Quando si riesce a portare all’attenzione nazionale, forse per la prima volta a livello mediatico, un tema sempre mai particolarmente presente nella storia del nostro paese, come i fatti accaduti nel post Seconda Guerra Mondiale in Istria, è quasi scontato vedere riempito un teatro come il Giovanni da Udine, in un territorio poco distante dagli eventi narrati. Lo spettacolo/racconto di Simone Cristicchi, romano classe 77, parte dal Magazzino 18 di Trieste dove l’archivista Persichetti del Ministero degli Interni è chiamato a fare l’inventario di un numero smisurato di oggetti appartenenti agli esuli istriano/dalmati. L’archivista inizia il suo lavoro senza molte informazioni ma nel corso delle giornate triestine scopre diverse storie che gli si presentano scoprendo gli oggetti che trova nel Magazzino. Ritornando al passato la storia propone diversi temi, da quello delle foibe, tragedia mai particolarmente entrata nell’elenco dei drammi storici del nostro paese presentato in particolare con l’immagine di Norma, giovane donna stuprata da 17 persone non definibili come tali prima di concludere la propria esistenza in mezzi ad altri corpi privi di vita come il suo. Lo spettacolo verità si concentra sull’esodo post Trattato di Pace del 1947 con un’intera regione italiana passata di mano come “pegno” di guerra e con un’intero popolo chiamato a scegliere se rimanere in una terra cambiata oppure adattarsi ad una nuova vita. 350.000 scelsero di abbandonare città fino al quel momento italiane per trovare riparo, o pseudo tale, in campi profughi disseminati in tutta Italia e nelle zone di confine come le province di Gorizia e Trieste. Qui storie di persone che hanno provato a farsi una nuova vita, che fanno da contraltare ai “rimasti”, italiani in terra straniera. Storie di drammi come le mine scoppiate sulla spiaggia di Vergarola a Pola, ultimo lembo di terra non ancora jugoslavo, con la morte di 80 persone e più del doppio di feriti, rimasto nelle storia, dei non moltissimi conoscitori del fatto come un possibile quanto probabile attentato dimenticato, o meglio, archiviato dalla storia italiana. Storie di uomini, alcuni famosi come Nino Benvenuti, Sergio Endrigo, Laura Antonelli per citarne alcuni, italiani esuli d’Istria che hanno vissuto un pezzo di storia a cui non abbiamo dato, come Paese la giusta importanza. Lo spettatore, esce, dopo i molti applausi e la standing ovation con la sensazione di aver conosciuto o forse semplicemente aver avuto la possibilità di dedicare un po’ di attenzione ad un tema considerato quasi di “nicchia”, senza una narrazione politica, pregio o difetto, a seconda dei gusti personali, di un pezzo di nostra storia dimenticata troppo in fretta. A Cristicchi, che presenta una specie di Musical-civile va dato atto di aver presentato al grande pubblico questi fatti con uno spettacolo intelligente che tocca le giuste corde rispetto ad un argomento non facile da trattare.
Rudi Buset
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