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Una favola può essere tale anche senza lieto fine?

Una favola può essere tale anche senza lieto fine?

E’ un modo un po’ alternativo per intitolare un articolo che ha a che fare con una partita di calcio, ma racchiude più che altro la stagione di una delle principali protagoniste della serie B, il Pordenone.

Quei ramarri al primo anno fra i cadetti, partiti per salvarsi e fare un campionato tranquillo, arrivati a giocarsi la finale per la promozione in serie A. A Trieste però non è arrivato il lieto fine con gli uomini di Tesser eliminati da un Frosinone che ha sfruttato i primi 15 minuti non particolarmente buoni dei padroni di casa portandosi sul doppio vantaggio con le reti di Ciano al 7’ e Novakovich al 15’. E così l’1 a 0 di Frosinone che avrebbe permesso ai friulani di raggiungere un’altra favola stagionale, lo Spezia, nella finale per la massima categoria si è infranta in una non particolarmente fresca sera d’estate.

Neroverdi poco propositivi nel resto del primo tempo ma capaci nella ripresa di creare diverse palle gol. Tentativi di testa di Bocalon, punizione di Burrai deviata in angolo e ancora Bocalon. Ci provano ancora Tremolada e due volte Strizzolo con l’ultimo tentativo di testa al 95’ che esce di un nulla e mette la parola fine su una favola chiamata serie A.

Nel titolo ci siamo chiesti se c’è il lieto fine, il punteggio del campo dice di no, sarebbe bastato solo un gol al Pordenone per continuare nei playoff, ma la stagione del club del presidente Lovisa può essere comunque considerata una favola, per quanto dimostrato sul campo, per la compattezza difensiva e il buon gioco, per l’attaccamento alla maglia e per essere riusciti a far conoscere una realtà di provincia fatta di programmazione, buone idee, dedizione al lavoro e voglia di stupire mantenendo sempre i piedi per terra senza parole fuori posto o petto in fuori quando la classifica diceva, per diversi tratti del campionato, secondo posto e promozione diretta.

Nel girono di ritorno e dopo la pausa forzata il rendimento del Pordenone è calato, certo, ma il quarto posto mettendo diverse squadre più blasonate e con l’obiettivo vero serie A, alle spalle dà il giusto tributo a quanto fatto dagli uomini di Tesser che ancora una volta, dalla panchina, è riuscito a stupire e dare del filo da torcere a tutti.

L’epilogo non è un lieto fine ma l’accoglienza dei tifosi a notte fonda di rientro da Trieste sa comunque di successo per tutto il club che è riuscito ad accendere i riflettori su un pezzettino di mondo dove il lavoro viene molto prima delle chiacchiere e dei proclami.

Ora dopo il normale dispiacere c’è da ributtarsi su una stagione di B che inizia fra poco più di 40 giorni augurandoci che gli elementi cardine di questa favola restino al proprio posto, che la soluzione stadio possa accontentare tutti e che si continui a mantenere l’attenzione su una bella realtà.

Dall’inviato a Trieste

Rudi Buset

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About Rudi Buset

Pubblicista iscritto all'Albo dei giornalisti dal 2013 Diplomato presso l’ITC Einaudi nel 2007, lavora presso una carpenteria leggera artigiana. Impegnato nel sociale e in politica, da anni collabora con diverse realtà del suo territorio con particolare attenzione al mondo dell’associazionismo. Appassionato di tutto ciò che riguarda l’uomo in quanto “animale politico” oltre che allo sport (in primis il calcio).

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