Questa serie originale Amazon Prime ha come protagonisti una improbabile coppia di investigatori del paranormale: il solitario Gus Roberts (Nick Frost), ingegnere sovrappeso esperto di connessioni Internet, e l’impacciato e tremebondo Elton John (Samson Kayo). Dopo gli inevitabili attriti iniziali, i due vanno ovviamente a formare una coppia a suo modo affiatata.
La serie, articolata in otto episodi lunghi circa mezz’ora, racconta le sgangherate avventure dei due personaggi, il cui sodalizio si allarga lungo la narrazione alla sorella agorafobica di Elton, Helen (Susan Wokoma), e alla misteriosa Astrid (la bravissima Emma D’Arcy).
Ognuno degli episodi racconta una storia autonoma e da questo punto di vista sono autoconclusivi, ma in realtà ogni volta vengono aggiunti degli elementi che ben presto permettono allo spettatore di rendersi conto di avere in mano i tasselli di un puzzle molto più ampio.
La narrazione accelera nel finale, nel quale i nostri eroi dovranno lottare contro una setta di cospiratori che – ovviamente – potrebbe spazzare via l’umanità dalla faccia della terra. Contemporaneamente, come da copione, dovranno fare i conti con il loro passato e le loro paure. Lasciando alla fine la porta aperta alla prossima stagione…
Truth Seekers: tutti gli stereotipi dell’horror calati nell’universo cospirazionista post-moderno
Negli episodi ritroviamo tutte le situazioni e le ambientazioni tipiche del mondo paranormale e del genere horror: case con stanze segrete, alberghi con camere dove è meglio non mettere piede, bambole di pezza possedute da spiriti maligni, ospedali infestati da presenze oscure, libri diabolici scritti con il sangue sulla pelle umana, creature misteriose che aggirano nelle campagne, sette i cui proseliti sono pronti a ogni atrocità pur di raggiungere i loro scopi oscuri, e molto altro.
Il tutto calato nel mondo post-moderno, multimediale e inesorabilmente interconnesso. Non per niente, i due protagonisti lavorano per la Smyle, Internet Company il cui obiettivo dichiarato è di raggiungere la copertura 6G del 100% del territorio britannico. E il loro capo Dave (Simon Pegg), si rivelerà essere non del tutto estraneo alla setta contro cui lottano i nostri eroi. Ma questo aspetto sarà probabilmente approfondito nella prossima stagione.
Gus nel suo tempo libero gestisce un piccolo canale YouTube – The Truth Seeker, che dà il nome alla serie – nel quale registra le sue scarse performance da investigatore dell’occulto. La sorella di Elton, Helena, è una makup-vlogger patita di cosplay. Il padre di Gus (Malcolm McDowell) cerca maldestramente di familiarizzare con le nuove tecnologie della comunicazione, con risultati non eccelsi. E la battaglia contro la setta dei cattivi, capitanata dal Dr. Peter Toynbee (Jiulian Barratt), sarà combattuta anche grazie alla tecnologia 6G.
Insomma in questa serie vengono mescolati tutti gli stereotipi del genere horror, calati in una società dominata dalle tecnologie della comunicazione, in cui cercare la popolarità sui media è normale, anche per i misantropi come Gus o per chi ha seri problemi ad avere una vita sociale soddisfacente, come Helen. Ennesima dimostrazione di come film e serie tv sono uno specchio della società nelle quali vengono prodotti.
Truth Seekers: un mix tra horror e commedia inglese, forse troppo ambizioso…
I nomi di Simon Pegg e Nick Frost fanno subito venire in mente la trilogia del cornetto (Shaun of the Dead, Hot Fuzz, The World’s End), da loro realizzata assieme a Edward Wright. Tre film di successo, nei quali l’ironia tipicamente britannica ha contaminato il genere horror-splatter, in quello che in definitiva è un omaggio a famose pellicole di un filone cinematografico di nicchia.
La serie True Seeker cerca evidentemente di ripetere questa formula vincente, ma va detto che la comicità è sempre sotto traccia. Guardando questa serie TV si sorride in alcuni passaggi, ma la componente soprannaturale-fantascientifica è prevalente. E l’ansia citazionistica degli autori forse ha danneggiato sia la leggibilità della storia che l’equilibrio tra orrore e commedia, rischiando di produrre un ibrido poco godibile per il grande pubblico.
Probabilmente è stata eccessiva la pretesa di mettere insieme troppi riferimenti cinematografici in sole 4 ore di durata della serie. Anche se il tentativo è lodevole, e un vero appassionato dei generi citati non può che essere grato dello sforzo fatto, la narrazione tende a perdersi in un guazzabuglio di eventi dal ritmo sincopato.
Truth Seekers, in definitiva, è un prodotto di nicchia, che probabilmente sarà apprezzato, nonostante i suoi limiti, da quanti hanno gradito lo stile dei film della trilogia del cornetto.
Alessandro Marotta