Si è conclusa da poche ore con un incredibile successo di pubblico (oltre 100mila presenze: 18mila giovedi 5 settembre, 25mila venerdì 6 settembre, 35mila sabato 7 settembre e infine 29mila domenica 8 settembre) e critica (oltre 30 giornalisti accreditati) la quarta edizione di Home Festival, che si riconferma così il più grande nonchè l’unico autentico festival esistente oggi in Italia: a Treviso nella Zona della Dogana, un’area di 95mila mq che ha ospitato 4 giorni di kermesse con 163 show, più di 80 concerti su 6 palchi diversi (il main stage: 24 mt di larghezza, 16 di profondità e 21 di altezza), 2 tensostrutture dedicate alle attività culturali e ludiche delle associazioni locali, 10 punti bar e 8 chioschi enogastronomici multietnici dalla Sicilia al Giappone e addirittura uno vegano, un parco giochi per bambini con giostre e gonfiabili, un mini luna park, un vero e proprio villaggio arricchito ulteriormente dagli stand di librerie, negozi di strumenti musicali ed espositori di antiquariato. Il tutto gestito da uno strepitoso staff di oltre 500 persone tra tecnici, addetti alla sicurezza e soprattutto tantissimi volontari che si sono occupati dei parcheggi, dei bar, della pulizia dell’area, dell’allestimento, etc. A questi numeri da primato si aggiungono anche i ragazzi di ben 11 associazioni locali che hanno permesso la realizzazione delle attività collaterali al Festival nel centro storico della città di Treviso, fortemente volute dal Comune con il supporto di Ascom e Confcommercio Treviso. Se gli ingredienti principali dell’Home Festival sono ovviamente i concerti, per la quarta edizione non sono stati assolutamente da meno gli incontri culturali: dagli autori noir Massimo Carlotto e Matteo Strukul alla presentazione del romanzo “In Territorio Nemico”, frutto del progetto Scrittura Industriale Collettiva, passando al summit con gli organizzatori di festival internazionali (Sziget e Balaton), alla presentazione del Treviso Comic Book Festival, all’innovativo e interattivo progetto di scrittura 20lines e soprattutto alla sensazionale presenza del Maestro Michelangelo Pistoletto, star internazionale dell’arte povera e fino a pochi giorni fa in mostra personale al Louvre di Parigi, che ha regalato al popolo dell’HF una performance artistica creata ad hoc e intitolata “50mila messaggi di rinascita”, un messaggio di forza e coraggio ai giovani per creare il terzo paradiso, ovvero il loro nuovo mondo. Entusiasta inoltre dell’esperienza, il Maestro Pistoletto che sta promuovendo il progetto Rebirth-day, giornata universale della rinascita (21 dicembre), ha garantito inoltre la prosecuzione della sua collaborazione con l’Home Festival.
“È stata una forte emozione, soprattutto perché il pubblico ha inteso il concetto di festival al quale noi puntiamo – dichiara Amedeo Lombardi, la mente dell’Home Festival -. Non è solo un palco enorme dentro un’area, non è solo un live di due ore, non è solo un concerto. Creare un festival è creare un’esperienza, una “Home”, un villaggio, una città: chiamatela come volete. Noi abbiamo usato un’area di periferia e l’abbiamo riempita di tutte le persone che amiamo, creando un mondo parallelo fatto di cultura e professionalità. Ci piace pensare che il main stage (sul palco, tra gli altri, Rumatera, Asian Dub Foundation, Salmo, Ministri, Motel Connection, Marta sui Tubi, Francesco De Gregori e tantissimi altri) non fosse così importante, perché in realtà lo era tutto il contorno: le associazioni culturali e sportive, i palchi laterali, la stupenda esperienza degli incontri al Play Van Tour. Tutto, insomma: ci vorrebbero ore per ricordare i protagonisti anche se qui ci piace, tra tutti, ringraziare per primi i volontari che hanno permesso la realizzazione dell’evento. E che soddisfazione l’affluenza da tutto il Nordest e allo stesso tempo la partecipazione reale dei trevigiani: il popolo dell’HF è diventato l’intera città, e il timbro della star internazionale dell’arte povera, Michelangelo Pistoletto, con la sua meravigliosa performance “50mila messaggi di rinascita” è la fotografia che sintetizza il nostro approccio interdisciplinare”
C.L.