Il genere fantastico, inflazionato anche dalla saga Twilight, che ha convogliato le attenzioni del pubblico adolescenziale su vampiri e atmosfere dark, rappresenta un banco di prova per molti giovani che decidono di approciarsi alla scrittura, attratti forse dalla chimera della visibilità editoriale. Per sfatare questa tendenza e sponsorizzare al pubblico un prodotto di qualità, la Libreria Laformadelibro di Padova ha offerto la giusta cornice a due giovani venete, Anna Tasinato e Fiorella Rigoni, per la presentazione dei rispettivi romanzi “La chiave amaranto” e “Minon”, editi dalla Ciesse Edizioni di Padova. A mediare l’incontro, svoltosi sabato 14 aprile, Carlo Santi, direttore editoriale della Ciesse, che ha puntato su questi due prodotti editoriali per il lancio della collana Fantasy.
Le autrici hanno dialogato sui rispettivi romanzi, mettendone in luce genesi e caratteristiche tecniche. Due libri accomunati dall’appartenenza allo stesso genere, ma diversi sotto molti aspetti.
Anna Tasinato, che si è cimentata in diversi generi tra cui il diario e il racconto noir, dichiara di essere sempre stata attratta dal genere fantastico, quello in cui l’elemento fantastico e straordinario irrompe nella realtà. “Ma il genere costituisce solo un’etichetta esteriore, infatti ciò che realmente interessa sono le storie che prendono vita dalle pagine del libro” dichiara la giovane vicentina. A testimonianza di quanto sia difficile far rientrare un’opera nella giusta casella del genere, il suo romanzo è stato collocato a metà strada tra l’urban fantasy e il thriller. Una storia nata dall’osservazione della realtà, unita a voli pindarici della fantasia. La cronaca nera costituisce l’humus, la linfa da cui prende vita la trama: la protagonista, Alida, è un essere sovrannaturale che si trova implicato in un caso di omicidio. L’idea, il nucleo concettuale da cui nasce la trama è il tentativo di rispondere alle domande: come si sentirebbe un essere non umano ad essere giudicato a livello nazionale di fronte a media assetati di scoop e notizie? Di quali risorse potrebbe avvalersi che noi umani non possediamo? L’autrice sottolinea le infinite potenzialità della narrativa e le varie finalità che uno scrittore si propone quando mette mano alla penna. Le storie possono divertire, commuovere, farci riflettere e indurci al cambiamento, ma l’unico scopo che quest’opera propone è l’intrattenimento attraverso la trama e i colpi di scena di un pubblico variegato. Nessun intento morale o didascalico sottostà alla narrativa vampiresca.
“Minon” è il titolo del romanzo nato dalla collaborazione tra Fiorella Rigoni e Alexia Bianchini, direttrice della collana Fantasy. Ascritto al genere del dark fantasy, accomunato al precedente dall’ambientazione urbana, si caratterizza per personaggi cattivi, paesaggi tetri e atmosfere cupe; l’elemento positivo e le facili risoluzioni sono quanto di più lontano dagli obiettivi delle coautrici. Romanzo nato e scritto su Facebook – dove Fiorella e Alexia si sono incontrate – “Minon” si apre con una particolare dedica “Al fato per averci fatto incontrare” che ci rivela la genesi dell’opera. Il testo è riuscito a superare la distanza fisica tra le autrici, veneta Fiorella e lombarda Alexia, e anche le difficoltà di coordinare un lavoro a quattro mani, sotto la costante pressione di disparità stilistiche e incoerenze narrative. Fiorella confessa, però, di essere riuscita a ovviare facilmente a questi ostacoli, avendo anzi goduto di una irripetibile possibilità di confronto e miglioramento continui. “Alexia, direttrice del Fantasy, anche se esperta conoscitrice del genere” svela il direttore editoriale “ha dimostrato tutta la sua umiltà accettando che il romanzo subisse un’operazione di editing, messa in pratica da due diversi editor. Si tratta di un passaggio costoso, che non tutte le case editrici prevedono, ma che si può rivelare un essenziale aiuto e sostegno all’autore; l’editor diviene il primo fan dell’autore, colui che lo assiste nel travaglio dell’opera”. Un’opera che rifugge dallo strabordare di situazioni irreali e straordinarie, ma in cui il fantastico è ingrediente dosato e calibrato, aggiunto poco per volta nella miscela narrativa, in una trama che inevitabilmente poggia su un fondo reale, con personaggi e dinamiche che si sostanziano di realtà.
Due libri questi che sicuramente godranno di un buon successo, “due punte di diamante”, come li definisce l’editore, emergenti nel mare magnum delle attuali proposte editoriali nel genere fantasy.
Vito Digiorgio
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