La Carnia si conferma terra di passione motoristica e riabbraccia il suo rally.
Dici Carnia e ti vengono subito in mente le spettacolari montagne che la caratterizzano, ricche di boschi e prati incantevoli ma anche di strade che si arrampicano lungo i declivi verdeggianti e portano a paesini sperduti che mantengono ancora il fascino di un tempo.
Alcune di queste meravigliose strade sono state teatro domenica scorsa del Rally Valli della Carnia, la competizione organizzata da Carnia Pistons che ha avuto l’onere ma soprattutto l’onore di far rombare nuovamente i motori nell’altro Friuli, con soddisfazione dei tanti tifosi ed appassionati carnici, dopo un lungo e difficile periodo di silenzio totale.
A onor del vero i motori si erano già fatti sentire in Carnia lo scorso inverno – sempre grazie agli uomini di Carnia Pistons – in occasione dei test del team Toyota Gazoo Racing (attualmente in testa al mondiale rally, ndr) che ha portato i suoi piloti a testare diverse soluzioni di gomme e assetti proprio sulle strade utilizzate nelle precedenti edizioni della gara, una serie di test riservatissimi ma che non sono passati inosservati ed hanno fatto da preludio al Rally della Carnia 2021.
Una sola giornata di gara per l’edizione 2021, in ossequio alle normative ACI Sport, ma concentrata e ricca di spunti interessanti, a cominciare dalla vittoria del sempre più performante Filippo Bravi (con Enrico Bertoldi sul sedile di destra su Hyundai i20 R5 del team Friulmotor) che si è aggiudicato tutte le prove speciali del rally.
Sorprendente la prestazione di Stefano Peruch che ha ceduto la seconda posizione assoluta all’esperto Claudio De Cecco solo nell’ultima prova della gara; Peruch – navigato da Denis Pozzo – ha cercato in tutti i modi di conservare la posizione sin li acquisita con la Skoda Fabia R5 di RB Motorsport ma De Cecco (Hyundai i20 R5 Friul Motor) coadiuvato alle note dalla figlia Lisa, ha fatto valere tutta la sua esperienza soffiandogli il secondo gradino del podio per soli 4 decimi di secondo.
I distacchi dei concorrenti successivi non hanno impensieruto il trio di testa, Nicola Cescutti su Skoda Fabia R5 – apparso un po’ sottotono rispetto alle precedenti edizioni – ha rimediato quasi dieci secondi dal terzo classificato Peruch, lo aspettiamo ad un suo riscatto sulle strade di casa il prossimo anno.
Ottimo quinto posto per i goriziani Laurencich – Mlakar, considerate le sporadiche apparizioni sui campi di gara, seguiti al sesto dai locali Martinelli – Calligaro (tutti su Fabia R5) mentre al settimo posto si è distinto anche in questa occasione il “funambolo” Marco Zannier, coadiuvato alle note da Enrico Bracchi, che con la solita “vecchia” Renaul Clio A7 ha dato del filo da torcere a vetture ben più giovani. L’indiscussa classe del meccanico di Lestans si evince anche dai piccoli particolari, osservandolo attentamente alla partenza di un PS si è avuto modo di notare che Zannier non sgommava facendo fumare le gomme, a differenza degli altri concorrenti, ma accompagnava la partenza giocando di frizione senza perdere decimi/secondi preziosi al via: insomma, si può proprio dire che la classe non è acqua.
Splendido ottavo posto per l’udinese Marco Marchiol (Renault Clio 16V Super 1600) seguito dalla rodata coppia Casarotto – Handel su Renault Clio Super 1600. Chiude la top ten l’equipaggio Versace – Giatti su Skoda Fabia R5.
Si potrebbe parlare ancora a lungo dei singoli protagonisti di questa edizione del Rally Valli della Carnia ma ciò che vorremmo sottolineare è il gradimento riscontrato all’unanimità dai concorrenti riguardo il tracciato e l’organizzazione di questo rally, una gara che ha lasciato tutti soddisfatti e che può crescere ancora grazie alla professionalità e la passione dello staff di Matteo Bearzi. Soddisfazione anche per gli esercenti locali che hanno rilevato un incremento degli affari non solo nel weekend di gara ma anche nei giorni precedenti dedicati ai preparativi dell’evento, segno indiscutibile dei benefici che l’organizzazione di tali manifestazioni apporta sul territorio.
Servizio: Guendy Furlan e Foto: Dario Furlan