Oltre 8 miniuti di applausi per il Cyrano de Bergerac diretto e interpretato da Alessandro Preziosi, da ieri al teatro Rossetti di Trieste in scena fino al 13 gennaio. Nell’allestimento di Preziosi interprete e regista, Cyrano recupera tutta la forza spettacolare del testo, e i celebri duelli del protagonista, invadono la scena con efficacia, grazie anche ai movimenti scenici del maestro russo Nikolaj Karpov. Oltre la presenza del protagonista ne escono bene anche gli attori più esperti della compagnia, come Valentina Cenni nel ruolo dell’amata Rossana, resta un poco anonima l’interpretazione di Massimo Zordan che impersona il giovane Cristiano. In questa versione preparata da Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei e Aldo Allegrini, con la regia di Preziosi, che ne è anche protagonista assoluto, la fragilità dell’uomo non è solo un naso deforme. Anzi chi si aspetta sulla scena lo spaccone Guascone e l’ilarità del suo grottesco naso deve fare i conti con la scelta di Preziosi – considerato un sex symbol – di rappresentare il famoso spadaccino senza appendici posticce e senza imbruttire la propria persona per far uscire tutte le fragilità umane del personaggio interpretato. Ma il solo fatto che siamo uomini e quindi essere imperfetti può creare in ognuno di noi un senso di inferiorità e di fragilità al di là dall’aspetto fisico. Con la sua interpretazione Preziosi vuol certamente far apparire il bello che ognuno porta dentro di se, e non certo solo il bello esteriore, vuol quasi lanciare un messaggio che qualsiasi brutto può avere una bella anima e un bello interiore che non deve essere offuscato dall’apparenza esteriore. Ovviamente ad un bello fuori un discorso del genere viene anche più facile se, consideriamo l’effetto che l’attore produce sulla platea per la maggior parte di sesso femminile. La versione di Preziosi del Cyrano ha il pregio di eliominare parte dei versi con una prosa più moderna, in un testo che si avvicina di più all’attualità, senza mai stravolgere il testo in modo volgare o in esperimenti estremi, ma comunque dove l’attualità dei personaggi è un po caduca per la nostra società intrisa di paranoi e pessimismo. Forse pesa la poca dimestichezza con il palcoscenico di giovani attori appena usciti dalla Link Academy, ma nel complesso bravini, forse spicca tra tutti, la Rossana di Valentina Cenni, assolutamente giusta per il ruolo di donna moderna e romantica insieme. Una prova di grande energia e spettacolarità che diverte il pubblico e permette al testo di scivolare giù rapido nonostante le quasi due ore e mezza di sviluppo della vicenda. Semplice ma di grande impatto la scenografia e le scene di Andrea Taddei; anche i costumi di Alessandro Lai sono molto curati, non male le luci di Valerio Tiberi, per uno spettacolo che riesce sempre a commuovere, come accade fin dagli albori della letteratura, per le storie di amori impossibili e mai vissuti.
Uno spettacolo di cui consiglio la visione anche approfittando del cartellone del Teatro Rossetti che lo ha in scena fino al 13 gennaio.
Enrico Liotti
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