Andrea Giordana è il protagonista de “Le ultime lune” di Furio Bordon, da mercoledì 6 a domenica 10 novembre in scena al Politeama Rossetti, nel nuovo allestimento diretto da Daniele Salvo. Completano l’eccellente cast Galatea Ranzi e Luchino Giordana. Lo spettacolo è ospite del cartellone di Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia”.
Da mercoledì 6 novembre il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ospita nel proprio cartellone di Prosa una nuova edizione de “Le ultime lune”, capolavoro di Furio Bordon.
Portato in scena nella regia di Daniele Salvo, il toccante testo trova in Andrea Giordana un protagonista sensibile – molto apprezzato dalla critica e dal pubblico – che ha trovato una propria ammirevole via d’introspezione per plasmare l’immagine dell’anziano professore al centro della commedia. Una figura capace di far riflettere, sorridere e toccare nervi scoperti nel suo rapporto con il figlio (Luchino Giordana, figlio anche in arte) e con il ricordo della moglie (l’intensa Galatea Renzi) morta tanti anni prima, ma con cui non smette di tenere una tenera, immaginaria conversazione.
“Le ultime lune”, assieme a “La notte dell’angelo” e a “Un momento difficile” – tutte opere dell’autore triestino, che il pubblico ha già avuto modo di applaudire al Politeama Rossetti nelle stagioni passate – compongono una trilogia che ruota intorno al nodo emozionale di vecchiaia e infanzia, le due età della debolezza, gli anni in cui l’individuo è più vulnerabile, più esposto a prevaricazioni, violenze, umiliazioni, in cui la fortuna di essere nati diventa troppo spesso fatica di vivere e amarezza.
Ed è combattendo l’amarezza con l’ironia dell’intelligenza che, ne “Le ultime lune”, il vecchio professore di lettere, in attesa che il figlio torni dall’ufficio per accompagnarlo in una Casa di riposo, conversa con la moglie morta. È un dialogo al tempo stesso amoroso e conflittuale. Come commossa e crudele sarà l’ultima discussione con il figlio. Nel secondo atto, lo si ritroverà anni dopo, rintanato come ogni pomeriggio nella soffitta della “Villa”, intento a sfogliare un vecchio album di fotografie e a esercitare la sua ironia confidandosi con una piantina di basilico e una sedia vuota.
«Dal punto di vista stilistico – scrive Furio Bordon – questa trilogia (della quale “Le ultime lune” devono considerarsi la pietra fondante) rappresenta per me l’ormai definitiva identificazione del palcoscenico come il luogo della libertà assoluta, un luogo in cui tutto diventa possibile: i vivi dialogano con i morti, i morti con i morti, i ricordi, i rimorsi, i desideri si fanno personaggi, ciò che esiste si confronta con ciò che non esiste più o che non è mai esistito, ma soprattutto, chi ha sempre taciuto può parlare e chi ha sempre perduto può trovare il suo riscatto. In un luogo simile non funziona più alcun vincolo naturalistico, alcun tracciato spazio-temporale, ma solo la grande legge del teatro, in forza della quale tutto quanto accade in scena, nel momento stesso in cui accade e per il solo fatto di accadere è credibile e vero. Non c’è il quotidiano lassù sulla scena, ma il teatro, non la verità del reale, ma quella dell’immaginazione. Ne “Le ultime lune” la figura della moglie morta è un’allucinazione del vecchio protagonista o è una presenza fantasmatica? Non lo so e non mi interessa saperlo. Forse sono sia una cosa che l’altra. Io so solo che siamo su un palcoscenico, luogo sospeso fra cielo e terra, nel quale, come ci insegna Amleto, “esistono più cose di quanto la tua filosofia conosca”».
“Le ultime lune” ha debuttato a Venezia nel 1994: dell’edizione prodotta dallo Stabile del Veneto è protagonista Marcello Mastroianni: due anni di repliche e un’interpretazione entrata nella leggenda teatrale. Seguono l’edizione televisiva dello spettacolo veneziano con Marcello Mastroianni e un’edizione radiofonica con Gastone Moschin. Nel 2001 nuova edizione teatrale con Gianrico Tedeschi che la replica per 10 stagioni consecutive. Ma lo spettacolo è costantemente riallestito anche all’estero, con grande successo.
L’autore, Furio Bordon è nato e vive a Trieste.
A 26 anni lascia la professione di avvocato per dedicarsi al lavoro teatrale.
Regista e scrittore, ha diretto il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, il Teatro Romano di Trieste, il Mittelfest Prosa di Cividale. La sua narrativa comprende: “A gentile richiesta” (Mondadori 1974, Finalista ai premi L’Inedito, Sila, Viareggio – Sellerio 2009), “Il canto dell’orco” (Longanesi 1985, Finalista Premio Dessì – Sellerio 2007), “La città scura” (Marsilio 1994), “Stanze di famiglia” (Garzanti, 2016, Premio Settembrini 2017).
Il suo teatro è stato allestito e tradotto all’estero in venti lingue e in trenta Paesi. (Prix du Theatre 1998 a Bruxelles. In Italia Premio IDI 1994, Premio Internazionale Flaiano 2010 e Premio Volterra per la drammaturgia 2019).
“Le ultime lune” va in scena nell’ambito del cartellone di Prosa alla Sala Assicurazioni Generali dal 6 al 10 novembre. Lo spettacolo inizia alle ore 20.30 tutti i giorni tranne la domenica in cui la replica è pomeridiana, alle ore 16.
Per biglietti e prenotazioni e per acquistare nuovi abbonamenti si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti, agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.
LE ULTIME LUNE
di Furio Bordon
con Andrea Giordana, Galatea Ranzi
e con Luchino Giordana
regia di Daniele Salvo
scene di Fabiana Di Marco
disegno luci di Giuseppe Filipponio
produzione Palcoscenico Italiano e Centro Teatrale Meridionale