* RECENSIONE *
“Mari’, nun mme ritiro, si nun mme so’ piazzato!” L’ultimo scugnizzo di Raffaele Viviani resta un testo fruibile, ma per veri attori, perché completo di vita e di morte.
Attrezzeria essenziale in un fondale color pesca per il primo e il terzo atto, e colori della sera tra lo sfondo azzurro per il secondo atto. Le scene di Peppe Zarbo seguono la regia di Marco Kretzmer (pseudonimo di Gigi Savoia) che batte sulla musicalità del testo senza esasperarla e tiene ben presente che il teatro di Viviani è per il cuore e la sua coscienza.
“L’Attore è la possibilità di percepire le infinite possibilità del corpo e destrutturarlo” direbbe Ettore Massarese che tra il pubblico ha applaudito sinceramente la messa in scena. Schiena, gambe e postura di Gigi Savoia hanno raccontato e completato il personaggio di più delle stese battute da copione, nel suo sforzo di conquistare la fiducia dell’avvocato Razzulli (Renato de Rienzo) “Songo uno qualunque, ca se vò ‘mpiega’, pecché ha capito ca nun è cchiú ll’epoca ‘e campa’ senza fa’ niente!”
Naturalismo e realismo restano categorie presenti ma non estenuate,esplicate nella possibilità di porgere le spalle al pubblico, o di avere reazioni credibili (così come si conviene ad un buona tecnica teatrale), ma i personaggi sono vividi di ritmi e ricordi che appartengono ad ogni uomo di qualunque tempo. Le spalle al pubblico che tanto hanno scandalizzato la platea borghese del ‘900, sono oggi segno che comunica, corpo teatrale di grande efficacia, come quando ‘Maria e sua madre Nnarella (deliziose Simona Capozzi e Luisa Esposito in questi ruoli) reggono la scala dove ‘Ntonio accende le candele alla Madonna per ringraziare della sistemazione trovata e la possibilità di dare legittimità al figlio che sta per nascere.
Dopo un primo atto godibile come commedia degli equivoci, la poesia si impossessa della tensione scenica, tra le musiche del M° Vittorio Cataldi, gli abiti di Valentina Ciappa sventolano tutta la loro freschezza sui corpi di attori, cantanti e ballerini straordinari. “‘A Rumba D’ ‘E Scugnizze” è momento di grande prova attoriale, lavoro di squadra coinvolgente che lascia accesa un barlume di speranza, anche quando seguirà la tragedia del disincanto.
Muscoli facciali, occhi e silenzi tra “l’ultimo scugnizzo” e Peppe ‘o navigante (Peppe Matrocinque) racchiudono le intonazioni rubate al canto della vita, “E chi me l’ha miso sti pparole ‘mmocca? Chi ‘e ssapeva dicere?!” è l’amore paterno che può cambiare un uomo, il progetto e la cura di una vita nuova “Figliemo appena caccia ‘a capa hadda dicere: «Papà!» e io aggi’a risponnere: «Eccolo!» “
Non potrà esserci più un animo selvaggio e spensierato insieme agli amici di infanzia. Il dolore scoppiato alla notizia della morte del neonato, commuove la platea e lo stesso Savoia, che da abile animale da palco sa attuare i sentimenti e in poche battute far tremare gli spettatori :“ E chi l’ha sentuto maie tantu dulore?! Comme riturnarrie n’ata vota guaglione ! Edua’!… Jenna’!… Vecie’!…”
Il testo fu scritto da Viviani nel 1932, ed oggi, dove sembra che pochi diritti restano a chi sente l’impulso alla paternità, Savoia riesce a mostrare il senso per nulla scontato, di come un uomo può amare un figlio allo stesso modo di una madre: “ Parlo accussi, perché sento ‘a paternità: pure nun tenendola… Io me so’ trascurato pe’ tant’anne, mme cuntinuavo a trascura’… Invece, no: stu fatto nuovo pe’ mme, m’ha miso ‘mpietto na smania, nu calore, na vuluntà ‘e campa’… Me credevo ca ‘a vita era inutile; invece è bella, comm’è bella ‘a salute! “
Nuova linfa al teatro Politeama di Napoli, e nuovi germogli per uno spettacolo andato in scena dal 25 dicembre fino al 13 gennaio 2013.
L’ultima replica è dedicata ad una gattina di nome Pepa. Perché i veri artisti, hanno sentimenti semplici ed il cuore grande. Umili e di spessore, l’intero cast Gigi Savoia, Renato De Rienzo, Veronica Mazza, Peppe Mastrocinque, Guglielmo Capasso, Simona Capozzi, Marianita Carfora, Enzo D’Aniello, Felicia Del Prete Ada De Rosa, Salvo De Rosa, Luisa Esposito, Pina Giarmanà, Carmine Iannone Livinia Limone, Walter Lippa, Giuseppe Piacquadio Sala, Carmen Viviani, Vittorio Cataldi, ricevono applausi sentiti.
Anita Laudando