Una mostra celebra l’universo affettivo e culturale di Javer Cercas
La 19^ edizione del festival Dedica, che è in corso a Pordenone dal 9 al 23 marzo, è dedicata a Javier Cercas, narratore, saggista, giornalista e traduttore spagnolo. Nato a Ibahernando in Estremadura nel 1962, è docente di Letteratura spagnola all’Università di Gerona e collabora con il quotidiano “El País”. Profondo conoscitore della storie del Novecento, nelle sue opere Cercas ritorna frequentemente sul rapporto tra realtà e romanzo. Nel 2001 ha pubblicato “I soldati di Salamina”, l’opera che lo ha consacrato come autore di successo. Altri libri acclamati dal pubblico e dalla critica sono “La velocità della luce” (2006), “La donna del ritratto” (2008), “Anatomia di un istante”, minuziosa ricostruzione del fallito tentativo del colpo di stato in Spagna nel febbraio 1981, “Il nuovo inquilino” (2011) e “La verità di Agamennone” (2012). I suoi lavori sono stati tradotti in altri venti lingue.
Dedica ha aperto i battenti sabato 9 marzo, con un appuntamento che ha visto Cercas protagonista di un dibattito assieme a Bruno Arpaia, consulente editoriale, esperto e traduttore di letteratura spagnola. Una conversazione che ha toccato i temi del nesso tra vita e scrittura, del rapporto tra la memoria e la storia che innerva molti degli scritti del narratore. Il festival si articola in una serie di iniziative tra musica, teatro, cinema e mostre.
La mostra. Presso gli Spazi Espositivi di Via Bertossi a Pordenone è allestita la mostra “Tan lejos, tan Cercas” (Così lontano, così vicino). L’esposizione, inaugurata domenica 10 marzo, sarà visitabile fino al 30 aprile. Si configura come una finestra sull’universo affettivo di Cercas, sul mondo dei suoi affetti personali e della sua vita quotidiana. Ma oltre a questa dimensione, gli scatti immortalano l’universo “intellettuale” dell’autore, i suoi numi tutelari (Gabriel Garcia Marquez, Bruno Arpaia, Mario Vargas Llosa e tanti altri). Le foto sono state scattate dall’amico Daniel Mordzinski, meglio conosciuto come il “fotografo degli scrittori”. Il fotografo argentino, di stanza a Parigi, ha lavorato per più di trent’anni all’ambizioso progetto di un “atlante umano” della letteratura iberoamericana. Ha realizzato numerose esposizioni in Argentina, Perù, Messico, Colombia, Francia, Spagna, Portogallo, Israele e Italia. Una sezione della mostra, infine, è dedicata alle tappe del viaggio Girona-Barcellona in alcuni dei luoghi nei quali sono ambientate le vicende dei romanzi di Cercas.
La mostra è visitabile nei seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00, la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Resterà chiusa i giorni 31 marzo, 1 e 15 aprile. L’ingresso è libero.
Vito Digiorgio