Il capolavoro di Agnès Varda, film simbolo della Nouvelle Vague, lunedì 22 giugno in versione originale al Cinemazero di Pordenone, Visionario di Udine e Ariston di Trieste
Si sono riaccese da poco le luci dei cinema della nostra regione ed è già tempo di immergerci nella visione di grandi film d’autore con tre imperdibili appuntamenti per tutti gli amanti della settima arte!
Il primo in programma è CLÉO DALLE 5 ALLE 7, il capolavoro di Agnés Varda, che sarà proposto in versione originale con sottotitoli in italiano lunedì 22 giugno al Cinemazero di Pordenone alle 21.00, al Visionario di Udine alle 19.30 (in programmazione anche martedì 23 alle 21.30) e al Cinema Ariston di Trieste alle 16.00 e alle 21.00 (in programmazione anche il giorno seguente con lo stesso orario).
Il film, girato nel 1962 e considerato una pietra miliare del cinema della Nouvelle Vague, è un racconto delicato e penetrante che vaga nella psiche della giovane cantante Cléo Victoire (interpretata da Corinne Marchand), seguendone passo dopo passo l’evoluzione nell’arco di sole due ore (dalle 5 alle 7, appunto).
Tutta la pellicola si concentra nella narrazione cronologica di queste due ore pomeridiane del solstizio d’estate, in cui la smarrita protagonista vagabondeggia per una Parigi caotica, alla ricerca di una serenità che ha perso di fronte alla paura della morte, presentatasi sotto la forma di una potenziale malattia, il cui esame diagnostico attende per fine giornata.
Il film, come ha sottolineato più volte la stessa Agnès Varda, prima donna a ricevere l’Oscar alla carriera, deve essere considerato diviso in due parti distinte: una prima parte (i primi 45 minuti) nei quali Cleo è vista dagli altri, ossia ne subisce le attenzioni e deve stare al loro gioco, assecondandoli e recitando una parte già scritta; una seconda parte nei quali invece Cleo guarda gli altri, ossia assume un atteggiamento attivo verso il mondo e decide autonomamente della propria vita.
“Ovunque vada” ha dichiarato la regista nel 2012 in occasione della presentazione del restauro del film al festival di Cannes “anche in giro per il mondo, mi parlano di Cléo e piovono i complimenti. Tutti questi fiori e corone sul mio lavoro avrebbero potuto stordirmi o rendermi pretenziosa. No. Se sono stati scritti bellissimi testi e belle lettere è perché il film, interpretato da attori eccellenti, e il suo soggetto suscitano emozioni e riflessioni. Il mio progetto è stato compreso bene: misurare il tempo, quello degli orologi, un minuto dopo l’altro, alla luce della preoccupazione di Cléo, seguendo il ritmo disuguale e soggettivo delle sue sensazioni. Avevo in testa un metronomo in continuo movimento e un assolo di violino, commovente. Desideravo che a essere udito fosse il violino. […] Adesso so che Cléo esiste come personaggio cinematografico capace di vivere nei ricordi.”
I grandi film d’autore torneranno poi lunedì 29 giugno con Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe, film d’animazione incentrato sulla vita del regista surrealista Luis Buñuel e lunedì 8 luglio con Andrej Tarkovskij. Il cinema come preghiera, un percorso guidato nel cinema di Tarkovskij, rivolto soprattutto a chi conosce poco l’opera del maestro.