Sarà il palcoscenico della Sala Assoli di Napoli a ospitare, martedì 8 aprile 2014 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 13) La Madre di Bertolt Brecht, spettacolo per la regia di Carlo Cerciello, presentato da Teatro Elicantropo Anonima Romanzi e Prospet nell’ambito della programmazione della Fondazione Salerno Contemporanea.
Il fortunato allestimento torna, a distanza di oltre un anno dal suo debutto, su un palcoscenico partenopeo, dopo aver ottenuto numerosi riconoscimenti quali il Premio Museo Cervi Teatro per la Memoria 2013, il Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro 2013, il Premio Antonio Landieri 2013.
La Madre, testo del 1932, è tratto dall’omonimo romanzo di Maxim Gorkij. La storia, semplice e lineare, è incentrata sulla figura di Pelagia Vlassova, interpretata da Imma Villa, madre dell’operaio Pavel, che, con coraggio e dedizione, si converte alle idee rivoluzionarie e aiuta il figlio e i suoi amici (per questo chiamata “La madre”) nella loro battaglia clandestina. Ella rappresenta il cammino verso la consapevolezza di come un cambiamento sia necessario, anche a costo della propria vita, come sarà per il figlio Pavel, che verrà fucilato dalla polizia zarista.
Ad affiancare in scena Imma Villa saranno Antonio Agerola, Cinzia Cordella, Roberta Di Palma, Marco Di Prima, Annalisa Direttore, Valeria Frallicciardi, Michele Iazzetta, Cecilia Lupoli, Aniello Mallardo, Giulia Musciacco, Antonio Piccolo.
«Il senso della riproposizione de La Madre – scrive Carlo Cerciello in una nota – sta tutto nel recupero della memoria storica di avvenimenti, ideologie e sentimenti che hanno trasformato il mondo, riconsegnando alle classi più deboli, e ai lavoratori tutti, quella coscienza e quella dignità che, purtroppo, oggi viene nuovamente mortificata e immolata sull’altare del “dio mercato”. Nel panorama amaro di una politica palesemente sconfitta, schiava dell’economia e dell’affarismo, il nostro vuole essere un solitario omaggio alla classe operaia, che in Paradiso, purtroppo, non è andata e non andrà mai. Un affresco malandato e corroso, da cui traspare ancora la forza di un ideale».
Brecht allunga la durata della vicenda nel tempo, fino alla prima guerra mondiale e alla vigilia della rivoluzione d’ottobre, rispetto all’opera originale di Gor’kij e ne allarga anche i significati.
Un’evidente carica sentimentale investe il personaggio di Pelagia Vlassova (la madre appunto), grosso animale tutto istinto, che è posto al centro dell’azione, come oggetto di un esperimento di recupero della coscienza della sua classe.
Il suo è un cammino ascensionale: al suo primo atto rivoluzionario è spinta per difendere il figlio Pavel, ma successivamente, ad ogni sua nuova azione, cresce in lei la consapevolezza e la convinzione che le cose debbano cambiare.