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Saluti dalla Terra del Teatro dell’Orsa  al Festival Risvegli dell’Università di Padova 30 Aprile

Saluti dalla Terra del Teatro dell’Orsa al Festival Risvegli dell’Università di Padova 30 Aprile

0La Compagnia guidata da Monica Morini e Bernardino Bonzani porta in scena domande urgenti sui cambiamenti climatici e sulla questione ambientale al prestigioso Festival diretto da Telmo Pievani.

«Questa casa è in fiamme? O siamo noi a cuocerci lentamente, come rane ignare, nella pentola che abbiamo acceso? Cosa sappiamo e non vogliamo credere? Di cosa ci preoccupiamo davvero?»: queste domande sono alla base di Saluti dalla Terra, intenso spettacolo del Teatro dell’Orsa per giovani generazioni e adulti che sarà in scena sabato 30 aprile alle ore 21 all’Auditorium dell’Orto botanico di Padova nell’ambito di Risvegli, il festival che l’Università di Padova dedica alla curiosità e alla scienza «per riflettere sul nostro ruolo nella salvaguardia del Pianeta» in un’edizione speciale, parte delle celebrazioni per l’ottocentenario dell’ateneo (1222-2022).

«Siamo molto felici di essere ospiti di questo Festival che si apre a una visione del mondo che ci appartiene profondamente» dichiarano Monica Morini, Bernardino Bonzani e Annamaria Gozzi «siamo in piena sintonia con una manifestazione dedicata “a un pubblico ampio ed eterogeneo, accomunato dal desiderio di imparare ad osservare con occhi nuovi le infinite relazioni tra gli esseri viventi”, come si legge nei materiali di presentazione di Risvegli 2022».

«Prendere coscienza di queste storie ci ha cambiato. Da quando abbiamo iniziato a scrivere la drammaturgia dello spettacolo, all’emergenza climatica si sono aggiunti nuovi scenari, dapprima la crisi sanitaria dovuta ad una pandemia mondiale ed ora un conflitto che coinvolge l’umanità intera. Temi interconnessi tra loro che ci dicono che stiamo camminando sull’orlo di un precipizio che preferiamo non vedere. “Ciechi che, pur vedendo, non vedono” scriveva Saramago – riflettono gli ideatori dello spettacolo – In questo tempo di incertezze, dove ci sentiamo sempre più smarriti, nella complessità del momento che stiamo vivendo, Saluti dalla Terra, più di ogni altro nostro spettacolo, ha in sé una materia palpitante, viva, che diventa sempre più urgente e ad ogni replica cambia, si muove nell’intercettare il presente. I modi in cui raccontiamo influenzano il nostro pensiero che ha impatto sul nostro modo di relazionarci ai temi dei cambiamenti climatici e della giustizia sociale. Il teatro è fatto di parole ma ancor più di corpi che sulla scena dialogano con il pubblico raggiungendolo sul piano emotivo. Saluti dalla Terra vorrebbe essere un invito a rientrare in noi stessi e prendere coscienza».

Lo spettacolo è stato realizzato con le musiche originali di Antonella Talamonti e Gaetano Nenna.

«La drammaturgia musicale lavora sulle tracce – precisa Antonella Talamonti – voci degli animali che stanno scomparendo, voci della protesta e dell’indignazione, suoni dei materiali che hanno inquinato il mondo. E poi saluti in tante lingue e musiche tradizionali di diversi Paesi della Terra che vengono dal Golden Record, un disco per grammofono inviato nel 1977 a bordo delle due sonde spaziali Voyager. Nello spettacolo ascoltiamo suoni che ora stanno viaggiando a 19,349 miliardi di chilometri dal sole. Per riportare il nostro sguardo sul pianeta e ricordarci di quello che è: un pallido puntino blu nell’Universo di cui prenderci cura, perché è tutto quello che abbiamo».

«La musica di Saluti dalla Terra si muove su più fronti paralleli – aggiunge Gaetano Nenna – da un lato, le musiche dal Mondo contenute nel Golden Record in viaggio oltre il sistema solare. Da un altro i suoni industriali e di plastica, campionati e ricomposti, scarti della produzione umana, vengono musicalmente “riciclati”: una bottiglia di plastica diventa una samba, un pistone si trasforma in ritmo ossessivo e così via. A questi due aspetti si affianca l’elaborazione elettronica dei suoni registrati e l’esecuzione di suoni elettronici dal vivo. La voce di Greta Thunberg, incrinata dalla rabbia e dalle lacrime, sfocia nel suono di in un coro soffocato; il Requiem di Mozart risuona sintetico, spiazzante; la stratosfera fa vibrare note quasi senza aria. Il naturale dialoga con il sintetico in un contrappunto che sembra impossibile da equilibrarsi».

«Come una Via Crucis, venticinque stazioni compongono Saluti dalla Terra – conclude Bernardino Bonzani – frammenti di teatro dove abbiamo cercato di mettere in scena senza retorica, a volte in modo spiazzante e ironico, paradossi, situazioni, porzioni di vita e metafore, a volte per bocca di personaggi del quotidiano. Queste scene dovrebbero porre le spettatrici e gli spettatori in condizione di riflettere e riflettersi, di domandarsi se sia possibile un cambio del proprio stile di vita, individuale e collettivo».

Saluti dalla Terra nasce come processo partecipato: l’incontro con i giovani dei Fridays For FutureReggio Emilia l’ha arricchito di sguardi interessanti e necessari.

Lo spettacolo si è nutrito dei video di Alessandro Scillitani e degli allestimenti essenziali e iconici di Franco Tanzi. Disegno luci Lucia Manghi.

Saluti dalla Terra è interpretato da Monica Morini e Bernardino Bonzani insieme a Lucia Donadio, Gaetano Nenna ed Elia Bonzani: «Il rischio, parlando di emergenza clima, è di fermarsi ancor prima di iniziare. Di non agire. Forse, come il Barone di Münchhausen, ci salveremo dalle sabbie mobili tirandoci fuori per i capelli. Greta e milioni di giovani si muovono e chiedono un cambiamento radicale. La Terra non ci appartiene, siamo noi che apparteniamo alla Terra».

Info su biglietti e modalità di ingresso: https://www.ortobotanicopd.it/it/risvegli2022-biglietti.

Michele Pascarella   corrispondente

 

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