A pochi giorni dall’approvazione della nuova Finanziaria Regionale, il Movimento 1% contro i tagli alla Cultura il FVG ribadisce nuovamente con forza che il finanziamento complessivo di 21 milioni ad oggi assicurato non garantisce la “messa in sicurezza” dell’intero comparto culturale e lancia nuovamente un appello alla “responsabilità della politica” confidando nell’impegno assunto dai Presidenti dei gruppi consiliari incontratisi ieri con una rappresentanza del Movimento nella Sede della Regione Friuli Venezia Giulia.Durante l’incontro è emerso infatti l’impegno da parte dei consiglieri regionali ad un’attenta riesamina delle voci del Bilancio regionale conell’obiettivo del recupero delle risorse ancora necessarie per non innescare l’implosione di un intero sistema culturale. Il mondo culturale riunito dal Movimento 1% ha offerto da parte sua alla politica una proposta di grande responsabilità stilata in un nuovo documento intitolato “Documento di proposta del Movimento 1% per una Finanziaria di transizione”. In particolare, il documento chiede l’implementazione della risorse dedicate al comparto culturale di ulteriori 3,5 milioni di euro da aggiungersi ai 9 milioni resisi disponibili – così come recentemente confermato da parte dell’Assessore De Anna – così da ridurre le funzioni dei servizi culturali e dei beni culturali dai 37 milioni a circa 26 milioni.Se non modificata in tal senso, la situazione attualmente prospettata di un finanziamento complessivo per il comparto fermo a 21 milioni di euro – se da una parte scongiura l’immediata chiusura delle strutture primarie, non esclude altri irreparabili danni: in primis il probabile blocco di strutture culturali di medie e piccole dimensioni e comunque l’incorrere di tutte le strutture del comparto culturale nei seguenti gravi rischi.
1) Le strutture del comparto culturale regionale si vedranno costrette a far fronte alla ponderosa esiguità di risorse economiche ricorrendo a tagli di personale stagionale e a tempo indeterminato.
Si ricorda che, solo nell’ambito dei teatri di prosa, in Friuli Venezia Giulia sono impiegate circa 1200 persone, il cui lavoro in questa prospettiva diviene fortemente a rischio.
2) Per le realtà che basano la propria attività su una programmazione a lungo termine (teatri, festival, enti cinematografici…) saranno probabili modifiche alla programmazione di spettacoli ed eventi già annunciati e regolarmente venduti al botteghino o in abbonamento.
Inoltre è quasi del tutto certa per molte strutture – anche le maggiori – l’impossibilità di programmare il secondo semestre del 2013. Ciò non a causa di una organizzazione “dissennata” delle rispettive attività. Teatri, festival, rassegne, hanno infatti la necessità di affacciarsi sul mercato e programmare la propria attività con congruo anticipo: per questo motivo a “sanare” la situazione risulterebbero alla fine vani – perché accertati fuori tempo utile – anche gli eventuali contributi recuperati dagli assestamenti di bilancio.
3) I finanziamenti alla cultura ricadono in larga parte sul territorio: si pensi all’enorme numero di pernottamenti legati ai festival ed agli spettacoli teatrali ospitati, l’intero settore alberghiero risentirebbe di un contraccolpo importante, lo stesso dicasi per la ristorazione; senza nemmeno prendere in considerazione l’aspetto turistico ed eno-alimentare, più ospiti in regione significa più persone che possono promuovere il Friuli Venezia Giulia, ed i suoi luoghi, le sue città, i suoi vini (e nel caso della cultura parliamo di ospiti “opinion leader”, con una capacità aumentata di diffondere le esperienze vissute); la quantità di materiale stampato, promozionale e non, che risulta essere una tra le entrate più importanti delle tipografie regionali; service tecnici, service audio e service video, che perderebbero la fonte primaria della loro attività. Questi sono solo alcuni degli aspetti che evidenziano come l’indotto mosso dal comparto culturale in regione moltiplica il finanziamento regionale.I tagli alla cultura approfondiscono la fase di recessione economica, che in questa regione sembra essere la più grave del Nord Italia.
c.l. per la redazione