PORDENONELEGGE 2020,
UN VACCINO CONTRO LA PAURA
È SALDAMENTE POSITIVO IL BILANCIO DELLA 21^ EDIZIONE DELLA FESTA DEL LIBRO CON GLI AUTORI, CHE HA ONORATO I SUOI 141 EVENTI IN PRESENZA, PORTANDOLI IN ITALIA E NEL MONDO GRAZIE ALLA PNLEGGE WEB TV. “CURA” LA PAROLA CHIAVE DI QUESTA EDIZIONE CORAGGIOSA MA INSIEME RISPETTOSA DELLE NORME DI SICUREZZA. OLTRE 251MILA VISUALIZZAZIONI NEI PRIMI 3 GIORNI DEL FESTIVAL, OLTRE 50MILA VISUALIZZAZIONI VIDEO PER LA LEZIONE SULLA FRATELLANZA DELLO PSICOANALISTA MASSIMO RECALCATI, OLTRE 481MILA CONTATTI FACEBOOK IN 3 GIORNI.
A POCHE ORE DALLA CONCLUSIONE, LO SGUARDO PUNTA ANCHE ALLA 22^ EDIZIONE CON PROGETTI CHE GUARDANO AI CITTADINI, AI LAVORATORI, ALLA SOCIETA’: PERCHE’ FARE E FRUIRE CULTURA NON SIA MAI PIU’ UN CONCETTO ELITARIO.
PORDENONE – Pordenonelegge 2020, ovvero un “vaccino contro la paura”: a poche ore dalla sua conclusione la Festa del Libro con gli Autori registra, in questa edizione decisamente coraggiosa e “speciale”, l’affetto e l’entusiasmo del pubblico. Quello in presenza, e insieme i tantissimi videospettatori – centinaia di migliaia, secondo i primi conteggi – che, da mercoledì 16 fino a domenica 20 settembre, hanno seguito gli incontri di questa edizione. Lo annuncia, in un primo bilancio, il presidente di Fondazione Pordenonelegge Michelangelo Agrusti: «La scelta di non limitarci a proporre un festival da remoto, con soli collegamenti digitali, è stata premiata dal pubblico e dalla città. Nel fine settimana abbiamo assistito ad una “movida responsabile”, un flusso di cittadini e turisti controllato e consapevole. Siamo riusciti a rinnovare quell’ “effetto comunità” che è uno degli aspetti caratterizzanti del festival: e lo abbiamo ritrovato nel cuore di Pordenone, ottemperando scrupolosamente alle norme di sicurezza imposte da quest’anno pandemico. I tempi non sono semplici e sappiamo bene che le regole vanno rispettate». All’incontro stampa, come da tradizione programmato nella giornata conclusiva di pordenonelegge, hanno preso parte con il presidente Agrusti il direttore di Fondazione Pordenonelegge Michela Zin e i tre curatori del festival: Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet. E in un anno di scelte complesse e coraggiose, la prima scommessa vinta è stata senz’altro quella della PNlegge web TV, il canale di comunicazione che ha garantito la fruizione del festival anche da remoto a tutti, con una media di 6 eventi proposti ogni giorno in diretta streaming, e con oltre 40 incontri che saranno proposti le prossime settimane in differita, insieme a interviste, approfondimenti e altri contenuti “extra”. Il primo bilancio di pordenonelegge 2020 poggia proprio sul grande impegno profuso nella PNlegge TV, in sinergia con Videe riprese televisive, e su numeri importanti: «abbiamo subito avuto la sensazione che le cose stessero andando molto bene e lo hanno confermato i primi numeri – hanno spiegato i curatori – Dati ancora parziali ma che attestano, per i primi 3 giorni, ben 481mila contatti per la pagina facebook di pordenonelegge, ovvero le cifre dei primi 3 giorni dell’edizione 2019 moltiplicati per 7. E ancora: le visualizzazioni degli eventi della PNlegge web TV sono state ben 251mila nei primi 3 giorni (contando la messa online del palinsesto TV su youtube, facebook e sul sito del festival), mentre la sola diretta dell’inaugurazione di pordenonelegge, mercoledì sera, con la lezione dello psicoanalista Massimo Recalcati dedicata alla Fratellanza, ha registrato ben oltre 50mila visualizzazioni complessive fra lo streaming proposto da Rai cultura e i canali video di pordenonelegge. La PNlegge TV, quindi, come un grande progresso di questa edizione e un prezioso valore aggiunto anche per quelle future».
Altri dati contrassegnano i cinque giorni di pordenonelegge 2020: i 141 incontri e gli oltre 250 protagonisti al festival con 30 anteprime editoriali, i 70 eventi ripresi per il palinsesto della PNlegge TV, le tante location – una ventina circa – di un festival “diffuso” fra il centro storico cittadino e i 7 Comuni coinvolti nella provincia di Pordenone (Azzano Decimo, Casarsa, Cordenons, Maniago, Sacile, S. Vito al Tagliamento, Spilimbergo). «A pochi giorni dal via, l’aumento della capienza da 200 a 360 posti al Teatro Verdi ci ha permesso di riaprire le prenotazioni – ha ricordato il Presidente Agrusti – e l’immediato feedback di un migliaio di richieste ci ha subito dato il segno del grande entusiasmo del pubblico per una partecipazione in presenza».
Molti i ringraziamenti rivolti stamane dal Presidente di Fondazione Pordenonelegge: «a chi ha operato nella macchina organizzativa, innanzitutto; alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine, che si sono impegnati quotidianamente perché tutto andasse per il meglio, con professionalità ma anche con affettuosa adesione alla manifestazione. Agli “Angeli”, i giovani volontari del festival – quest’anno 180 – gentili e tenaci, operativi anche per il servizio d’ordine e la garanzia del rispetto delle misure di sicurezza. Ai media per aver raccontato la Festa del Libro a livello locale e nazionale, al media partner RAI che ha seguito capillarmente pordenonelegge 2020 con programmi, dirette e servizi dedicati, attraverso il lavoro di inviati e corrispondenti».
Insieme a “coraggio”, “cura” è stata parola chiave della Festa del Libro: «un’attenzione all’altro, alle persone le persone, all’ordine, alla cortesia reciproca – ha spiegato il direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario Villalta – E un concetto chiave di questa edizione è senz’altro quello al “valore reputazionale” del festival: in un’edizione che necessariamente ha dovuto limitare i flussi di visitatori, riducendo l’indotto economico immediato sul territorio, lo streaming TV della città e del suo festival ha invece capitalizzato un prezioso valore socio-economico, che esplicherà le sue potenzialità sulla media e lunga distanza».
Intanto lo sguardo è già rivolto al futuro e ai progetti per le prossime edizioni: in questo 2020 siamo partiti “arruolando” i Comuni della nostra provincia – ha concluso il presidente Agrusti – Nella prossima vorremmo che il “festival diffuso” potesse arrivare anche alle fabbriche della città e dell’hinterland, con i suoi eventi, per allontanare, una volta per tutte, la visione elitaria della cultura e della sua fruizione».