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Jonathan Coe: “Abbandonarsi al potere dell’immaginazione”

Pordenone 22.09.2012. In anteprima a Pordenonelegge “Lo specchio dei desideri” di Jonathan Coe

Lo scrittore inglese Jonathan Coe ha presentato sabato a Pordenonelegge il suo ultimo libro “Lo specchio dei desideri”, edito da Feltrinelli Kids, con il quale ha debuttato nel genere della letteratura per ragazzi. Il libro narra la storia della piccola Claire che un giorno trova uno specchietto rotto verso il quale si sente stranamente attratta; il pezzo di vetro rivela il potere magico di trasformare anche la più squallida realtà in un mondo fiabesco. A condividere questa strana esperienza ci sono l’amico Peter e altre persone che, trovando i pezzi di vetro, lavorano per ricostruire il mosaico.

Coe ha scritto quest’opera, che ci catapulta nel mondo della letteratura per l’infanzia, pensando alle sue due figlie. Ha voluto avvicinarsi a loro, attraverso la scrittura, attraverso i suoi libri, ma in un modo semplice e diretto. Così è nata l’idea di questo romanzo. Certamente l’approccio alla scrittura è cambiato rispetto ai romanzi precedenti, ricchi di personaggi e intrecci narrativi, ma “l’unica preoccupazione che ho avuto” – afferma l’autore con una certa sprezzatura – “è stata quella di rendere lo stile più semplice e diretto”. Dietro quest’opera apparentemente ingenua, dietro il velo della favola, si cela una metafora, emblematicamente rappresentata dallo specchio. Lo specchio può rappresentare molte cose, simboleggia sì la fuga dal mondo reale, ma soprattutto l’immaginazione. “Il libro è una preghiera ad abbandonarsi all’immaginazione” – dichiara Coe – affinché questa possa giocare un ruolo fondamentale nelle nostre vite quotidiane”. È un libro che si rivolge ai ragazzi, ma anche a chiunque desideri approcciarsi ad una storia leggera, ma con un preciso messaggio. E se il messaggio morale e l’intento didattico sono parte integrante di romanzi come “La famiglia Winshaw” e in genere di tutte le sue opere, anche ne “Lo specchio dei desideri” si avverte questo elemento “moralistico” che però non è rilevante. Il lettore è libero di scegliere se seguire quel messaggio oppure se soprassedere. E se il binomio letteratura per l’infanzia-insegnamento educativo pare scontato, Coe precisa che l’elemento didattico non deve necessariamente essere presente. L’importante è che la lettura stimoli l’immaginazione. Anche l’immaginazione può diventare strumento morale e soprattutto mezzo per conoscere a fondo la realtà.

Una favola dunque, ma con i contorni e gli ingredienti del reale. A parte lo specchio magico, tutto il resto è realistico, i problemi, siano essi scolastici, sentimentali o familiari, sono quelli della vita quotidiana. Un background realistico, quindi, che non si discosta da quello degli altri romanzi, ambientati in Inghilterra ma in contesti più dettagliati e geograficamente definiti.

Vito Digiorgio

 

About Vito Digiorgio

Giornalista pubblicista iscritto all’Albo dei giornalisti dal 2013. Si è laureato all'Università di Udine con una tesi sulla filologia italiana. Collabora con alcune testate giornalistiche on line.

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