Venerdì 7 Febbraio alle ore 21.00 tra i cunicoli e le cisterne del Museo del Sottosuolo di Napoli (piazza Cavour, 140), arriva il rap di denuncia di Lucariello, che grida il dolore e la disperazione di una terra “violentata” da troppi abusi.
Una terra dove vi è “Veleno fertile” (nome di un suo progetto laboratoriale svolte nelle scuole della provincia partenopea) e dove davanti alla violenza troppo spesso si preferisce chiudere gli occhi (Democratica Violenza).
Nel sound di Luca Caiazzo, in arte Lucariello, si percepisce l’influenza di grandi artisti come il Maestro Sergio Bruni ed ancora gli Almamegretta, i Massive Attack ed i Pink Floyd, solo per fare alcuni esempi.
Lucariello ha scelto il Museo del Sottosuolo come location dove dare vita ad un esperimento sonoro unico nel panorama italiano.
Infatti il suo rap duro si sposerà con le note e le vibrazioni sprigionate dal violoncello di Arcangelo Michele Caso e dall’arpa di Gianluca Rovinello.
Ad indicare che il dialogo è sempre possibile anche tra universi apparentemente opposti ed inconciliabili e che dietro uno sguardo duro si cela spesso un infinito dolore e la tenerezza di una speranza violata.
Questo viaggio sonoro inedito si pone in continuità con il percorso cominciato con il brano “Cappotto di Legno”, ispirato alle vicende di Gomorra, nato da un’intensa corrispondenza con Roberto Saviano, poi divenuto un videoclip diretto da Gabriele Salvatores.