In una calda serata dell’estate triestina, ecco apparire nella magnifica location del castello il palco per un nuovo concerto, ci si immagina seduti su comode sedie per ascoltare il programma della serata ed invece tutti in piedi sotto il palco in attesa di uno tra gli artisti più amati dei nostri tempi per la ricchezza e la vitalità della sua proposta musicale irresistibile. Goran Bregovic si presenta sul palco disinvolto nel suo italiano quasi perfetto. Di solito appena l’artista inizia il proprio concerto deve creare un certo feeling con il suo pubblico prima di ottenere da questo risposte appaganti. Non è il caso di Goran e della serata che si prospetta subito accattivante. Sin dalle prime note del suo ormai conosciuto repertorio il pubblico si lascia andare sotto il palco e tutti insieme giovani, anziani, bambini iniziano a ballare al suono delle sue ballate. Che magnifica serata! C’è il tepore di una splendida giornata estiva che si adagia nella sera, c’è il Castello con il suo parco, c’è la gente affascinata dall’artista. Bregovic figlio di madre serba e padre croato è fuggito dall’ex Jugoslavia appena scoppiata la guerra fratricida tra due popoli che convivevano e creavano famiglie insieme. Il primo rock e la prima espressione musicale di Goran era un modo per esprimere il malcontento senza finire in galera, come lui stesso a spesso raccontato. La sua musica ha subito la contaminazione del pop-rock con la musica classica, è riuscito mescolare le leggende zingare con litanie bizantine, ha miscelato il folk dei Balcani con le contaminazioni jazz e musicali europee e si presenta come un artista completo. Oggi Bregovic si è confermato una star anche in Italia e qui a Trieste ha dato il meglio del suo repertorio. Non è più presente nel suo spettacolo il primo Bregovic quello che infiammava i giovani con gruppi rock come Bestie, Kodeks, Jutro e soprattutto White Button nella formazione che lo accompagna nei primi quindici anni della sua carriera. Nella sua storia artistica Goran ha scritto molte colonne sonore, lui dice per “fare soldi” ma solo da quando ha cominciato a girare per l’Europa intera e per il mondo ha cominciato a lavorare sul serio. Ora che non ha più bisogno di “fare soldi” come lui stesso ammette senza falsi pudori e dopo esser scappato dalla Jugoslavia dove il 90% degli incassi dei suoi dischi finivano in tasse ed allontanavano in ogni artista la voglia di comporre, può finalmente esprimersi con il suo vero bagaglio personale. Spesso lo spettacolo dei suo concerti non nasce da effetti speciali, ma come stasera dai musicisti presenti sul palco. Il pubblico si lascia andare sotto il palco ed esplode in un apoteosi di applausi e danza quasi tribale quando Goran intona le prime note di “Bella Ciao” splendidamente eseguita a cui il pubblico ha tributato tutto il suo calore. Dopo la sua apparizione quest’anno al Festival di Sanremo in accompagnamento con la sua orchestra di Samuele Bersani eseguendo “Romagna mia”, eccolo tutto per il pubblico estasiata di Trieste. Ed assistendo al suo concerto si capisce perché non meraviglia la sua recente nomina a Maestro Concertatore per l’edizione 2012 della Notte della Taranta.
Un’altra ottima serata proposta dal Comune di Trieste e dalla Azalea Promotion che continua quest’estate a proporre il meglio dello spettacolo musicale in giro per l’Italia.
Ale. DP
®RIPRODUZIONE RISERVATA