Oggi ricorre il giorno della memoria riguardo quello che avvenne sul finire della seconda guerra mondiale in Istria,a Trieste e in tutta la Venezia Giulia. Proprio oggi perchè il 10 febbraio 1947 vennero firmati a Parigi i trattati di pace in seguito ai quali una gran parte dell’Istria e le città di Fiume e Zara vennero assegnate alla Jugoslavia di Tito e il territorio libero di Trieste, costituitosi due anni prima, venne diviso nella zona A che comprendeva il capoluogo giuliano e i suoi dintorni, in amministrazione militare Anglo-Americana e la zona B, comprendente la cittadina di Capodistria e dintorni in amministrazione Jugoslava con la città di Pola annessa definitivamente dallo Stato Balcanico. Tutto questo comportò stragi ed esodi di massa di cui è stato detto e scritto tanto al riguardo, a volte oggetto di strumentalizzazione in generale..ma ora vorrei piu’ che altro parlare della bellezza dell Istria. Una regione abitata fin da epoche antiche, una terra variegata sia nel paesaggio che nella popolazione, della quale il rosso è il colore
predominante per via del sottosuolo pieno di miniere di bauxite. Lasciando la città industrializzata di Rijeka/Fiume si ha di fronte questo magnifico promontorio,che a tratti può ricordare il Gargano o la costiera Amalfitana, di contorno le meravigliose isole di Kres/Cherso, Krk/Veglia e piu’ nascosta Losinj/Lussino; superando la cittadina costiera di Opatija/Abbazia appare in tutta la maestosità il monte Ucka/Monte Maggiore. Oltrepassata questa montagna in tunnel ci si trova immersi in un landa mozzafiato con numerose colline variegate sullo sfondo, piccole vallate ammantate di alberi di ulivo e vigneti e fenomeni tipici del territorio carsico, alcune delle voragini del terreno piu’ larghe: Doline, e altre piu’ strette e profonde: Foibe. Alla vetta di una di queste voragine appare imponente il Castello di Pazin/Pisino,già
feudo della famiglia cinquecentesca veneziana dei Montecucculi, dove si racconta si sia tenuto una sorta di tribunale popolare durante il periodo piu’ cruento della guerra. Riversandoci invece sulla costa, attorniata da dolci poggi rigonfi di uliveti appare Pula/Pola,
con la sua bella Arena costruita in epoca Romana insieme all’Arco augusteo e il foro insieme a tante casette colorate in stile veneziano e altri edifici che segnano il passaggio della città da una dominazione all’altra. Proseguendo verso Nord e dopo aver ammirato dalla spiaggia la rigogliosa isola di Brjuni/Brioni – isola piena di vegetazione dove nel cuore appare la villa del Presidente – Dittatore Jugoslavo Josip Broz Tito –
si attraversa un paesaggio brullo colorato di rosso dove fra grumi di vigne e uliveti si possono ammirare antiche abitazioni contadine a forma conica che ricordano molto i Trulli della mia Puglia. Fra inumerevoli isolette e boschi di pini svetta il gioiello istriano: Rovinj/Rovigno d’Istria, ittadina
posta su una piccola altura circondata dal mare dove domina il campanile romanico del duomo di S.Eufemia e un dedalo di vicoli con ai lati casette colorate e con logge in tipico stile veneziano, essendo stata parte della repubblica Serenissima di S.Marco per oltre 5 secoli. Andando oltre, fra tante isolette e distese di pini ci ritroviamo davanti a un piccolo ma suggestivo canyon nei pressi del villaggio di Vrsar/Orsera e subito oltre, ci ritroviamo davanti una penisola a forma di spina di pesce: Porec/Parenzo. La citta è anche un labirinto di calli veneziane ma si distinguono la basilica Eufrasiana, di epoca tardo-romana con favolosi mosaici all’interno e il grazioso acquario. Questa bella regione continua fra piccole baie, gruppi di ulivi e pini e improvvise collinette dove sorgono graziose cittadine dall’aspetto medievale cinte di mura come Buje, e piccole penisole e piccoli stagni dove sorgono altrettanto graziosi borghi marinari in stile veneziano come Piran/Pirano con la fortezza di
S.Giorgio alle spalle e la piu’ commerciale Koper/Capodistria.L’Istria è, insomma, una terra fantantstica, tutta da scoprire, passata dalla dominazione Romana a quella Bizantina, per prosperare per secoli sotto Venezia e alla caduta di quest’ultima, occupata dall’Austria per poi essere annessa dall’Italia prima, dalla Jugoslavia poi e infine divisa fra le nuove repubbliche di Slovenia e Croazia. E’ abitata da marinai e pescatori allegri e pacifici, che parlano un misto di dialetto veneto, croato e sloveno, vissuti in armonia per diversi secoli , che però nel periodo che va dal primo dopoguerra al triste secondo dopoguerra è stata tormentata dall’affermarsi di opposti nazionalismi che talvolta si confondevano con l’appartenere a opposti schieramenti politici o semplicemente dalla distinzione da abitanti dei borghi costieri – perlopiu’ di lingua italiana – e abitanti dei villaggi rurali perlopiu’ di lingua slovena e croata. Purtroppo alla fine di questi contrasti a carattere nazionalististico-politico c’è chi ci ha rimesso la vita o chi ha dovuto lasciare la propria casa. Tanta gente, per lo più donne e bambini, al centro di tutti i contrasti etnici e politici hanno pagato il più grande tributo in tragedie di cui non avevano nessuna colpa se no quella di essere nati in .questa terra bellissima. E’ a costoro che preferisco dedicare il pensiero di oggi nella giornata della memoria…
Andrea F.
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