Aveva 82 anni, ci ha lasciato uno degli uomini che con la sua celebre frase:”«Un piccolo passo per un uomo, un balzo da gigante per l’umanità»”. nel momento dell’atterraggio sul nostro satellite il 29 luglio di quarantatre anni fa ha veramente segnato il cammino dell’umanità. Dopo di lui il viaggio dell’uomo verso l’ignoto è stato costante con macchine o uomini in carne ed ossa, l’umanità si è spinta sempre più verso l’universo. Che per alcuni quella missione di oltre quarantanni fa – fu solo una messinscena è ormai una diatriba senza valore – l’uomo ha veramente fatto passi da giganti per la scoperta di un mare stellare che ci circonda e ci piace ricordare come anche Cristoforo Colombo veniva creduto un pazzo immaginario per la sua convinzione che oltre il mare esistesse la terra India o chissà cosa… che lo portò a scoprire l’America. Fa bene il presidente americano Obama oggi alla sua scomparsa a definire Armstrong Eroe degli eroi, è grazie alla sua incoscienza o alla grande fame di ignoto che oggi l’uomo passeggia – seppur solo con mezzi meccanici – anche su Marte alla ricerca di entità viventi passate o future che possano abitare questo infinito Universo e non farci sentire naufraghi e soli destinatari di tutta questa beltà che ci circonda. Dopo una vita meravigliosa è stata la complicanza di malattie cardiache ad aver privato l’umanità di un suo grande pionere. Ma non c’è da rammaricarsi è il normale susseguirsi della storia e della specie umana. Anche se non vogliamo considerare l’uomo come eroe ci rimane comunque la certezza che un piccolo insignificante essere abitante di questo pianeta bistrattato chiamato Terra ha certamente amato il suo pianeta più di tutti noi che lo stiamo portanto al collasso senza voler ammettere di sfruttare ogni energia e ogni risorsa in modo sconsiderato e verso un’ autodistruzione sempre più veloce. L’unica speranza è che i nostri pensieri siano troppo catastrofici e che il pianeta Terra ci dia una scrollata indicandoci come risparmiare la sua fine e di conseguenza la nostra estinzione.
Enrico Liotti
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