Sabato 5 Aprile alle 21.30 Mario Romano Quartieri Jazz, nella formazione dell’Ensemble, torna nelle atmosfere di Palazzo Venezia, in via Benedetto Croce, 19 a Napoli (www.palazzovenezianapoli.it ).
Con lui, che suonerà la sua inseparabile chitarra classica, sul palco l’Ensemble, formata da altri tre elementi: Luigi Esposito al pianoforte, Ciro imperato al basso ed Emiliano Barrella alla batteria. A rendere l’atmosfera magica i brani tratti dal lavoro discografico ‘E strade cà portano a mare arricchiti da due inediti: Cammen e Vesuvia, dedicati ai grandi amori di una vita: la propria donna e la propria città, una Sirena adagiata che con il proprio corpo disegna le sinuosità del golfo partenopeo. Un’atmosfera resa vibrante dalle note di Neapolitan Gipsy Jazz, un genere inventato da Mario Romano, che si pone in continuità con lo spirito e le innovazioni introdotte dal Neapolitan Power, fusi con il jazz manouche. Rifacendosi alla descrizione del genere jazz tratta dal saggio dell’antropologa Ida Magli “Gesù di Nazaret”: il jazz può prevedere infinite variazioni sul tema (che si interrompono solo quando i musicisti sono sfiniti), perché ogni variazione è un tentativo di avvicinarsi alla perfezione originaria della creazione. A questa concezione è connessa quella di un tempo ciclico. In parole povere ciò che è andato perduto prima o poi potrà tornare.
LA LOCATION
Il partenopeo Palazzo Venezia, di cui parla anche Benedetto Croce, vive il suo momento di massimo splendore tra il 1400 ed il 1500. Il Palazzo è stato oggetto di vari rimaneggiamenti ed ha anche vissuto momenti di degrado ed oblio. Oggi, grazie a Gennaro Buccino, costituisce location di eventi e corsi che parlano il linguaggio dell’arte. Caratteristica è la Casina Pompeiana, aggiunta alla struttura in epoca neoclassica, ispirata allo stile pompeiano antico. Suggestivo anche il giardino pensile. I giardini ospitano una piccola cappella denominata “grotta della Madonnina”. Essa ha sua particolare struttura, con soffitto “a cielo e stelle” di un intenso colore celeste brillante, che l’hanno resa, in un passato ormai lontano, un luogo particolarmente adatto al raccoglimento ed alla preghiera.
LA FORMULA DELLA SERATA