Siamo in prossimità del Trieste Film Festival,che quest’anno fra gli altri eventi,propone una proiezione in ricordo del centenario dello scoppio della Grande Guerra,che ricorre proprio nell’anno in corso. Ora facciamo un passo indietro, nella Sarajevo del 1914 che dopo secoli sotto la dominazione turca dai quali fu anche fondata( Saraj ,dal turco vuol dire Palazzo), era passata da pochi anni sotto l’amministrazione austriaca, la quale dopo aver perso la supremazia in Italia voleva imporla sui Balcani, dove però c’era un pericoloso concorrente: l’Impero Russo, da tempo anche esso in crisi. Sarajevo tornata a essere capitale della Bosnia, dopo la parentesi della cittadina di Travnik, era diventata una città in fermento, infatti era meta di numerosi architetti richiamati dal “Kaiser” austriaco Francesco Giuseppe per dare un volto diverso alla città, rendendola maggiormente conforme alle altre città dell’impero e europee in genere. Ma dietro questo fermento se ne nascondeva un altro, che cresceva giorno dopo giorno, quello del popolo; era nata la“Mlada Bosna (Giovane Bosnia)”.Questa era un’organizzazione giovanile sul modello di altre organizzazioni che precedentemente sono state alla base di altre unificazioni nazionali, come quella Italiana. Ma dietro questa riunione di giovani studenti che mirava alla riunificazione delle popolazioni slave del sud, c’era la figura del Re di Serbia, Pietro I Karadjordjevic, salito al trono pochi anni prima con l’appoggio russo, spodestando il vecchio Re filo-austriaco Milan Obrenovic. Pietro I, infatti, voleva la riunificazione di tutti gli slavi del Sud con la Serbia stato guida, come fu il Piemonte per l’Italia e la Prussia per la Germania, e finanziava segretamente la“Mlada Bosna” per creare disordini all’interno del Paese ai danni degli austriaci. La situazione si era ulteriormente aggravata quando l’arciduca Francesco Ferdinando di Asburgo-Este era diventato erede al Trono dello zio Francesco Giuseppe dopo la misteriosa morte avvenuta a Mayerling del cugino Rodolfo. Egli infatti sosteneva un progetto chiamato Trialismo, che consisteva nel creare uno stato autonomo slavo sotto la corona asburgica; in parole povere l’Impero da Austro-Ungarico doveva diventare Austro-Ungarico-Slavo. Questo progetto secondo Francesco Ferdinando doveva rafforzare la corona austriaca, anche se era avversato: dalla nobiltà Ungherese che temeva la diminuzione della loro influenza sul Kaiser Francesco Giuseppe, dalla Serbia che, come ho scritto prima, mirava al dominio della popolazione slava nei Balcani, dallo “Zar” Russo Nicola II che appoggiava la Sebia, con la scusa della comune radice slava e della comune religione ortodossa ma con il reale intento di avere uno sbocco sul mar Mediterraneo, ridiventato importate per gli scambi commerciali dopo l’apertura del canale di Suez.
Il 28 giugno 1914 Francesco Ferdinando accompagnato dalla moglie Sofia era in visita ufficiale a Sarajevo e gli esponenti della“Mlada Bosna”, che meditavano da tempo di uccidere l’Arciduca, entrarono in azione. Francesco Ferdinando e Sofia erano appena arrivati e dalla stazione ferroviaria si dirigevano verso l’albergo in carrozza; ci fu un primo tentativo di accoltellamento subito sventato, quindi si decise di passare all’arma da fuoco. Gavrilo Princip, studente di 19 anni, che si trovava nei pressi del Ponte Latino, nel pieno centro della Capitale Bosniaca, appena vide passare la carrozza premette il grilletto che uccise sul colpo la coppia arciducale. Egli fu subito arrestato e deportato nel forte di Theresienstadt in Boemia e da quell’episodio incominciarano le reazioni a catena. L’Austria, appoggiata dal potente impero Tedesco, diede un ultimatum di un mese alla Serbia per mettersi, de facto, sotto il suo protettorato; la Serbia forte dell’appoggio Russo, che a sua volta faceva parte insieme a Francia e Gran Bretagna della “Triplice Intesa”, oppose rifiuto e incominciò il primo grande massacro di militari e di civili della Storia.
Andrea F.