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La Clemenza di Tito al Teatro Verdi di Trieste

Per la prima volta il Mozart di “Clemenza di Tito”

con la direzione del M° Gianluigi Gelmetti. Nel cast Giuseppe Filianoti, al suo debutto a Trieste, Eva Mei, Laura Polverelli e Marco Vinco.

Il nuovo allestimento, per la regia di Jean Louis Grundà, mette in scena il Teatro Olimpico del Palladio di Vicenza, nel più autentico spirito della tragedia classica.

 Mai rappresentata in precendenza, in più di duecento anni di vita del teatro lirico triestino, sabato 13 aprile debutta la Clemenza di Tito di Mozart, considerata il canto del cigno dell´opera seria settecentesca. Scritto in soli diciotto giorni e lasciato in eredità da Mozart alla stregua del “Flauto Magico” e del “Requiem”, questo capolavoro riflette le esperienze precedenti delle Sinfonie e delle altre Opere drammatiche scritte durante gli ultimi quattro mesi del 1791 che furono anche gli ultimi del grande compositore. Molte analogie e reminiscenze legano infatti il 27° concerto per pianoforte, l’Ave Verum, il concerto per clarinetto,il Requiem e “Die Zauberflöte” a La Clemenza di Tito “Molti autori hanno fatto di questi ultimi lavori di Mozart il “testamento filosofico” di Mozart – afferma il regista Jean Louis Grindà – una stessa ricerca spirituale li unisce: l’inevitabile passaggio attraverso la morte e il suo superamento per raggiungere uno stato superiore”.

L’allestimento, ripensato dallo scenografo Pier PaoloBisleri, riproduce la struttura architettonica progettata dal Palladio per il Teatro Olimpico di Vicenza che è uno dei più significativi esempi dell’architettura rinascimentale italiana e uno dei primi esempi di illusionismo prospettico. Pier Paolo Bisleri ha realizzato una copia iperrealistica e destrutturalizzata del teatro stesso, creando un modello quasi fosse collocato nello studio del Palladio nel cui spazio scenico, agiscono, come in una vera e propria “gipsoteca,”gli artisti che interpretano l’opera mozartiana secondo la regia di Grindà che ècoadiuvato nella messa in scena dall’assistente Eric Chevalier.

La direzione e concertazione dell’opera che contiene alcune arie che sono tra le più belle che Mozart abbia mai scritto, è affidata alla grande esperienza musicale del M° Gianluigi Gelmetti, di cui è nota la raffinatissima sensibilità mozartiana, che curerà e guiderà un cast di grandi doti interpretative formato dal tenore Giuseppe Filianoti (Tito), il soprano Eva Mei (Vitellia), Laura Polverelli (Sesto), Irina Dubrovskaya (Servilia) e ancora Annunziata Vestri e Marco Vinco rispettivamente Annio e Publio. I costumi del nuovo allestimento portano la firma di Francoise Raybaud–Pace; le luci sono di Claudio Schmid. Completano la compagine artistica impegnata nell’opera il Coro istruito da Paolo Vero e l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste.

La trama è la storia dell’imperatore Tito che, sfuggito a una congiura, scoperti i traditori, prima li condanna, ma alla fine, con un inaspettato atto di clemenza perdona tutti gli artefici, legati a lui, oltrettutto, da vincoli d’amicizia. Prima di essere questo monarca illuminato, Tito è stato colui che ha massacrato o ridotto in schiavitù il popolo ebraico durante la presa di Gerusalemme e ne ha distrutto il tempio. E’ evidente che Tito, al centro della vicenda ambientata nella Roma del 79 d.C., è un imperatore romano assurto a modello di clemenza, la cui magnanimità nel Settecento era antonomastica: egli è l’idealizzazione di Leopoldo II re di Boemia. Il contenuto celebrativo de La Clemenza di Titoera particolarmente adatto ad iniziative di carattere encomiastico. Si prestava perfettamente alle esigenze celebrative degli Stati Generali boemi che nel giugno 1791 chiesero un’opera per l’incoronazione dell’imperatore Leopoldo II a re di Boemia all’impresario del Teatro Nazionale di Praga, Domenico Guardasoni che incaricò Mozart della sua composizione per la messa in scena al Teatro Nazionale di Praga (6 Settembre 1791).

Tito dà l’immagine di un principe ideale- afferma Eric Chevalier, assistente alla regia – sia nel suo modo di governare, sia verso i suoi sudditi. E’ ‘quindi qualcuno che lotta contro se stesso e ne esce vittorioso. Per parafrasare le parole di Sarastro: più che un principe, ora è un uomo”. Ed è questo uomo a guidare Sesto dal mondo dell’ errore verso quello della verità e della giustizia, valori universali che vengono celebrati dalla vicenda accanto ad amore, amicizia e senso dell’onore.

E questo è esattamente ciò che accade nel quadro ideale di “Die Zauberflöte”, dove dal mondo bruciato della Regina della Notte rinascerà un architettura radiante di saggezza, di forza e di bellezza. Il trionfo della Luce.”

La clemenza di Tito intesa come frutto di virtù individuale, lasciava piuttosto indifferente Mozart che negli ultimi mesi di vita si era invece ispirato “agli ideali più vasti e coinvolgenti dell’amore filantropico, musicalmente realizzato appunto nella raggiante figura di Sarastro”.

Così, La clemenza di Tito si presenta a noi con il suo volto bifronte che da una parte guarda verso il passato, dall’altra vive nella luce corrusca del presente storico, da una parte accoglie una febbrile sensibilità rivoluzionaria, dall’altra aspira alla trascendente luminosità che illumina l’estrema stagione mozartiana.“(Paolo Gallarati)

 L’opera rimarrà in scena al “Verdi” dal 13 al 27 aprile 2013. Nella recita del 14 aprile si esibirà un altro cast in cui figurano Marina Comparato, Tony Bardon, Mihaela Marcu, Gabriele Sagona e RitaCammarano che rivestiranno rispettivamente i panni di Sesto, Tito Vespasiano, Vitellia, Publio e Servilia.

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