“Data memorabile quella del 18 luglio 2014 a Piazzola sul Brenta: dopo anni di assenza dal suolo italico (15 se si esclude l’esibizione del 2007 al Gods of Metal di Milano) sono tornati gli Scorpions per quella che sembrerebbe essere l’ultima occasione di vederli dal vivo prima del ritiro definitivo dai palchi. Infatti con questo “Farewell World Tour” si chiuderà dopo 38 Paesi attraversati e 3 anni di concerti la carriera di una delle band di hard rock più longeve di tutti i tempi (era il 1965), con 100 milioni di dischi venduti e hits memorabili come “Rock you like a hurricane”, “Loving you sunday morning” e “Wind of change” solo per citarne alcune.
Il concerto nelle foto di Dario furlan
E così tanta gente non ha resisitito al richiamo del rock visto che il pittoresco anfiteatro Camerini è stato letteralmente preso d’assalto per l’evento. Fa piacere che un luogo così storico venga utilizzato e valorizzato con varie manifestazioni senza tante polemiche come accaduto per altre location.
Tutti pronti per lo spettacolo ed ecco che alle 20,15 aprono le danze gli H.E.A.T. band svedese nata nel 2007 e con 4 album all’attivo (l’ultimo “Tearing down the walls” uscito ai primi di aprile). Il quintetto si muove bene sul palco e grazie ad un cantante decisamente in forma e ad un rock melodico di buona fattura tiene accesa l’attenzione di un pubblico trepidante e decisamente eterogeneo, formato da giovani e rockers decisamente più attempati. L’ora a disposizione scorre in fretta ed ecco che, alle 22, dopo un breve intro musicale a supporto delle immagini proiettate sugli schermi, alle note di “Sting in the tail” (dall’ultimo album omonimo) gli Scorpions appaiono sul palco ed è subito puro rock! Si prosegue senza tentennamenti con l’accoppiata “Make it real” e “The zoo”, direttamente dal 1980 (era l’album “Animal magnetism”) e con la strumentale “Coast to coast”
Ancora concerto con foto di Dario Furlan
In questa prima fase l’interazione con il pubblico è un po’ limitata e l’impressione è quella di una band molto rodata e precisa ma meccanica; sensazione che verrà capovolta di li a poco con l’esecuzione di due pezzi da 90 della ricca discografia del gruppo: “Send me an angel” e “Holiday”, eseguiti in maniera più “intima” sulla passerella disposta quasi frontalmente al palco. Il pubblico coglie senza tentennamenti la magia del momento e si abbandona a cantare in coro insieme ad un compiaciuto Klaus Meine, ora più rilassato.
Si riparte con una coinvolgente “Raised on rock” per poi lasciare spazio ai virtuosismi del batterista-lo svedese Johan Franzon, in sostituzione di un James Kottak assente per problemi di alcolismo che recentemente lo hanno visto “protagonista” in Dubai- e del bassista Pawel Maciwoda.
Le sirene e i lampeggianti della polizia proiettati sugli schermi ci ricordano che sta per colpirci “Blackout” canzone che vede il chitarrista Rudolph Schenker –sempre in movimento per tutto il concerto con l’immancabile Gibson Flying V- truccato con benda e forchette sugli occhi come nella copertina dell’omonimo album.
Ancora virtuosismi ma di natura chitarristica con l’altra “ascia” del gruppo, Matthias Jabs, prima di eseguire “Big city nights” al termine della quale il gruppo si riunisce sulla passerella a raccogliere l’ovazione del pubblico (insieme a bandiere, pupazzetti e striscioni vari); piccola pausa e si riprende con il trittico esplosivo di canzoni che chiuderanno quest’unica data italiana: “Still loving you”, l’immortale “Wind of change” e “Rock you like a hurricane”.
Alla fine saranno un’ora e quaranta di musica in cui gli Scorpions hanno fatto vedere come il rock renda giovani, regalando una prestazione in crescendo alla faccia dell’età anagrafica!
E se ne sono accorti loro stessi visto che in una recentissima intervista hanno detto che questo tour di tre anni è volato veloce, anche troppo visto che si stanno divertendo troppo per mollare adesso… a buon intenditor…!
Una nota di merito alla location come già detto bella e suggestiva, ma anche all’organizzazione e alla disponibilità del sindaco, più volte intervenuto ringraziando i presenti e chiedendo suggerimenti per migliorare il festival. Per la cronaca finito il concerto la serata proseguiva con DJ set ovviamente rock a volumi…rock!”
Francesco Brun Frisanchina