Genitori dello stesso sesso possono essere pessimi genitori? Sì, certo, come i genitori etero. Con questa semplice battuta di Giacomo Deperu, Presidente di Arcigay Friuli, si può riassumere la conferenza dell’Associazione Universitaria Iris dal titolo “La vita normale delle famiglie omogenitoriali” che ha visto protagonisti Margherita Bottino, psicologa e sociologa, Daniela Santoro dell’Associazione Famiglie Arcobaleno e Federica e Sara coppia di ragazze 24enni in attesa di una figlia.
La conferenza, presentata e moderata da Alessandro Baldo, Presidente di Iris, è stata aperta da Margherita Bottino che ha spiegato come il fenomeno delle famiglie omogenitoriali in Italia, sia di due tipi: le famiglie pianifica composte da gay o lesbiche che scelgono di avere un figlio utilizzando i diversi metodi possibili, o in casi più numerosi, coppie di ragazzi o ragazze in cui uno dei due partner ha avuto un figlio da una precedente relazione eterosessuale.
Il caso di Daniela Santoro è il primo. All’inizio degli anni 2000 infatti, assieme alla compagna di allora, decise di cercare un donatore per mettere al mondo una bambina, Magda, che oggi ha 12 anni. Dopo avere letto molti libri e manuali di psicologia decisero di intraprendere questa strada, molto rara in quegli anni. Nello stesso periodo assieme ad altre madri omosessuali iniziarono uno scambio di mail che portò pochi anni dopo, nel 2005, alla nascita delle Famiglie Arcobaleno, che da allora hanno l’obiettivo di tutelare i figli dall’omofobia che colpisce i loro genitori e vincere la battaglia per garantire parità diritti affettivi ed economici rispetto alle famiglie eterosessuali. Diritti che permetterebbero ai figli e in generale alla società di accettare un fenomeno che in altri paesi è molto ben conosciuto e normato e quando questo succede, come ha riportato Bottino, la società reagisce meglio e quindi anche il bambino può vivere la propria vita in modo più sereno senza dover far conoscere un fenomeno non conosciuto dai figli di famiglie etero. La società italiana invece, purtroppo, appare ancora pregna di pregiudizi figli dell’ignoranza dovuta alla mancata lettura di studi e semplici dati.
Esistono però casi positivi come nel caso di Daniela Santoro appunto, abitante a Treviso, che ha raccontato la sua positiva esperienza di crescita con la sua bambina accolta, con la sua famiglia, nei migliore dei modi dai vicini di casa, dai genitori dei compagni e dalle maestre. Importante, in questa esperienza, sono state le maestre in particolare nell’asilo e il confronto con altre mamme lesbiche delle Famiglie Arcobaleno.
Normalità quindi, che sarebbe utile anche per quanto riguarda i diritti, perché non ha senso trovare normative ad hoc, ma è fondamentale garantire i diritti che hanno tutte le coppie etero, cioè la possibilità di sposarsi e di vedere riconosciuta la genitorialità di entrambe le figure genitoriali.
Normalità che riguarda anche il modo con il quale i genitori parlano della propria omosessualità ai figli che vivono in modo semplice e chiaro il rapporto dei propri genitori perché lo vedono crescere nel tempo assieme a loro. Il problema nasce quando è tempo di far capire al figlio cos’è l’omofobia e come, per alcune fette della società, il rapporto dei genitori non sia accolto particolarmente bene e che l’omogenitorialità sia vista ancora in modo peggiore difendendosi, in alcuni casi, dando motivazione del tipo “è più probabile che un bambino figlio di omosessuali diventi omosessuale!”. Studi, dice Bottino, confermano che questo non avviene visto che l’omosessualità è un fatto naturale e non certo un comportamento appreso.
La conferenza è proseguita con l’intervento di Giacomo Deperu, soddisfatto anche per l’unione di diverse associazioni legate al mondo LGBT e anche per i notevoli passi in avanti fatti dalle diverse amministrazioni locali che stanno, giustamente, alzando la soglia di attenzione sul tema.
Deperu ha presentato Federica e Sara, coppia di ragazze di 24 anni che hanno iniziato il loro percorso di genitorialità 3 anni or sono, prima informandosi con le Famiglie Arcobaleno poi provando con l’inseminazione semplice a Copenaghen prima e in Spagna poi raggiungendo l’obiettivo di un’attesa e decisamente cercata gravidanza. Le ragazze hanno raccontato come hanno vissuto il periodo in cui hanno scoperto di essere lesbiche analizzando in particolare il rapporto con le famiglie, più facile per Federica rispetto a Sara. Entrambe sono uscite di casa a 19 anni e sono cresciute in autonomia con un lavoro arrivando a questa importante scelta decisamente impegnativa per due ragazze della loro età ma non impossibile dal punto di vista economico, il costo totale è stato di circa 8.000 euro, ma comunque molto complicata dal punto di vista logistico viste le varie trasferte in giro per l’Europa e per i pregiudizi con i quali devono convivere quotidianamente e con le classiche paure di due giovani genitori. L’esempio di queste ragazze ha commosso il numeroso pubblico presente così come Margherita Bottino felice nel vedere una giovane coppia che ha fatto questa scelta perché fa fare un altro passo nel verso della quotidanizzazione delle famiglie omosessuali, fenomeno maggiormente conosciuto nelle grandi città, meno in queste zone.
C’è stato spazio anche per un padre omosessuale, Stefano Miorini, protagonista della campagna di Arcigay Friuli con la figlia Nadia, diventato padre 20 anni fa all’interno del matrimonio prima di vivere la propria omosessualità qualche anno più tardi e viverla includendo la figlia affrontando in maniera esplicita il tema quando Nadia aveva 8 anni.
A fine conferenza qualche spunto politico con Deperu che, pungolato dall’organizzato di Hompage, Manuele Ceschia, ha puntato il dito contro i politici che non dovrebbero utilizzare i paraocchi ma muoversi secondo i dettami della Costituzione in un paese laico. Posizione questa espressa anche da Hosam Aziz, consigliere comunale e segretario del PD Udinese, che ha sottolineato come la legge deve garantire i diritti che devono prescindere dalle discriminazioni e che non è solo necessario scagliarsi contro i politici ma che bisogna inchiodarli alle proprie responsabilità dando strumenti ai cittadini per sconfiggere l’ignoranza con azioni concrete perché la società è pronta.
La conferenza, ospitata all’interno della splendida cornice della Corte di Palazzo Morpurgo, è stata allieta dalla mostra fotografica “Amore oltre le differenze” di Erika Zucchiatti, che ha scattato anche le foto che arricchiscono questo articolo.
Rudi Buset
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