Le Residenze d’artista a Villa Manin aprono nuovamente alle nuove generazioni del Friuli Venezia Giulia invitate ad “abitare” gli spazi di Passariano e a dare vita a indagini e creazioni originali. Titolare del diciassettesimo appuntamento di Dialoghi Residenze delle arti performative a Villa Manin è la monfalconese ventiseienne Giulia Bean, performer e danzatrice, diplomata in coreografia all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, già forte dell’esperienza con le coreografe Lenka Vagnerovà a Praga e Adriana Borriello alla Biennale College Danza di Venezia.
Think ALONGside the box è il titolo di questa prima fase del progetto che prevede tre incontri- colloqui con l’artista (domenica 16 giugno, giovedì 20 giugno e giovedì 27 giugno dalle ore 20 alle 21.30) prima della dimostrazione finale del lavoro intitolato Cabe, a VHS Elegy che si terrà nello spazio studio Villa Manin domenica 30 giugno alle ore 20 (ingresso libero).
L’equipe artistica, tutta al femminile e under trenta, che affianca Giulia Bean è formata dalla dramaturg friulana Chiara Braidotti e da Vittoria Guarracino, a cui è affidata la cura del movimento. Le artiste, come di consueto, trovano a Dialoghi, progetto ideato e curato da CSS Teatro stabile di innovazione del FVG con il contributo del MiBAC-Ministero per i beni e le attività culturali e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e realizzato in collaborazione con ERPaC Ente Regionale per il Patrimonio Culturale, un luogo ideale di creazione artistica, di studio e sperimentazione, un laboratorio temporaneo di confronto e di dialogo creativo con lo spettatore.
Bean inizia a ideare Cabe, a VHS Elegy in occasione dell’anniversario della scomparsa del padre. Il ritrovamento di un archivio di videocassette da lui creato, diventa il motivo propulsore per innescare un’indagine sul motivo di tali registrazioni e sviluppare un percorso di ricerca coreografica sul ricordo.
“L’idea di questo progetto – spiega la danzatrice Giulia Bean – nasce da una scoperta familiare. A dieci anni dalla scomparsa di mio padre ho (ri)scoperto il suo archivio di videocassette: 349 VHSs di film registrati in LP dalla televisione, numerate sulla costa laterale. Il motivo di tali registrazioni? Ad oggi rimane ignoto ed è una delle domande senza risposta di questo progetto.
L’unico dato certo- continua la performer – resta l’arco temporale di questa raccolta, iniziata alla fine degli anni Ottanta e terminata attorno al principio del nuovo millennio, quando la mamma si ammalò. Per diversi motivi, il suo archivio si avvicina molto alle Time Capsules (capsule del tempo) di Andy Warhol. Delle ben 610 presenti nell’archivio della fondazione non tutte sono state aperte. Nelle Time Capsules troviamo gli oggetti più diversi, rilevanti o meno, sempre traccia del
quotidiano dell’artista.”
Durante i tre incontri Giulia Bean invita un gruppo ristretto di persone a esplorare le key words di questo progetto (paternità, archivio, esperienza di essere figli) sbirciando dentro le nostre Time Capsules e portando oggetti e racconti provenienti dalle proprie, un momento per condividere testimonianze del nostro archivio famigliare.
Per partecipare ai colloqui con l’artista, visto il numero limitato di spettatori, è necessario scrivere a:[email protected]
Per informazioni CSS Teatro stabile di innovazione 0432.504765