Lo spettacolo, tratto dall’opera omonima di Lidia Ravera, racconta la storia del rapporto fra due sorelle, Angelica e Carlotta, separate come i genitori. Due sorelle adolescenti, Angelica e Carlotta, vengono separate dal divorzio dei genitori.
Una con la madre, l’altra con il padre in un’altra città. Si mancano, si accusano, si scrivono, si rincorrono per non perdersi. Perché le sorelle sono quelle che ti aiutano a misurare la strada, a comunicare con il resto del mondo, sono un complice o un ostacolo per diventare quello che sei, sono ‘l’altro’ che ti spinge al confronto con te stesso e con la vita.
Lidia Ravera disegna con linguaggio fresco, ironico e fortemente critico, quel legame naturale eppure misterioso che unisce due esseri umani dalla nascita, collocandolo nella confusione esistenziale e sentimentale di un mondo sempre più segnato dalla mancanza di rapporti reali, e ci spinge a indagare il nostro profondo e umano bisogno di “sorellanza”.
Molto intimistico, scarno di colpi di scena e poca verve delle protagoniste creano uno spettacolo abbastanza coerente con le problematiche proposte, ma a volte lento e stancante dal punto dei tempi scenici, meglio Nicoletta Fabbri che Marina Massironi, ma nel complesso un lavoro sopra la sufficienza dove a volte traspira il Pathos del legame forte ed indissolubile che unisce due sorelle anche se
costrette a separarsi per una causa non certo scelta da loro. Mi sono meravigliato perché tutti, in sala, ridevano. Ridevo malinconicamente anche io, delle fantasiose iperboli dietro cui la piccola Angelica occulta un dolore che non riesce a nominare. Una buona trasposizione teatrale del testo di Lidia Ravera, ma forse rappresentato con troppo intimismo dalle due attrici. Il pubblico segue ed applaude al calar del sipario ma ci appare con non grande calore, forse per il tema molto scevro da istanti di grande teatralità e la monotonia dei dialoghi attraverso lettere tra le due sorelle rende il parterre non completamente entusiasta.
tratto dal romanzo 𝑺𝒐𝒓𝒆𝒍𝒍𝒆 𝐝𝐢 𝐋𝐢𝐝𝐢𝐚 𝐑𝐚𝐯𝐞𝐫𝐚 (edizioni Bompiani)
adattamento di Marina Massironi e Nicoletta Fabbri
con Marina Massironi e Nicoletta Fabbri
regia di Elisabetta Ratti
scene Maria Spazzi
costumi Narguess Hatami
assistente alla regia Chiara Senesi
assistente scenografa Francesca Guarnone
tecnico di scena Martina Ciavatta
foto Marina Alessi
produzione Pickford – Nidodiragno/CMC
Enrico Liotti
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