive a Grado. Giornalista Pubblicista dal 2004; Laurea in Scienze Politiche indirizzo politico sociale collaborazione varie: con il Consorzio Agenti Immobiliari per la redazione dell’editoriale di Corriere Casa Nord Est; con Gruppo Sirio per la redazione di articoli pubblicati sul periodico Business Point e altre varie collaborazioni per la redazione di articoli di attualità e politica.

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