Non era scontato riuscire a riportare, in serenità e numerose, le persone a teatro. Non era scontato riuscire a farlo in tempi relativamente brevi, lottando con regole giustamente ferree e molto restrittive, non era scontato riuscire a farlo con il jazz. Eppure Euritmica ci è riuscita, riempiendo per quattro sere – tanto è durata la prima edizione di Udin&Jazz winter, dal 28 al 31 maggio – il Teatro Palamostre alla massima capienza consentita, inanellando un “sold out” dietro l’altro. Un fatto che, di questi tempi, assume un significato più profondo perché testimonia il desiderio di ritrovare la normalità, di vedere uno squarcio di luce dopo tanto buio.
Fin dalla serata inaugurale del 28 maggio si sono notati, oltre le mascherine, lampi di felicità negli occhi delle persone per essere finalmente insieme, con la musica e per la musica.
Sul palco, dopo l’inaugurazione del festival e dell’anteprima della mostra “JAZZ PORTRAITS” (un racconto storico del festival curato da Luca A. d’Agostino attraverso 30 scatti d’autore di altrettanti grandi del jazz immortalati dai fotografi dell’AFIJ – Associazione Fotografi Italiani Jazz) e la presentazione di due pubblicazioni sulla mostra stessa e sullo spettacolo “John Coltrane – Un Amore supremo – Musica fra terra e cielo” (ed. KAPPA VU ed Euritmica), lo storico
Valerio Marchi e Nicoletta Oscuro hanno accompagnato il pubblico del Teatro Palamostre narrando i risvolti più profondi della vita di Trane, insieme alle note del “White Train” Francesco Bearzatti (ispiratissimo interprete del repertorio coltraniano), e dei compagni Luca Colussi e Gianpaolo Rinaldi.
Grande successo per la serata di sabato 29: al Teatro Palamostre è arrivato Enrico Rava in formazione “Special Edition” e il tutto esaurito raggiunto da giorni che ha dovuto respingere un pubblico che avrebbe riempito il Palamostre in tutta la sua capienza.
D’altronde, Enrico Rava è senza ombra di dubbio il jazzista italiano più conosciuto a livello mondiale, grazie ai sei decenni passati in giro per il globo a suonare, all’interminabile lista di star internazionali con cui ha collaborato nella sua lunghissima carriera, esibendosi ovunque nel mondo e per la sua indiscutibile tecnica ed espressività. Rava, a 82 anni, visibilmente emozionato per il ritorno sulle scene dal vivo, ha mantenuto intatta la sua voglia di suonare, di improvvisare, di immaginare, creare e scoprire nuovi talenti, che porta con sé sui palchi più prestigiosi. Su quello del Palamostre di Udine, per Udin&Jazz Winter, ha suonato con i suoi giovani e applauditissimi “Special Edition”: Giovanni Guidi al pianoforte, Francesco Diodati alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso, Enrico Morello alla batteria, e ancora uno straordinario Francesco Bearzatti al sax.
Domenica 30 maggio le nuvole si sono rincorse, regalando al cielo di Udine mille sfumature di blu. Un regalo fuori e dentro al Teatro, dove si sono svolti due concerti: il primo, in assonanza con il cielo, ha visto sul palco il duo Cojaniz-Feruglio, che ha fatto risuonare dal palco del Palamostre “Blue Question”. Il pianoforte di Claudio Cojaniz ha dialogato con il contrabbasso di Franco Feruglio in un viaggio nel vasto mondo della “bluesong”, con nuovi pezzi dal carattere notturno e crepuscolare, perfetti per la domenica udinese.
Dopo di loro è salito sul palco Roberto Gatto con il suo progetto “Progressivamente” a scombinare la tavolozza dei colori di Udin&Jazz Winter: il secondo concerto della terza serata ha visto così l’eclettico batterista sul palco insieme a una formazione scelta accuratamente tra nuove giovani risorse del jazz e artisti che condividono con lui la passione per la scena musicale rappresentata da gruppi come Genesis, Van der Graaf Generator, Emerson Lake & Palmer, King Crimson. La voce di John De Leo, il sax di Marcello Allulli, la tromba di Alessandro Presti, il piano di Alessandro Gwis, la chitarra di Andrea Molinari e il basso di Pierpaolo Ranieri, insieme a Gatto, hanno attualizzato in forma contemporanea un affascinante e complesso patrimonio musicale ricco di sfumature lasciando affascinato il pubblico udinese.
Serata conclusiva di Udin&Jazz Winter, lunedì 31 maggio, ancora una volta divisa in due parti: la prima con l’entusiasmante progetto dell’Udin&Jazz Ensemble, evoluzione della Udin&Jazz Big Band, resident band del festival e attiva da anni in territorio friulano.
Un nuovo progetto che incorpora strumenti di tradizione classica come corno, tuba e ance di varia natura in un repertorio originale, tributo al patrimonio culturale del Friuli.
Sul palco Flavio Zanuttini e Gabriele Cancelli alle trombe, Mirko Cisilino alla tromba e corno, Riccardo Pitacco al trombone, Max Ravanello al trombone e tuba, Stefano Fornasaro al flauto, Filippo Orefice e Piersimone Crinelli alle ance, Laura Giavon alla voce, Marco D’Orlando alla batteria, Emanuele Filippi al pianoforte, Mattia Romano alla chitarra. Musica nuova ed originale, testi graffianti e ottimamente interpretati dalla Giavon… Elettrizzante!
E poi il gran finale, affidato alla maestria del pianista Dario Carnovale nel suo quartetto Lift Him Up feat. Fabrizio Bosso, trombettista con pochi eguali. Un’esplosione di energia che ha travolto il pubblico di Udine, emozionandolo con un repertorio che ha incluso la rielaborazione di “standard jazz” e brani autografi di Bosso e Carnovale, eseguiti insieme a Simone Serafini al contrabbasso e Klemens Marktl alla batteria.
Anche sul fronte dei social il Festival ha riscosso un altissimo gradimento con migliaia e migliaia di interazioni e un aumento delle visualizzazioni delle pagine, dei post e, in modo particolare, dei video, nell’ultima settimana.
«È stato tutto strano quest’anno, ma è stata una rassegna che ci ha riempito il cuore, perché abbiamo visto molto movimento, molta attenzione e curiosità e molta gente. Abbiamo riempito il teatro ogni sera e avremmo voluto avere una maggior capienza per soddisfare tutte le richieste, ma queste sono le regole e speriamo che presto si possa tornare ad usufruire interamente delle strutture», ha concluso il direttore artistico della rassegna Giancarlo Velliscig, dando appuntamento al pubblico del grande jazz, dal 17 al 24 luglio, per quella che si annuncia come un’edizione memorabile di GradoJazz.