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Basi teoriche del teatro europeo (prima parte)

Basi teoriche del teatro europeo (prima parte)

La storia del teatro, e proprio la storia del teatro in Europa è una materia interessante per molti studiosi, perché presenta grande interesse per l’antropologia sociale.(il teatro significa esame della narrazione storica e le caratteristiche di un’epoca) ma anche per la storia di drammaturgia perché significa il fatto artistico e l’ estetica della vita e dei popoli.

L’ermeneutica del teatro greco antico ha dato la forma del teatro che conosciamo oggi. La domanda era, ma rimasta ancora, come possiamo vedere il fondamento dionisiaco del teatro greco? Secondo Huizinga il teatro greco antico esiste nella metafora, nel rito e nel culto, mentre altri credevano che il teatro greco antico, è una produttiva del mimo, nel quale si realizza il diventare altro da sé dell’ attore, che trova la propria espressione visibile nel mascheramento. (Per esempio, ricordate Stanislawsky quando ha parlato per il teatro greco antico). Però possiamo vedere anche l’ opinioni di Frinico quando lui vedeva la struttura della tragedia come condizionato e condizionante, in modo che ”Il sentimento di tensione teatrale fosse percepibile anche nell’ otticamente afferrabile mutare delle scene”. Sicuramente c’è una differenza fra teatro- spettacolo e teatro – teatrale. Il primo comincia dopo di periodo classica e il secondo esiste con Eschilo, Sofocle, e Euripide.

Un’altra vista che possiamo vedere per la commedia e la tragedia Greca, è quella che sostiene che la commedia e la tragedia della Grecia antica non sono letteratura ma partitura.(cioè libretto, canovaccio, copione). Da qui comincia la nuova forma di teatro, la nuova cultura quanto riguarda il teatro, perché vedeva le opere classiche con un’ altro sguardo. Con altre parole possiamo dire che i testi che ci sono rimasti, oltre che per il loro contenuto ideale e poetico, vanno interpretati in rapporto comparativo con le antichità teatrali che ci sono pervenute nel campo delle arti figurative, come supposizione anche di tutti gli ulteriori componenti della transitoria opera teatrale, come ipotesi di partitura anche per la forma della messa in scena, per l’arte degli attori, per la scenografia, i costumi, le maschere, per la musica e la danza.

Cosi il teatro come forma e contenuto proprio nel Medioevo prende un carattera liturgico religioso. Per esempio le forme particolari della vita drammatica-teatrale di Bisanzio siano in perfetto parallelo con le particolarità dell’ arte figurativa bizantina. Cosi ci permettano di stabilire se il più interessante e famoso dramma cristiano-bizantino, il Christos Paschon, sia stato rappresentato scenicamente, o solo recitato in Santa Sofia. E poi con il teatro liturgico dell’Occidente Europeo il primato appartiene alla trattazione mimica ed ai gesti, che avevano cultuale solennità e significato simbolico, mentre la parola ha dapprima solo una funzione interpretativa. I misteri francesi danno significatoin scena, con l’ intera piazza nella quale lo spettacolo ha luogo, cosi costruiscono un ampio palco, sul quale le diverse ”mansions” stanno in fila l’una appresso all’altra.

Nel teatro di rinascimento la gerarchia dei valori ha cambiato, cosi la parola non è più interpretazione dell’azione simbolica o del gesto simbolico, ma gesto e azione, sono elementi esplicativi ed interpretativi della parola. Il testo drammatico è sostanziale al concetto di teatro, ma va sempre considerato come elemento condizionante del fatto spettacolare. Quanto più espressiva diventa la parola, tanto più il gesto è differenziato e misurato, e tanto più peso viene attribuito alla mimica del volto. La parola non determina mai lo stile rappresentativo, che nasce nella Rinascenza della tradizione giullaresca e dalle usanze comiche e cosi la fatica degli Umanisti attorno ai testi degli antichi poeti, il ritrovamento di molti testi drammatici dell’antichità, non potevano chiarirne la ”forma teatrale”.

La visione figurativa del Rinascimento sia stata a sua volta condizionante della struttura drammatica della ”commedia erudita”. Cosi abbiamo una nuova prospettiva e una nuova concezione della scena, la ”commedia erudita” si pone dei limiti assai stretti con le sue tre unità. (La visione figurativa come parola e gesto, la scenografia e il contenuto, come concetto di teatro, o come testo drammatico, questo è lo schema che appartiene la scena unitaria.) In opposizione al bisogno di completezza della rappresentazione simultanea medievale, la drammaturgia rinascimentale, per rispetto a questa unità,ed ora anche in possesso della nuova rappresentazione prospettica, si allontana da quei temi che non si lasciano adeguare alla scena unitaria. Si trascurano gli avvenimenti, che però vengono mantenuti in prospettico ”raccourci”.

Dopo questo fatto teatrale, le rappresentazioni fossero sempre parte integrante di splendide feste,nelle quali il pubblico, pur criticamente distaccato,entrava come comprimario: onde il nascere delle nuove architetture teatrali, e come la gioia degli occhi avesse in questo sviluppo teatrale una parte importantissima. Le prime rappresentazioni alla corte spagnola a Calderon, e dalla Commedia dell’arte agli splendori scenografici dell’opera e del balletto italiano, hanno la base sul valore autonomo dello spettacolo cosi come acquista il teatro la forma in Europa nel secolo XVII.

Come leggiamo nel sito .libreriamo.it «Il teatro elisabettiano si innalza vertiginosamente il livello artistico, con B. Jonson, C. Marlowe e W. Shakespeare. Verso la metà del Settecento nasce un nuovo genere, il dramma borghese, una rappresentazione realistica delle vicende umane. L’Ottocento è dominato dal Romanticismo con le sue tragedie che esaltano la soggettività e il mito per finire al dramma borghese. Il Novecento si apre con la rivoluzione copernicana della centralità dell’attore ma a dirigere la pièce c’è il regista che cura lo spettacolo. Un teatro “moderno” che si caratterizza per l’introspezione e per una serie di espediente per superare gli stilemi classici. Una modernità che rinasce con tanti generi e stili, dal Futurismo fino all’assurdo di Beckett passando dal metateatro e la rivoluzione di Stanislavskij.»

Secondo la storia di teatro, il teatro di Europa fiorì durante il 18° secolo. In questa epoca il teatro prende la forma della estetica che conosciamo oggi. E come leggiamo nel sito Clubsandu.com «Nel 18 ° secolo, David Garrick, un attore, direttore e drammaturgo, ristrutturato lo stadio in modo che il pubblico è rimasto completamente separato da esso. Gli attori mantenuto le loro azioni per la zona dietro il proscenio, la sezione del teatro tra la barriera e l’orchestra. La maggior parte dei teatri europei limitato l’azione del gioco esclusivamente a questa zona, ma alcuni teatri inglesi usati anche un proscenio estesa o grembiule. Due porte sul boccascena separati grembiule dal resto del palco, e per la prima metà del secolo, più recitazione in teatro inglese in realtà ha avuto luogo il proscenio…Al fine di rendere le scene appaiono più vividi, l’architetto Giovanni Battista Aleotti progettato un teatro con un arco permanente lo scopo di inquadrare il paesaggio. Inoltre, per dare maggiore profondità e la prospettiva per il paesaggio, i progettisti hanno iniziato a dipingere paesaggi su ali parallele che si allontanava da parte del pubblico. Queste ali piatte anche fatto cambiare scenario più facile. Le ali per le impostazioni successive riposavano appena dietro le quinte per l’impostazione attuale. Quando il paesaggio necessario cambiare, i macchinisti semplicemente rimosse le ali anteriori e poste nella parte posteriore…La struttura complessiva della zona teatro e stadio contribuito all’effetto e l’efficienza di acustica. Teatri chiusi con progetti di costruzione ovale e ellissoidali a gara tra loro per determinare quale layout aiutato l’acustica migliore. Inoltre, l’arco che separa il proscenio da parte del pubblico ha contribuito a evitare che il rumore del pubblico da smorzando le linee degli attori, e soffitti a volta sopra il palco ulteriormente amplificati i rumori del gioco.»

Alla fine della seconda guerra mondiale il teatro dell’Europa accetta una nuova estetica. Il teatro fuori della realtà concreta fuori del mondo reale, e quindi irreale, si tratta in fondo di un concetto analogo a quello proposto da Croce in poesia e non poesia. Il teatro è il riflesso dell’epoca e cosi l’attore (anche il regista) abbraccia totalmente la sua epoca. L’uomo nella scena di teatro esiste nella duplice dimensione: è corpo esteriorità e anima interiorità l’attore vede e crede il vedere e la verità non è poi quella universale, ma quella soggettiva che esprima l’attore in scena. Henri-René Lenormand, che ha scritto drammi con con un’ambientazione esotica anche François Mauriac,con un esistenzialismo, e Jean Jacques Bernard, con il “Teatro di Silenzio” un teatro che le poche parole si al temano a lunghe pause di significativo silenzio, e Jean Giraudoux, con un teatro psicoanalitico, Jean Anouilh, anche Bertolt Brecht, tutti aprono le porte per un teatro nuovo in Europa.

*Apostolos Apostolou

Scrittore e Docente di Filosofia

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