Giovedì 11 giugno 2020 – Ore 12.00
Giovedì 11 giugno 2020, alle ore 12.00, a Gioia Tauro (Reggio Calabria), il Museo archeologico Mètauros, dedicherà allo studioso rosarnese Giuseppe Valarioti, in occasione del quarantennale della sua scomparsa, la saletta conferenze del suo Museo.
Per via delle restrizioni previste dall’emergenza COVID-19, l’evento si svolgerà a porte chiuse ma sarà visibile in diretta streaming sulla pagina Facebook del Museo archeologico Metauròs.
Giuseppe “Peppe” Valarioti, era un insegnante precario di lettere e, da giovane consigliere comunale, aveva inaugurato una nuova stagione politica, denunciando apertamente il potere mafioso, le connivenze e lo sfruttamento dei lavoratori della Piana di Gioia Tauro. Il suo nome è diventato nel tempo un simbolo della lotta antimafia, ma Valarioti non era solo un politico, era anche uno studioso che amava l’archeologia e l’arte, aveva pubblicato numerosi scritti sul patrimonio culturale della sua terra e credeva che la cultura fosse l’unico strumento per contrastare la ‘ndrangheta e offrire ai giovani un’alternativa. Una figura, quindi, in linea con la missione del Museo archeologico Metauròs che, da oggi, oltre alle storie dei greci e dei romani avrà la possibilità di raccontare ai suoi visitatori, per lo più scolaresche, anche quella di Giuseppe Valarioti, affinchè la memoria non sia solo ideale ma possa tramutarsi in azioni concrete capaci di creare cambiamento a partire dalle giovani generazioni.
Alla cerimonia saranno presenti le sorelle Francesca, Angela e Teresa e la nipote di Valarioti Vanessa Ciurleo; l’on. Peppino Lavorato, già sindaco di Rosarno; il funzionario referente del Museo Simona Bruni e il sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio. La giornata sarà arricchita dai contributi video del direttore della Direzione regionale Musei Calabria Antonella Cucciniello; di Alessio Magro, autore del libro “Il caso Valarioti”; di Francesca Chirico di Stopndrangheta.it e dell’assessore alla Cultura del comune di Gioia Tauro Carmen Moliterno, che saranno condivisi sui canali social del Museo.
E.L.