Deperu: “Sbaglia chi pensa che il problema dell’omofobia non abbia casa qui da noi.
Ogni giorno raccogliamo casi di ragazzi e ragazze omosessuali umiliati a scuola, a casa, sul posto di lavoro o dagli amici”
Ogni giorno raccogliamo casi di ragazzi e ragazze omosessuali umiliati a scuola, a casa, sul posto di lavoro o dagli amici”
Prosegue intanto con successo il progetto che coinvolgerà solo quest’anno oltre 800 studenti delle scuole medie e superiori del Fvg sul bullismo omofobico e frutto di un protocollo d’intesa tra le associazioni lgbt della regione, l’assessorato regionale all’Istruzione, l’Ufficio Scolastico Regionale e l’ateneo triestino
“Da uno dei luoghi per eccellenza della cultura, ovvero il teatro, un’occasione imperdibile affinché si alzi forte e chiaro un atto d’accusa contro l’omofobia anche nella nostra regione. Perché il problema sembra sempre riguardare un ‘altrove’ che ci mette a posto la coscienza, ma il Friuli non è purtroppo immune dai drammi dell’omofobia”.
Il presidente di Arcigay Friuli, Giacomo Deperu, plaude così alla scelta del Css, Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, di accendere i riflettori sul problema dell’omofobia con lo spettacolo “Still Life” del duo Ricci-Forte in scena al Palamostre di Udine, sabato 11 gennaio alle 21 per la 32^ Stagione di Teatro Contatto e intitolata quest’anno “differenze”.
“Si pensa sempre – chiarisce Deperu – che il problema dell’omofobia non abbia casa qui da noi. Eppure – denuncia il presidente dell’associazione per la difesa dei diritti delle persone lgbt – in appena 12 mesi sono state ben tre le segnalazioni di suicidi sospetti di adolescenti omosessuali nel nostro territorio. Un dato che mette i brividi per una piccola comunità come la nostra”.
E se per tante e tanti giovani omosessuali il coming out avviene sempre prima e con esiti positivi e liberatori, dipingendo una situazione fortunatamente sempre in miglioramento, ancora in troppi, secondo Arcigay, trovano l’ostilità di società, scuola, lavoro e famiglia. “Raccogliamo ogni giorno storie di giovani cacciati di casa – prosegue Deperu –, di ragazzi gay umiliati a scuola non solo dall’atteggiamento dei compagni, ma anche dalle parole e dagli atteggiamenti di alcuni insegnanti. Abbiamo notizie di ragazze lesbiche pesantemente offese dai propri genitori, di persone omosessuali umiliate sul posto di lavoro. È la fotografia di una situazione friulana che ci ostiniamo a non voler vedere e a nascondere sotto il tappeto”.
Arcigay, così come Arcilesbica, opera nelle scuole della regione da oltre quattro anni con un programma contro il bullismo omofobico che ha riportato grandi successi, “ma anche – denunciano le associazioni lgbt – incredibili resistenze. È stato più facile avere l’ascolto del Presidente della Repubblica, che ci ha premiati con una medaglia per il valore del progetto – ironizza Deperu – che avere l’attenzione di tanti istituti scolastici che hanno paura ad affrontare il tema”.
Ma fra le tante ombre elencate dal presidente Arcigay Friuli, emergono nuove luci che aprono alla speranza di un cambio di rotta in tema di discriminazioni. “Non ci siamo arresi alle difficoltà – spiega – e la nostra perseveranza nel voler chiamare le istituzioni alle proprie responsabilità oggi è premiata da un recente protocollo siglato fra Arcigay e Arcilesbica del Friuli Venezia Giulia insieme all’assessorato regionale all’Istruzione, all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università degli Studi di Trieste, che offre uno strumento per affrontare nelle scuole le problematiche legate all’omotransfobia, con un progetto davvero innovativo che già in questo anno scolastico coinvolgerà oltre 800 studenti delle scuole medie e superiori del Friuli Venezia Giulia”.
Il presidente di Arcigay Friuli, Giacomo Deperu, plaude così alla scelta del Css, Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, di accendere i riflettori sul problema dell’omofobia con lo spettacolo “Still Life” del duo Ricci-Forte in scena al Palamostre di Udine, sabato 11 gennaio alle 21 per la 32^ Stagione di Teatro Contatto e intitolata quest’anno “differenze”.
“Si pensa sempre – chiarisce Deperu – che il problema dell’omofobia non abbia casa qui da noi. Eppure – denuncia il presidente dell’associazione per la difesa dei diritti delle persone lgbt – in appena 12 mesi sono state ben tre le segnalazioni di suicidi sospetti di adolescenti omosessuali nel nostro territorio. Un dato che mette i brividi per una piccola comunità come la nostra”.
E se per tante e tanti giovani omosessuali il coming out avviene sempre prima e con esiti positivi e liberatori, dipingendo una situazione fortunatamente sempre in miglioramento, ancora in troppi, secondo Arcigay, trovano l’ostilità di società, scuola, lavoro e famiglia. “Raccogliamo ogni giorno storie di giovani cacciati di casa – prosegue Deperu –, di ragazzi gay umiliati a scuola non solo dall’atteggiamento dei compagni, ma anche dalle parole e dagli atteggiamenti di alcuni insegnanti. Abbiamo notizie di ragazze lesbiche pesantemente offese dai propri genitori, di persone omosessuali umiliate sul posto di lavoro. È la fotografia di una situazione friulana che ci ostiniamo a non voler vedere e a nascondere sotto il tappeto”.
Arcigay, così come Arcilesbica, opera nelle scuole della regione da oltre quattro anni con un programma contro il bullismo omofobico che ha riportato grandi successi, “ma anche – denunciano le associazioni lgbt – incredibili resistenze. È stato più facile avere l’ascolto del Presidente della Repubblica, che ci ha premiati con una medaglia per il valore del progetto – ironizza Deperu – che avere l’attenzione di tanti istituti scolastici che hanno paura ad affrontare il tema”.
Ma fra le tante ombre elencate dal presidente Arcigay Friuli, emergono nuove luci che aprono alla speranza di un cambio di rotta in tema di discriminazioni. “Non ci siamo arresi alle difficoltà – spiega – e la nostra perseveranza nel voler chiamare le istituzioni alle proprie responsabilità oggi è premiata da un recente protocollo siglato fra Arcigay e Arcilesbica del Friuli Venezia Giulia insieme all’assessorato regionale all’Istruzione, all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università degli Studi di Trieste, che offre uno strumento per affrontare nelle scuole le problematiche legate all’omotransfobia, con un progetto davvero innovativo che già in questo anno scolastico coinvolgerà oltre 800 studenti delle scuole medie e superiori del Friuli Venezia Giulia”.