Domenica 6 giugno alle 20 l’esibizione di giovani pianisti friulani e di studenti del Conservatorio di Castelfranco Veneto, che si confrontano con l’antica pratica polifonica del Discantus Aquileiensis e la pratica improvvisativa
AQUILEIA – Dalle pagine dei Codici antichi si alza la voce polifonica del discanto. A testimonianza di come la pratica musicale di origine medievale porti i suoi riflessi anche nella composizione improvvisativa contemporanea Piano City Pordenone e il Comune di Aquileia organizzano il concerto “L’improvviso Discanto”, in programma domenica 6 giugno alle 20 nella Basilica Patriarcale di Aquileia. Il concerto si svolgerà all’interno della Basilica Patriarcale di Aquileia, proprio per celebrare l’importanza spirituale e culturale che ebbe Aquileia, quale luogo crocevia di popoli e culture, crogiuolo della cultura anche musicale del centro Europa che ancora oggi si riverbera.
Suoneranno i giovani pianisti friulani Gaia Arena, Anna Zanforlini, Maria Zanforlini, Ludovico Fabbroni, Filippo Alberto Rosso, allievi dei maestri Lucia Grizzo e Gianni Della Libera e gli studenti del Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto Nicola Guidolin, Filippo Stocco e Lorenzo Tonon, tutti preparati per l’occasione dal maestro Bruno Cesselli.
Il concerto, reso possibile grazie al contributo della Fondazione Friuli e della Cassa Rurale FVG gode del sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, ed è realizzato grazie a SOCOBA, la Società per la conservazione della Basilica.
Nel corso del 2020 e del 2021 alcuni giovani e talentuosi pianisti hanno partecipato a un laboratorio permanente, strutturato in molti seminari collettivi e lezioni individuali, sotto la guida dei Maestri Bruno Cesselli, Gianni Della Libera e Lucia Grizzo, che hanno condotto gli allievi ad acquisire una consapevole pratica del discanto basato sull’interpretazione dei codici manoscritti.
Con questo minuzioso lavoro maestri e allievi hanno portato a nuova vita una tradizione improvvisativa che è tuttora una riconosciuta eccellenza della nostra regione e che i giovani musicisti spesso non conoscono e non hanno neppure possibilità di sperimentare a causa della difficoltà di reperire gli spartiti.
Il 2020 ha coinciso con il 600mo anno della conquista veneziana del Friuli, occasione divenuta suggestione per indagare e riproporre in modalità contemporanee il discanto, mediante l’interpretazione e la rilettura di pergamene e documenti risalenti a più di mille anni fa (Vox Codicum Manoscriptorum), conservate a Cividale, capitale del Patriarcato, e nella Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli.
Il discanto è una pratica musicale di origine medievale che trova la sua prima e più importante affermazione nel “Discantus Aquileiensis”. Si tratta di una forma di polifonia basata sulla collocazione di una voce aggiunta al di sopra del materiale musicale dato, parte superiore vocale o strumentale di un insieme prodotto da un complesso fonico oppure da uno strumento capace di crearla in autonomia, come il pianoforte. Nel discanto la voce superiore acquista una decisa importanza melodica intonando ampi melismi improvvisati. Quindi alla base del discanto c’è l’improvvisazione estemporanea, l’arte del “comporre eseguendo”, che è all’origine della Musica stessa.