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Elves: recensione della serie TV Netflix

Elves: recensione della serie TV Netflix

Elves

Fucile a tracolla, un uomo attraversa una recinzione elettrificata in mezzo alla natura. Trascina una mucca, che porta nel vicino bosco, dove lega l’animale a un palo. Subito si sentono strani suoni provenire dalla vegetazione. L’uomo si allontana a gambe levate, arma in pugno. Schizzi di sangue, strani grugniti e le urla della povera bestia legata al palo ci fanno capire che quest’ultima ha fatto una gran brutta fine.

Dopo i titoli di testa vediamo una tranquilla famigliola si sposta in una piccola isola dell’arcipelago danese, alla ricerca di pace e serenità, per celebrare il Natale lontano dallo stress della vita di città.

Mads (Peder Thomas Pedersen) e Charlotte (Lila Nobel) sono una coppia affiatata, alle prese con gli sbalzi d’umore dei due figli adolescenti, Kasper (Milo Campanale) e Josephine (Sonja Steen). Fin qua tutto normalissimo.

Appena arrivati sull’isola, vengono però caldamente invitati dai nativi a non percorrere strade interne, e rimanere sulla costiera per raggiungere il cottage che hanno affittato. Ovviamente si guardano bene dal seguire il consiglio, e decidono di tagliare per una via secondaria.

L’auto colpisce qualcosa, sono presenti strane tracce sul paraurti ma nessuno capisce cosa sia successo. Josephine tuttavia si allontana dal mezzo, e vede qualcosa di strano tra gli arbusti.

Arriva di corsa un pick-up, dal quale smonta l’isolano imbufalito che abbiamo visto nella prima scena, che li invita caldamente lasciare la zona e non farsi più vedere nei paraggi. Nei pressi c’è la strana recinzione, tuttavia l’autoctono non fornisce alcuna spiegazione al riguardo.

Dal momento che la situazione comincia a surriscaldarsi, la famigliola pensa bene di allontanarsi e raggiungere la sua destinazione: un ameno cottage senza corrente elettrica.

Mentre mamma e papà cominciano a decorare la casa, Josephine pensa bene di tornare nottetempo nel luogo dell’incidente, dove recupera quello che l’auto aveva colpito…

 

Elves

Elves: a metà strada tra il fantasy e l’horror

In questa serie TV, articolata in sei episodi di circa venticinque minuti l’uno, troviamo tutti gli elementi classici delle storie di questo tipo, collocabili in un’area tra il fantasy e l’horror, ma senza eccessi, visto che stiamo parlando di un prodotto pensato per le famiglie.

C’è la solita famiglia normale che rompe la sua routine, spostandosi in un luogo che si rivela essere qualcosa di molto differente da quello che avrebbe dovuto essere. C’è una soglia che viene attraversata, rompendo gli equilibri esistenti e scatenando la reazione di un mondo oscuro e misterioso. E ci sono, ovviamente, creature malefiche che vogliono ristabilire l’equilibrio, a loro vantaggio.

Nella storia il mondo straordinario popolato dagli elfi che danno il nome alla serie è delimitato da una palizzata elettrificata. Una rappresentazione molto efficace della barriera tra tra Natura e Cultura, con la tecnologia posta a difesa del “mondo normale” degli umani. Una difesa che ovviamente non si rivela essere in grado di mantenere la distanza dai due mondi.

In altre parole i nuovi venuti, che ignorano le tradizioni degli isolani e i segreti dell’isola, pur essendo animati dalle migliori intenzioni alla fine provocano un disastro.

E’ in particolare la giovane Josephine, ansiosa di rimediare al torto fatto allo strano abitante dei boschi investito dall’auto dei genitori, che mette in modo il meccanismo narrativo, scatenando un conflitto che sarebbe stato possibile evitare se avesse dato ascolto ai consigli dei genitori.

Elves da un lato attinge all’immaginario fiabesco degli elfi, ma dall’altro ha una struttura più simile a quella di una favola, in quanto in definitiva sottende un chiaro messaggio morale: non importa se si è animati da buone intenzioni, se si violano certe regole le conseguenze possono essere solo negative. Per sé e per gli altri, che pagano per i nostri errori, anche se no hanno nessuna responsabilità.

Elves: una serie TV senza pretese, senza macchia né lode

Nel complesso Elves è una breve serie TV senza troppe pretese, che si presta bene a un paio ore di tranquillo binge watching.

La storia scorre tranquilla, senza scene eccessivamente truculente, che comunque quando ci sono fanno vedere molto poco, in quanto possiamo più che altro intuire quanto di drammatico accade fuori campo visivo.

Un prodotto realizzato con mestiere, con un pugno di attori, pochi effetti speciali e molti stereotipi del genere, pensato per le famiglie.

Una TV serie che si fa guardare ma che sicuramente non rimarrà nella storia. In attesa dell’inevitabile sequel…

Alessandro Marotta

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