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Il segreto per comunicare efficacemente con i bambini e i ragazzi – Lezione 39

La volta scorsa vi ho parlato del semaforo dei comportamenti. Andiamo a vedere nello specifico come si attua.

COME SI INIZIA

Come prima cosa dovete stabilire cosa volete, cioè quali comportamenti volete fermare, iniziare e far continuare ai vostri bambini e quindi potreste fare e completare una tabella come quella qui sotto:

Comportamenti che nel mio bambino vorrei
FERMARE INIZIARE FAR CONTINUARE

 

Poi si tratta di prendere un comportamento alla volta ed elaborare una strategia secondo i seguenti consigli.

  1. COMPORTAMENTI DA FERMARE: una volta stabiliti i comportamenti che volete fermare, stabilite le ricette che hanno come effetto l’interruzione di questi comportamenti. Ricordate una ricetta alla volta. Passate alla ricetta successiva solo quando il bambino ha imparato il comportamento nuovo e lo dà per scontato. La ricetta deve essere positiva. Negli Stati Uniti è stata fatta una ricerca che dice che un bambino di tre anni si sente dire di “non fare qualcosa” ben 12 volte all’ora!! Quindi ricette di buoni comportamenti saranno, “parla piano”, “ quando hai finito i compiti, giochi”, ecc. Potete scrivere la ricetta da qualche parte ben visibile e presentarla ai vostri bambini, chiarendo loro le conseguenze per il mancato rispetto. Se dovesse succedere un misfatto, ricordatevi di separare sempre il comportamento dal bambino e quindi non dire: “Sei un bambino maleducato”, ma “Hai fatto una cosa maleducata” in modo da insegnare al vostro piccolo che lui è qualcosa di più grande del comportamento stesso. Inoltre bisogna insegnare quale comportamento è giusto mantenere al posto di quello sbagliato, altrimenti solo con i rimproveri il bambino non può cambiare comportamento. Andiamo in dettaglio sul come fare.
  • Decidete per prima cosa se il misfatto è davvero degno di nota. Attenzione a non fare dei drammi per piccolezze.
  • Tutto ciò che facciamo ha tre momenti: un antecedente, un fatto e una conseguenza.  A volte basta modificare l’antecedente per far sì che il misfatto non si crei. Per esempio, proprio ieri ho parlato con un papà di quattro bambini e il secondogenito, una mattina, non voleva assolutamente mettersi un maglione scelto dalla mamma. Per le sue scenate e capricci è arrivato tardi a scuola. Ora, se conosciamo nostro figlio e sappiamo che quel maglione non gli piace perché magari era del fratello maggiore, cambiamo l’antecedente e proponiamogli fin da subito qualcosa di diverso (meglio magari rinfrescare il vecchio maglione, personalizzandolo e spacciandolo per nuovo e preso solo e unicamente per lui) o meglio ancora preparare le cose da mettere per la scuola la sera prima, in modo che il misfatto non causi conseguenze dannose come il fatto di arrivare tardi a scuola!
  • Intervenite sempre nel momento del misfatto o subito dopo, in modo da collegare il misfatto con la regola e le sue conseguenze. Fatelo sempre in modo calmo, con un tono di voce normale (se urlate insegnate a urlare).
  • Entrate in sintonia con il bambino, usando le vostre abilità di Rapport (rispecchiate e ricalcate postura, respiro, voce, ecc.).
  • Dite al vostro bambino che cosa ha fatto di sbagliato. Ancora: focalizzatevi sul comportamento ed evitate etichettature. Riprendete quanto ho detto su come dare giudizi/feedback nel capitolo 4. Ricordate al bambino la ricetta.
  • Quando succede il misfatto, date al vostro bambino la possibilità di rimediare usando la parola magica “QUANDO”. Per esempio, supponiamo che il vostro bambino abbia messo a soqquadro la camera e avete in programma di uscire. Se gli dite: “Non si esce se prima non hai messo a posto!”, molto probabilmente non uscirete mai. Dando, invece, un sostegno positivo e dicendo: “Quando hai messo tutto a posto, usciamo a giocare insieme!” ha un altro significato. Oppure non: “Se non fai i compiti non vai a giocare!” , ma “Quando finisci i compiti, vai a giocare!” oppure “Appena avrai finito i compiti, vai a giovare” con un tono molto positivo e felice, di supporto. La parola “quando” non mette in discussione che si faccia o no la cosa che segue e questo fa un’enorme differenza!
  • Spiegate le conseguenze per il mancato rispetto della ricetta. Una conseguenza potrebbe essere anche come il comportamento sbagliato fa sentire voi.
  • Estrapolate l’insegnamento. Chiedete al vostro bambino cosa deve fare di diverso per comportarsi bene. Se non è sicuro, dategli del tempo per riflettere (magari in un posto speciale o nella sua stanza) e chiedetegli di venire da voi solo quando ha capito cosa deve fare in positivo.
  • Quando il bambino ha imparato la lezione, abbracciate il bambino e “stropicciatevelo”. Fategli sapere che è il comportamento inaccettabile e non lui. Ciò lascerà la sua autostima intatta.
  1. COMPORTAMENTI DA INIZIARE. Come sul lavoro, per assegnare dei nuovi compiti con successo ci vogliono 4 passi: a) accordarsi sul daffare; b) chiarire incentivi e conseguenze; c) stabilire le risorse ed eventualmente formare; d) dare valutazioni continue per tenere la “rotta”.

a)    Accordo. Prendete il primo comportamento sulla lista che volete far iniziare al vostro bambino. Supponiamo sia “apparecchiare”. Scegliete un momento “buono” in cui il vostro bambino sia nella condizione giusta per ascoltarvi. Con le abilità acquisite di coaching e negoziazione, fategli una proposta sul nuovo comportamento che volete adotti. Negoziate un accordo.

Stabilite cosa, come, quando avviene questo nuovo comportamento. Assicuratevi che capisca e siate molto specifici al riguardo: quando (solo a cena? Colazione, pranzo?); cosa si deve mettere sul tavolo, dove e come. Il vostro bambino può pensare che impilare i piatti sul tavolo o metterli alla rinfusa sia Ok, quindi chiarite bene le vostre aspettative. Stabilite una data di inizio. A volte certi bambini (soprattutto i cinestesici) hanno bisogno di tempo per abituarsi a un nuovo compito e quindi hanno bisogno di un conto alla rovescia per prepararsi al cambiamento (io ho adottato il conto alla rovescia non tanto per insegnare a mio figlio ad apparecchiare la tavola, ma per eventi più importanti come il togliere il pannolino o l’andare a scuola).

Per evitare fraintendimenti e discussioni, scrivete da qualche parte ben visibile l’accordo preso.

b)   Motivazione: incentivi e conseguenze. Ci sono bambini (come gli adulti in genere) che per sentirsi motivati hanno bisogno di incentivi ed altri che hanno bisogno di sapere quali sono le conseguenze negative, cioè hanno bisogno di “spauracchi”. Nell’accordo è bene inserire entrambi: incentivi e conseguenze per il mancato rispetto.

  • Gli incentivi dipendono dall’importanza/significato del nuovo comportamento e dall’età del bambino. Nuovi comportamenti come mettere le scarpe nella scarpiera quando se le tolgono, non è degno di profonda negoziazione , né di incentivi enormi o materiali (comprare un gioco ogni volta che il bimbo si mette a posto le scarpe, sarebbe una cosa inadeguata ed un salasso per voi!). L’incentivo in questo caso è il vostro apprezzamento: permettere loro di sentirsi orgogliosi per aver fatto la cosa giusta e non perché c’è un premio che li attende, è un grande insegnamento. Quindi abbondate con gli apprezzamenti. Se invece il nuovo comportamento da assumere è più sostanzioso, allora potreste decidere per un incentivo più tangibile, sempre a seconda dell’età e del grado di difficoltà del compito. L’incentivo ovviamente deve essere qualcosa di molto attraente per il bambino e questo dipende da bambino a bambino. Ora sapete comunicare alla perfezione a seconda di com’è il suo modo di percepire (auditivo, visivo, cinestesico, auditivo-digitale) e quindi anche gli incentivi risponderanno a questi modi.  Non pensate solo a incentivi materiali. Potete negoziare incentivi come il tempo (tempo con gli amici, tempo con il computer o la TV, l’ora di andare a letto, tempo per giocare, tempo da passare con voi, ecc.), oppure dei privilegi come una cena davanti ad un film, prestare qualcosa di vostro per un x tempo, stare alzati fino a tardi un sabato, una gita da qualche parte, un film al cinema, un pomeriggio al parco, ecc. Per i più grandi (diciamo dai 5 anni in su) potrebbe essere un incentivo la paghetta. Questa insegna loro anche il valore del denaro e la fatica per guadagnarlo. Per quanto mi riguarda, per insegnare a mio figlio a dire “grazie” e “per favore” per esempio ho adottato per un certo periodo una sorta di raccolta punti, o raccolta “stelline”. Ogni “Grazie” e “Per favore” detti senza suggerimenti, si guadagnava una stellina e ogni dieci stelline un piccolo premio dalla scatola dei tesori di cui parlerò nel prossimo capitolo. Ho adottato questo sistema ad intermittenza (al massimo una settimana di seguito) per circa 2-3 mesi , fino a quando i ”Grazie” e i “Per favore” sono arrivati spontanei.

c)    Formazione.  Quando sono diventata dirigente di azienda, nonostante la mia laurea in Economia e Commercio, ho voluto frequentare un Master in Management perché sentivo che le risorse a mia disposizione per dirigere un’azienda erano limitate. Penso che tutti i lavori, a tutti i livelli, quando si fanno per la prima volta, necessitano di formazione, supervisione e supporto. Se volete che il vostro bambino apparecchi la tavola, dovete mostrargli prima che cosa vi aspettate da lui e insegnarglielo a fare: come stendere la tovaglia, dove mettere forchetta e coltello, ecc. Non date per scontato che lo sappia fare perché voi lo avete fatto tutti i giorni da sempre. Il supporto è essenziale in questa fase. Ricordate che quello che è ovvio per voi, potrebbe non esserlo per i vostri bambini.

d)   Valutazione – Giudizi costruttivi. Una volta iniziato il nuovo comportamento è importantissimo dare dei giudizi o feedback costruttivi. Per questo vi rimando a quanto scritto nel capitolo 4 in occasione delle critiche costruttive (vi ricordate quelle “a panino”?) Un giudizio costruttivo nel caso dell’apparecchiare la tavola potrebbe essere: “Grazie per aver apparecchiato la tavola. Bravo hai messo proprio tutto. Noto che le posate sono messe alla rinfusa. Ti mostro come si mettono così la prossima volta sai dove posizionarle.”

  1. COMPORTAMENTI DA FAR CONTINUARE. Questi comportamenti possono essere comportamenti eccezionali o comportamenti che voi date per scontati e che non vi degnate di sottolineare perché dati per ovvi, come quando il vostro bambino gioca tranquillo seduto  con il suo amichetto  con le costruzioni, ridendo allegramente, o quando dice educatamente “per favore” e “grazie” o quando vi aiuta nelle pulizie di sua spontanea volontà (difficile da credere, ma immaginatelo!!), ecc. E’ il momento di sottolineare con apprezzamenti questi momenti. Come? Approcciate i vostri bambini in modo tranquillo come per non rompere l’incantesimo e l’idillio e dite loro cosa stanno facendo bene. Anche qui siate specifici e non dite solo “bravi”: devono capire cosa esattamente stanno facendo bene per poterlo ripetere. Per esempio, potrebbe essere: “Bravi. Grazie per giocare insieme così bene, ridendo e scambiandovi i giochi. Sono così contenta di vedervi così che mi viene voglia di giocare con voi!”. Oppure: “Grazie per mettere via le tue cose. Fa una grossa differenza per me, mi aiuti molto, così ho più tempo per giocare con te!”. Evitate assolutissimamente di essere sarcastici  con commenti del tipo: “Ecco perché sta piovendo! Stai riordinando le tue cose!!”. I bambini non capiscono il sarcasmo e non li incoraggia a ripetere tali comportamenti. Dobbiamo essere specifici e assolutamente sinceri e obiettivi nel rinforzare positivamente i nostri bambini. Se, per esempio, un bambino ha scritto un compito tutto disordinato e pasticciato con solo la prima riga ben scritta, non possiamo dirgli: “Bravo hai scritto bene!”. Non possiamo indorare la pillola ai bambini, perché un giorno si troveranno davanti alla realtà e tutta quell’autostima “gonfiata” crollerà. L’autostima deve essere un qualcosa che si forma perché corrisponde a una realtà e non a un’invenzione. Riprendendo l’esempio, quindi, diciamogli: “Che bene che hai scritto nella prima riga!”.

 

Ecco qui. Ora siete davvero in grado di dire addio ai comportamenti negativi dei vostri bambini e di stare in cima alla spirale positiva. Focalizzandovi sui comportamenti buoni, essendo voi positivi, essendo chiari su cosa volete e su cosa volete modificare nei vostri bambini, dando loro regole specifiche, insegnerete ai bambini a sapere dove si trovano e a correggere la rotta. Con la giusta motivazione, saranno contenti di compiacervi e in caso contrario, siate coerenti e fermi con le conseguenze. Date ai vostri bambini la responsabilità per il loro comportamento e sarete sorpresi di come le cose cambieranno in fretta.

Ricordo ancora le parole che mi sono state dette alla cerimonia di maturità dal Preside della mia scuola (mi avevano colpito e così me le ero scritta su un quaderno). Disse: “Ora la responsabilità è nelle vostre mani. Ciò significa che non dovrete aspettare che qualcun altro risolva i vostri problemi, che qualcun altro dimostri ciò in cui credete, che qualcun altro cerchi un lavoro per voi, vi trasmetta i valori e difenda la vostra libertà. Quello a cui non darete valore, non sarà valorizzato. Quello che non ricorderete, non sarà ricordato. Quello che non cambiate, non sarà cambiato. Quello che non farete, non sarà fatto. Se lo volete, potrete forgiare una nuova società. Non è una questione di cosa fate, ma semplicemente la volontà di farlo”.

Max Steingart, il padre del social networking, ha scritto che “Il successo richiede un atto di volontà”:

“Se vuoi avere successo, puoi iniziare quando vuoi.

Ma devi iniziare.

Non fare l’errore di non fare nulla perché quello che puoi fare tu sono solo piccole cose.

Fai ciò che puoi.

Essere consapevole di ciò che vuoi e non perseguirlo, spendere anni chiedendoti se potresti aver fatto qualcosa e non saperlo mai, è buttare via la tua vita.

La cosa peggiore che puoi fare è non provare.

Per raggiungere un porto bisogna navigare.

Devi navigare e non buttare l’àncora.

Devi navigare in direzione dei tuoi sogni e non andare alla deriva.

Un viaggio di mille miglia, inizia con il primo passo.”

Dr. Siria Rizzi – Certified NLP Trainer – ABNLP

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Il discorso è composto da idee, parole, fatti ed esperienze con il fine di in-formare coscienze libere e responsabili. Le cose sono invisibili senza la luce, le parole sono vuote senza un discorso.

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