Brian Harper (Patrick Wilson) e Jocinda Fowler (Halle Barry) sono impegnati in una missione spaziale attorno alla Terra, quando vengono improvvisamente attaccati da un’entità sconosciuta che danneggia il loro Space Shuttle e uccide un loro collega.
Brian diventa il capro espiatorio di quanto accaduto, viene licenziato e la sua vita privata viene distrutta: perde la casa e la moglie lo lascia.
Anni dopo lo ritroviamo mentre si barcamena tra creditori e lavori precari, mentre la sua ex si è rifatta una vita con un uomo d’affari. Il loro figlio finisce in galera. Nel frattempo, Jocinda è diventata un pezzo grosso nella NASA, non si sa bene perché.
KC Houseman (John Bradley), un nerd mammone in sovrappeso e con problemi intestinali, scopre che la Luna è un corpo cavo, in procinto di schiantarsi sulla Terra, ma ovviamente nessuno gli crede, fino a quando la madre affetta da malattia neuro-degenerativa gli regala la dritta vincente: “Se nessuno ti sente, obbligali a sentirti”. Geniale.
Anche la NASA arriva alle stesse sue conclusioni, e i tre protagonisti si ritroveranno ad affrontare l’ignoto su uno sgangherato Space Shuttle sottratto a un museo, mentre intorno a loro la Terra viene devastata da cataclismi di ogni tipo.
Moonfall: la sagra delle cose già viste
Emmerich, dopo la pausa di Midway, ritorna al suo genere preferito: il disaster movie. E lo fa senza un briciolo di originalità, gettando nella mischia un battaglione di personaggi secondari che rubano spesso la scena ai tre protagonisti, per raccontare piccole storie parallele irrilevanti, per lo più legate ai membri delle loro (ex) famiglie, più o meno allargate. Ma anche questa è una caratteristica dei film di Emmerich.
L’unico a non avere una famiglia è KC, che in compenso è legato morbosamente a una madre reclusa in una clinica, visti i suoi problemi mentali. Trova consolazione alla sua solitudine circondandosi di improbabili amici nerd, sostenitori di varie teorie complottiste, e coltivando l’hobby di sottrarre segretissimi dati astronomici, ottenuti intrufolandosi in uffici di altolocati funzionari della NASA, travestito da addetto alle pulizie. Mah!
Insomma nella pellicola scorrono numerose storie parallele, spesso poco credibili, accomunate dall’incapacità di aggiungere qualcosa di interessante alla storia. Il bello è che il film ha un buon ritmo, per cui lo spettatore si trova a essere travolto dagli eventi, tra loro spesso slegati, senza avere il tempo di capire perché gli vengano raccontati tanti dettagli, irrilevanti ai fini della comprensione della storia principale.
Moonfall: un film nel complesso mediocre
Ovviamente c’è una modalità di fruizione di questa pellicola che funziona molto bene: spegnere la parte raziocinante del cervello e lasciarsi trasportare dagli effetti visivi e sonori, ignorando l’inverosimiglianza di molte cose che si vedono sullo schermo (una tra tutte: guidare uno Space Shuttle con un sestante e un regolo calcolatore, effettuando i calcoli a mano, cosa che neanche Jacovitti si sarebbe sognato di fare nei suoi fumetti).
In ogni caso gli effetti speciali sono buoni, per cui per chi è alla ricerca di due ore di mero intrattenimento senza pretese, e senza nulla di originale, questo film può anche valere il prezzo del biglietto.
Astenersi tutti gli altri.
Alessandro Marotta