A Pordenone, in un Teatro Comunale Giuseppe Verdi rigorosamente chiuso al pubblico, si avviano al termine le prove, iniziate lunedì, per 52 musicisti dell’Orchestra San Marco di Pordenone diretti da Günter Buchwald nell’accompagnamento di Casanova (1927), il film di Alexandre Volkoff con il divo Ivan Mosjoukine che avrebbe dovuto chiudere le Giornate del Cinema Muto 2020 e che invece sarà – situazione Covid permettendo – l’evento speciale di chiusura della 40a edizione delle Giornate del Cinema Muto, in programma dal 2 al 9 ottobre 2021.
Il progetto Casanova prevede anche la pubblicazione di un cofanetto dvd e blu-ray co-prodotto dalle Giornate del Cinema Muto con la Cinémathèque française. Ecco spiegato l’ampio anticipo delle prove rispetto all’appuntamento autunnale e la presenza in teatro di Stefano Amerio dello studio di registrazione ArteSuono. La musica, composta a partire dal 2018 da Günter Buchwald, è stata eseguita in pubblico una sola volta, nell’ottobre 2019 al Teatro di Friburgo, dalla locale Orchestra Filarmonica diretta dallo stesso Buchwald. All’evento delle Giornate, quasi una prima dopo le revisioni della partitura apportate dal compositore, seguirà la presentazione al Festival Lumière di Lione.
Sopravvissuto in frammenti, Casanova è stato magistralmente ricostruito per la Cinémathèque française da Renée Lichtig, un lungo lavoro completato nel 1985. Da quella copia, presentata anche alle Giornate nel 2003 a Sacile (nella stessa edizione fu assegnato a Renée Lichtig il premio Jean Mitry), la Cinémathèque ha recentemente realizzato un restauro digitale e scansionato in 4K le preziose scene colorate. Oltre all’interpretazione di Mosjoukine, una delle sue migliori performance come attore brillante, nel film emergono – come notava la stessa Lichtig – la maestosa regia di Volkoff, la scenografia barocca, la bellezza e la ricchezza dei costumi e i magnifici luoghi meravigliosamente fotografati. La sceneggiatura riprende gli elementi più vistosi della vita del grande seduttore veneziano, soprattutto gli amori (con palesi accenni erotici) e il desiderio di avventura, e si ripercorrono i suoi movimenti da Venezia, dove conduce una vita di piaceri ma da dove è costretto a fuggire, a Vienna, alla Russia zarista e di nuovo a Venezia, fino alla detenzione ai Piombi e alla rocambolesca evasione.