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L’Ultimo Giorno sulla Terra: la recensione del film di Romain Quirot

L’Ultimo Giorno sulla Terra: la recensione del film di Romain Quirot

L’Ultimo Giorno sulla Terra: l’ennesima variazione sul tema della catastrofe ecologica

Il primo lungometraggio di Romain Quirot propone la solita realtà distopica che vede il pianeta Terra drenato di ogni risorsa e ridotto a uno sconfinato deserto, dove non piove da anni.

Un’umanità disillusa e stracciona sopravvive in squallidi agglomerati urbani, in mezzo a rovine, rifiuti e detriti di ogni tipo, ultime vestigia di uno splendido passato del quale ormai resta solo un pallido ricordo.

Un pianeta rosso si sta avvicinando alla Terra. Manca solo una settimana per la collisione. L’unica speranza dell’umanità sembra essere la distruzione del corpo celeste intruso, ma la sola persona che potrebbe portare a termine la missione, Paul (Hugo Becker), è sparito nel nulla ed è introvabile.

Anche se a un primo livello di lettura il film racconta una storia fantascientifica dove in gioco c’è la sopravvivenza dell’umanità, in realtà la narrazione si concentra sui tormenti interiori dei vari personaggi, e i difficili rapporti interpersonali tra i quali si dibattono.

L'ultimo giorno sulla Terra - Hugo Becker

Paul (Hugo Becker), il protagonista di L’Ultimo Giorno sulla Terra

L’Ultimo Giorno sulla Terra: nella sostanza, un film intimista

Paul è il protagonista di questa pellicola, a cui ben presto si affianca la giovane Elma (Lya Oussadit-Lessert), e i due formano una strana coppia, in fuga nel deserto calcinato in cui è ridotta la Terra.

Come molti eroi destinati a salvare l’umanità, Paul ha dei poteri straordinari, legati alla sua capacità di sognare eventi legati al pianeta rosso.

Ed è proprio questa dimensione onirica, connessa anche ai ricordi della sua infanzia, una delle colonne portanti del film, che nella sostanza è una pellicola intimista.

La storia ruota intorno ai difficili rapporti tra Paul, suo fratello (Paul Harny) e il loro padre (Jean Reno).

In generale, tutti i personaggi sono molto tormentati, con un passato doloroso e, in definitiva, profondamente soli, in un mondo dove l’unica possibilità è la mera sopravvivenza.

In effetti classificare questo film nella categoria della fantascienza è forse fuorviante, perché in esso si agitano diverse anime.

L’Ultimo Giorno sulla Terra: una commistione di generi e di immaginari

La pellicola comincia come un road-movie, dove la coppia di necessità Paul-Elma si muove in un ambiente ostile, tallonata da enigmatici cacciatori di taglie, la cui figura ricorda quanto già visto in Star Wars.

Un road-movie che alle volte strizza l’occhio al western, con violente sparatorie e il classico duello che vede due uomini uno di fronte all’altro, irriducibilmente nemici.

Tuttavia viene dedicato molto tempo per descrivere il dramma interiore dei vari personaggi, per cui i momenti di azione sono intervallati da pause di riflessione, nelle quali Quirot indugia sui ricordi di Paul, e sulle storie di diversi personaggi incontrati lungo il cammino.

Il padre di Paul si muove in un algido laboratorio, che ricorda in qualche modo le atmosfere rarefatte di 2001, Odissea nello Spazio, in netta contrapposizione con la squallida distesa di deserti inabitabili in cui si è ridotto il panorama terrestre.

Verso la fine prevale la dimensione astronautica, nella quale il misterioso pianeta rosso che minaccia la Terra sembra essere visivamente ispirato da Solaris.

Una commistione di generi e di immaginari alquanto piacevole dal punto di vista estetico, grazie anche a una fotografia molto curata, ma che non basta a salvare un film nel complesso molto lento e senza mordente.

L’Ultimo Giorno sulla Terra: un film visivamente interessante, che però non riesce a decollare

La storia raccontata in L’Ultimo Giorno sulla Terra è molto semplice, anche se non ha una struttura lineare. In effetti l’inflazionato messaggio ecologista è molto didascalico e retorico, più che altro un pretesto per mostrare la solitudine esistenziale dei vari personaggi.

Tuttavia Quirot non osa mai. Certo, la catastrofe che sta per abbattersi sulla Terra si trasforma nel dramma interiore di chi ancora sopravvive sulla sulla sua superficie, ma la narrazione è spesso minimalista, alle volte sconnessa, in genere priva di mordente.

Insomma, un film visivamente interessante, che però non riesce a decollare. Peccato.

Alessandro Marotta

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