Anna Fox (Amy Adams) è una psicologa dell’infanzia che soffre di agorafobia, e vive di fatto da reclusa in una grande casa a New York, in compagnia del suo gatto. Ha una grande passione per i vecchi film noir, che guarda stordita dagli psicofarmaci e da solitarie bevute di vino.
Non potendo vivere una vita propria, si accontenta di guardare quella dei suoi vicini, che scruta dalle finestre della sua enorme magione. Per lei l’androne di ingresso della sua casa è una terra di confine che non può attraversare.
Finché una sera assiste all’omicidio di una donna nel palazzo di fronte. Cerca invano di aiutarla, ma si ritrova precipitata in una situazione da incubo, dove le sue certezze vengono spazzate via e nessuno sembra darle credito.
La verità, alla fine, verrà a galla, ma niente sarà più come prima.
La Donna alla Finestra: un omaggio alla Finestra sul Cortile di Hitchcock
La situazione iniziale del film ricorda chiaramente quella del capolavoro di Alfred Hitchcock, pellicola del 1954 che vede James Steward impersonare un fotografo, L.B. “Jeff” Jeffries, costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente, che curiosa nella vita dei vicini con l’aiuto di una macchina fotografica, e si trova a dovere scoprire l’autore di un efferato delitto, con l’aiuto di Lisa Carol Fremont, impersonata da una magnifica Grace Kelly.
Anche in La Donna alla Finestra la protagonista deve cercare di smascherare l’autore di un omicidio, essendo impossibilitata a uscire di casa sua. Ma, a differenza del personaggio interpretato da James Steward, sembra non avere nessuno al suo fianco, a parte il suo amico felino e uno scaffale di bottiglie da scolare.
E, soprattutto, le sue facoltà intellettuali sono annebbiate dai fantasmi del passato, dagli psicofarmaci e dall’alcol, mentre il Jeff de La Finestra sul Cortile è pienamente consapevole della situazione e può contare sulle sue facoltà intellettuali.
La Donna alla Finestra: una storia ben confezionata ma prevedibile e senza grosse sorprese
In effetti la situazione personale di Anna è così precaria da rendere anche non molto credibile il suo personaggio, che comunque domina la scena in tutte le sequenze del film, tanto da mortificare il ruolo degli altri interpreti, di fatto sprecando il talento di Gary Oldman, di Jennifer Jason Leight e di Julianne Moore.
Il regista, Joe Wright, ha fatto quello che ha potuto, regalando qualche inquadratura ricercata e immergendo lo spettatore nell’atmosferica claustrofobica del film, girato quasi tutto in interni, con solo otto personaggi che si muovono sulla scena.
Alcuni di essi sono poi del tutto privi di spessore e ridotti a ruoli stereotipati, senza arco narrativo. Anche quello della protagonista, comunque, appare essere alquanto forzato e scontato.
Il punto debole di questo film risiede proprio nella storia raccontata, spesso prevedibile e ingessata, alle volte confusionaria, non certo nella recitazione, visto anche il cast stellare utilizzato. Peccato.
La Donna alla Finestra: un film che non mantiene le promesse
Peccato anche perché il clima che si respira nella pellicola può all’inizio coinvolgere lo spettatore proprio per la situazione che Anna deve vivere suo malgrado: una non voluta reclusione a casa sua.
In tempo di pandemia e di lockdown che sembrano non avere una fine, è immediato immedesimarsi nella sua situazione disperata e disperante. Ma poi la storia comincia a stancare, causa la mancanza di originalità, di vere sorprese e di una struttura generale quasi da manualetto del thriller.
L’uscita di questo film è stata tra l’altro posticipata proprio a causa della pandemia da COVID-19, creando una certa aspettativa, visto anche il cast stellare utilizzato e il richiamo del nome dell’omonimo best-seller dal quale è tratto.
Purtroppo le aspettative sono state deluse.
Alessandro Marotta