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MARGARET  MAZZANTINI AL PREMIO HEMINGWAY: «LA SCRITTURA? CHISSA’, FORSE ADESSO  RICOMINCIO E NON SMETTO PIU’…» IL NOSTRO TEMPO? «NESSUNO SI SALVA DA  SOLO, ABBIAMO SEMPRE BISOGNO DEGLI ALTRI …».

MARGARET MAZZANTINI AL PREMIO HEMINGWAY: «LA SCRITTURA? CHISSA’, FORSE ADESSO RICOMINCIO E NON SMETTO PIU’…» IL NOSTRO TEMPO? «NESSUNO SI SALVA DA SOLO, ABBIAMO SEMPRE BISOGNO DEGLI ALTRI …».

LIGNANO – Al Premio Hemingway compare luminosa, quasi abbagliante nel suo completo bianco dalla giacca alle sneakers, i capelli raccolti in una coda: Margaret Mazzantini, vincitrice 2022 nella sezione Letteratura, è un’apparizione per il pubblico del CinemaCity, un’autrice best seller che da nove anni manca ai suoi lettori  in libreria, ma anche nei talk show, negli incontri letterari, negli eventi pubblici. E che finalmente ritroviamo, in presenza, per una conversazione condotta dallo scrittore e direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario Villalta un’incursione nei romanzi che hanno scandito la sua carriera e che a poco a poco diventano le tappe di uno stream of consciousness a lungo trattenuto.

“Nessuno si salva da solo” è il tema del dialogo, ispirato al romanzo uscito nel 2011 per Mondadori, trasposto per il grande schermo dal marito di Margaret Mazzantini, l’attore e regista Sergio Castellitto.  Nessuno si salva da solo, certo: abbiamo sempre bisogno degli altri, questo intendevo dire – spiega subito la scrittrice – Quel libro era una storia d’amore piena di tentativi, con due ragazzi un po’ disastrati della contemporaneità. Ma l’amore è l’unica forza che rivoluziona le nostre vite è il più grande meraviglioso imprevisto, uno deve sperare che gli accada. Come nell’ultimo romanzo che ho pubblicato, ‘Splendore’, una storia d’amore vissuta da due uomini. Ma in fondo gli scrittori non dovrebbero raccontare la trama dei loro libri, personalmente ho sempre scritto come seguendo una visione, lasciandomi portare Del resto i libri è come se avessero un loro inconscio, un flusso sotterraneo condiviso con i lettori: io per esempio, mentre scrivo, è come sentissi la persona che lo leggerà.

«Come scrittrice, però – spiega ancora Mazzantini – sono quattro i libri che mi hanno segnato e in qualche modo ‘prosciugato’: Il catino di zinco, Non ti imuovere, Venuto al mondo e Splendore. Quattro libri, esattamente come le mie gravidanze, e hanno contenuto tanti anni di vita.  Ci vuole una grande forza fisica, bisogna sostenere quello scatenamento della scrittura che, quando arriva, ti toglie il sonno. Tutti i miei libri sono arrivati con la sensazione di “scrivere alla finestra: perché quando racconto le mie storie sono sempre interessata a qualcosa del mondo intorno a me, non parto mai da un concetto o da un giudizio morale, scrivo dell’altro da me. Succede anche quado incontro gli altri: sono sempre io a fare le domande, e a voler sapere degli altri, evito di raccontare di me. Sono cresciuta in un luogo periferico, fra l’altro, e le persone di cui mi innamoro sono quelle con esistenze ai margini. Per questo diventano poi i personaggi dei miei romanzi».

Sulla lunga pausa dalla scrittura pubblicata, Margaret Mazzantini aggiunge al Premio Hemingway: «Mio marito, Sergio Castellitto, mi rimprovera tantissimo perché in questi anni ho scritto molto ma non ho mai avuto voglia di chiudere un lavoro. Per scrivere bisogna dominare la vita, io però sono stata dominata da tante cose della vita, mi lascio facilmente turbare, allontanare. Ma chissà, forse adesso ricomincio e non smetto più. …»

La 38^ edizione del Premio dedicato ad Ernest Hemingway, promossa dal Comune di Lignano Sabbiadoro con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in sinergia con la Fondazione Pordenonelegge.it info premiohemingway.it

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