Joseph and the Amazing Technicholor Dreamcoat è il primo capitolo della brillante collaborazione tra due maestri del musical come Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, che negli anni seguenti ci avrebbero regalato capolavori come Jesus Christ Superstar ed Evita. Joseph fu rappresentato per la prima volta a Londra in una scuola: il preside aveva richiesto ai giovanissimi Webber e Rice di comporre un musical originale per la recita di fine anno. Il risultato fu una prima versione dell’opera della durata di quindici minuti circa. Negli anni seguenti il musical fu completato fino a giungere alla versione definitiva, che debuttò a Londra nel giugno 1991, e divenne subito un campione d’incassi. Nel 1999 è stata anche realizzata un’edizione per l’home video interpretata, tra gli altri, da Richard Attenborough, Joan Collins, Maria Friedman e Donny Osmond.
La vicenda è tratta dal Vecchio Testamento e narra la storia di Giacobbe e dei suoi dodici figli. Giuseppe, il prediletto, capace di interpretare i sogni quando indossa il suo cappotto con i colori dell’arcobaleno, scatena l’invidia dei suoi fratelli che decidono di liberarsi di lui. Il ragazzo finisce in schiavitù, ma il faraone, venuto a conoscenza delle sue capacità predittive, decide di nominarlo Ministro dell’Agricoltura: Giuseppe riesce a organizzare i raccolti nel migliore dei modi, e l’Egitto conosce un periodo di eccezionale prosperità. Lo stesso non accade a Canaan, dove Giacobbe e i suoi figli rimpiangono la prosperità del passato. I fratelli decidono così di recarsi in Egitto per chiedere carità: vengono ricevuti da Giuseppe, che li riconosce ma non viene riconosciuto. Egli decide allora di giocare loro uno scherzo, nascondendo nel sacco di Beniamino una preziosissima coppa: Giuseppe li accusa di furto e i fratelli si prostrano ai suoi piedi per chiedergli perdono. Giuseppe si convince così della loro buona fede e rivela finalmente la sua identità. La famiglia è così riunita e vive con felicità e prosperità.
Dopo essere stato applaudito anche al Rossetti nell’edizione italiana interpretata da Antonello Angiolillo, Joseph arriva ora nell’edizione originale inglese diretta da Bill Kenwright (che ha già portato a Trieste la sua applauditissima Evita). Lo spettacolo, desunto dall’edizione del West End del 2007, sottolinea con grande brio la varietà stilistica della partitura di Webber. Per il numero “country”, One More Angel in Heaven, i fratelli di Giuseppe diventano degli scatenatissimi cowboy, mentre per la francesizzante Those Canaan Days si trasformano in seducenti chansonnier. Non mancano poi le ambientazioni caraibiche per il numero reggae Benjamin Calypso, mentre il faraone egiziano si veste dei panni di Elvis per la sua Song of the King. Una festa di fine anno per il pubblico del Rossetti, che vedrà in scena anche un nutrito cast di bambini triestini.
La vicenda è tratta dal Vecchio Testamento e narra la storia di Giacobbe e dei suoi dodici figli. Giuseppe, il prediletto, capace di interpretare i sogni quando indossa il suo cappotto con i colori dell’arcobaleno, scatena l’invidia dei suoi fratelli che decidono di liberarsi di lui. Il ragazzo finisce in schiavitù, ma il faraone, venuto a conoscenza delle sue capacità predittive, decide di nominarlo Ministro dell’Agricoltura: Giuseppe riesce a organizzare i raccolti nel migliore dei modi, e l’Egitto conosce un periodo di eccezionale prosperità. Lo stesso non accade a Canaan, dove Giacobbe e i suoi figli rimpiangono la prosperità del passato. I fratelli decidono così di recarsi in Egitto per chiedere carità: vengono ricevuti da Giuseppe, che li riconosce ma non viene riconosciuto. Egli decide allora di giocare loro uno scherzo, nascondendo nel sacco di Beniamino una preziosissima coppa: Giuseppe li accusa di furto e i fratelli si prostrano ai suoi piedi per chiedergli perdono. Giuseppe si convince così della loro buona fede e rivela finalmente la sua identità. La famiglia è così riunita e vive con felicità e prosperità.
Dopo essere stato applaudito anche al Rossetti nell’edizione italiana interpretata da Antonello Angiolillo, Joseph arriva ora nell’edizione originale inglese diretta da Bill Kenwright (che ha già portato a Trieste la sua applauditissima Evita). Lo spettacolo, desunto dall’edizione del West End del 2007, sottolinea con grande brio la varietà stilistica della partitura di Webber. Per il numero “country”, One More Angel in Heaven, i fratelli di Giuseppe diventano degli scatenatissimi cowboy, mentre per la francesizzante Those Canaan Days si trasformano in seducenti chansonnier. Non mancano poi le ambientazioni caraibiche per il numero reggae Benjamin Calypso, mentre il faraone egiziano si veste dei panni di Elvis per la sua Song of the King. Una festa di fine anno per il pubblico del Rossetti, che vedrà in scena anche un nutrito cast di bambini triestini.